Il giovane mezzofondista azzurro ha conquistato un importante risultato nell’ultima maratona di Siviglia, dove ha letteralmente sbaragliato la concorrenza
In carriera ha vinto la medaglia d'oro nei 10000 m piani agli Europei di Monaco di Baviera 2022, nonché la medaglia di bronzo nella stessa specialità agli Europei di Berlino 2018 e nei 5000 m piani agli Europei di Monaco di Baviera 2022. -taglio- È stato campione europeo under 23 dei 5000 m piani nel 2017, nonché due volte campione europeo juniores (Samokov 2014 e Hyères 2015) agli Europei di corsa campestre e bronzo sui 5000 m agli Europei juniores di Eskilstuna 2015. Detiene i record italiani dei 3000 m piani, 5000 m piani, sia outdoor che indoor, 5 km su strada, dei 10000 m piani, realizzato ai campionati mondiali di Doha 2019, e della mezza maratona. Vanta inoltre un titolo di campione italiano assoluto dei 1500 m piani e due di corsa campestre, oltre a 14 titoli italiani giovanili (in 6 specialità diverse) su 17 finali disputate. Di chi stiamo parlando? Yemaneberhan Crippa, meglio conosciuto come Yeman, atleta mezzofondista italiano classe 1996 che sta decisamente diventando uno degli sportivi italiani da tener d’occhio. Nato in Etiopia, Yeman viene adottato nel 2001 insieme ai suoi 5 fratelli dalla famiglia Crippa di Milano, dopo un periodo trascorso in orfanotrofio ad Addis Abeba. Come lui stesso ci racconterà fin da piccolo era affascinato dal mondo dell’atletica, ma per un periodo ha giocato a calcio in due squadre semi-professionistiche, un giorno però viene indirizzato alla corsa da Marco Borsari nell'Atletica Valchiese ed in quel momento è nata la magia. Il mese scorso è stato incredibile, a Siviglia sei diventato il detentore di tutti i record italiani nelle gare di lunga distanza tra pista e strada, dai 3000 alla maratona. Come ci si sente? “Fieri! Poiché tutti i risultati che ho raggiunto sono stati frutto di allenamenti estenuanti e di sacrifici di anni ed anni. Certo, fa effetto rendersi conto di aver battuto un record però quando penso allo sport le due parole che mi vengono in mente in mente sono: passione e determinazione, senza queste due componenti non si può arrivare troppo lontani purtroppo.” E il talento dove lo mettiamo? “Il talento dal mio punto di vista è un qualcosa ‘in più’. Se si va a guardare le interviste dei più grandi sportivi ne esce fuori che con il talento puoi resistere fino ad un certo punto, ma se non c’è costanza ed allenamento diventa complicato se non impossibile, arrivare ad un determinato livello. Più che il talento, secondo me, ha molto più peso la predisposizione che una persona può avere nei confronti di uno sport, ma in generale nella vita.-taglio2- Prendo il mio esempio: giocavo a calcio e correvo come un pazzo, ero però magrolino e fu il mio allenatore a dirmi ‘perché non provi con l’atletica?’” Quindi volevi fare il calciatore? “Quale bambino per un frangente della sua vita non ha immaginato di essere come Ronaldo? – ride ndr. In realtà l’atletica è sempre stato uno sport che tenevo d’occhio, essendo etiope di nascita è risaputo che molti grandi dell’atletica vengono da lì. Ricordo che da bambino mi sono sempre chiesto come facessero a correre per così tanto tempo, poi anni dopo quando ho provato per la prima volta è stato un colpo di fulmine, mi sentivo completamente nel mio elemento.” La storia della tua famiglia è stata raccontata in un documentario, com’è nata la collaborazione con il regista Matteo Valsecchi? “Come tutte le cose belle, è nato tutto in maniera inaspettata. Un giorno ricevo una telefonata da Matteo, il quale mi dice di volermi incontrare perché ha seguito il mio percorso sportivo fino a quel momento ed avendo letto un po' la mia storia ne era incuriosito. Così ci siamo dati appuntamento, insieme ad uno dei miei fratelli Nekagenet, e davanti ad un aperitivo è venuto così naturale raccontarsi che alla fine dell’incontro lui disse ‘se me ne darai la possibilità ne uscirà fuori un capolavoro’. Ed effettivamente così è stato, ho apprezzato il grande rispetto che ha sempre mostrato nei confronti miei e della mia famiglia chiedendo sempre il nostro feedback riguardo a determinate scene. È stata un’esperienza incredibile che porterò sempre con me!”