Il territorio flegreo antico scenario di sconvolgenti fenomeni vulcanici
Il Monte Nuovo è una della attrazioni più belle e singolari della zona flegrea e tra le meno conosciute ed esplorate dalle masse dei visitatori, una delle potenzialità turistiche del territorio poco e male sfruttate. Si trova nel comune di Pozzuoli presso il Lago Lucrino. Un cratere vulcanico dormiente sorto, si dice, -taglio-in una sola notte, tra il 30 settembre e il 1° ottobre. L’eruzione iniziò il 29 settembre e terminò il 6 ottobre 1538, distrusse la villa di Cicerone chiamata "Cumanum" e il villaggio medievale di Tripergole. In quel luogo, dove preesistevano numerose fonti e impianti termali romani, gli Angioini avevano incoraggiato l'uso delle sorgenti flegree a fini terapeutici e di conseguenza erano sorti edifici civili, religiosi e militari. Causò gravi danni all’abitato di Pozzuoli e apportò veri e propri sconvolgimenti in tutta l’area. Il Viceré Don Pedro de Toledo con notabili e scienziati si recò in zona per costatare quanto stava avvenendo. Vari testimoni oculari hanno descritto l’evento, tra questi il medico Simone Porzio (nato a Napoli nel 1497 – morto nel 1554) autore di opere di medicina e di filosofia in latino. Egli dedicò al viceré la sua relazione in latino sull'eruzione. Fu tradotta da Giuseppe Amenduni nel 1878: “Dell'incendio dell'agro puteolano. Epistola di Simone Porzio al Viceré Don Pietro da Toledo”. Riferisce degli alberi schiantati dalla violenza dell'eruzione e dal peso della cenere, di uccelli e quadrupedi uccisi e della gente che fuggiva. Non parla del lago Lucrino che a quell'epoca non era visibile in quanto ancora sommerso dal mare. Tra le fonti non dirette ma di poco successive abbiamo lo scritto dello scienziato filosofo Giovanni Battista Della Porta “De agri puteolani conflagratione” del 1610. Attualmente il Monte Nuovo manifesta attività vulcanica secondaria, come terremoti e fumarole, è coperto da una folta vegetazione, vi crescono essenze tipiche della macchia mediterranea. Le piante maggiormente presenti sono il pino, la ginestra , l'erica, il lentisco, il corbezzolo, l’alloro il leccio, l'orniello, la roverella: un'oasi naturalistica immersa nel verde, aperta al pubblico e attrezzata per il picnic. L’ingresso è gratuito, vi si possono fare escursioni a piedi o a cavallo per ammirare il panorama del lago di Lucrino, degli abitati limitrofi e del mare,-taglio2- fino a raggiungere la cima del cratere. Dal versante Sud il panorama va da Capo Posillipo a Nisida, dal centro di Pozzuoli a Capo Miseno fino alla Penisola Sorrentina. Con l'intero giro dell'orlo del cratere si giunge ad affacciarsi sul Lago d’Averno e a vedere punta dell'Epitaffio e l’isola d’Ischia, si ha inoltre modo di osservare le ripide pareti interne e il fondo del cratere: “un cono piroclastico”, e per i più spericolati di scendervi percorrendo un sentiero immerso tra i pini. Un’esperienza mozzafiato! Quella del Monte Nuovo è una delle decine di bocche eruttive della caldera vulcanica dei Campi Flegrei e la sua eruzione nel 1538, dopo un periodo di quiescenza durato circa 3.000 anni, è tra quelle di minore intensità avvenute nella zona. Questa dal punto di vista geologico costituisce una grande caldera in stato di quiescenza, con un diametro di 12–15 km, i cui si trovano numerosi crateri e piccoli edifici vulcanici, almeno ventiquattro, alcuni dei quali presentano manifestazioni gassose come l’area della Solfatara o idrotermali presenti ad Agnano, Pozzuoli, Lucrino. In vari punti sono visibili importanti depositi di origine vulcanica. Sono presenti sia laghi vulcanici come il Lago d'Averno e laghi costieri come il Lago di Lucrino, il Lago Fusaro, il Lago Miseno. Anche il fenomeno del bradisismo, molto riconoscibile a Pozzuoli, interessa il territorio che va da Capo Miseno e Baia fino a Posillipo. Il bradisismo flegreo ha presentato fasi cicliche: discendente, ascendente e poi ancora discendente. L'attuale fase di bradisismo ascendente è accompagnata da una serie di terremoti di bassa e media energia con epicentri concentrati principalmente nella zona della Solfatara. Tali terremoti sono causati da microfratture che si generano in una roccia già fratturata. Nel X secolo si registrò la massima sommersione bradisismica attestata dal Serapeo dove le parti delle colonne sommerse dal mare ma non sepolte da detriti vennero attaccate dai litodomi fino ad un'altezza massima di 6,30 m. I Campi Flegrei costituiscono un'area ad altissimo rischio vulcanico sottoposta a costante sorveglianza e monitoraggio da parte dell'Osservatorio Vesuviano.