Si intitola “Arcobaleno” il nuovo singolo di Charlotte Ferradini, figlia d'arte con talento, fascino e le idee molto chiare
Charlotte Ferradini è cresciuta respirando aria di musica grazie al padre Marco (autore di un classico come “Teorema”) e ora, dopo anni di gavetta, è pronta per conquistare il grande pubblico con “Arcobaleno”, il suo nuovo singolo (uscito per Ondesonore Records di Francesco Altobelli con la coproduzione di Valentino Forte). Sia la musica che le parole portano la firma della cantautrice, che ha poi arrangiato il brano insieme a Marco Ferradini e a Valerio Gaffurini al Cromo Studio di Brescia. Noi abbiamo cercato di saperne qualcosa in più, facendo due chiacchiere con lei.
Come nasce il singolo “Arcobaleno”?
“È nato di notte: ero a letto ed ero piena di musiche nelle orecchie perché ero appena stata ad un concerto e non riuscivo a prendere sonno a cause dell’adrenalina in circolo. Così, nel dormiveglia iniziano a girarmi in testa le prime parole della canzone 'Blu, prima eri blu', così mi sono alzata e sono andata al piano e come per magia in meno di mezz’ora è nata tutta la canzone. -taglio-Spesso i miei brani nascono da delle immagini, sono un tipo molto visivo e amo la pittura, i colori e sono affascinata dalle sinestesie.”
Pensi che molte persone si possano ritrovare in quell'inquinamento emozionale di cui parli nella canzone?
“Penso proprio di sì. Magari razionalmente pochi ci pensano ma credo che sia una realtà che viviamo costantemente, nella vita di tutti i giorni. Al lavoro, con gli amici, in famiglia. A chi non capita di sentirsi a disagio dopo che qualcuno magari è stato sgarbato con lui o l'ha aggredito (a parole, s'intende) ingiustamente? Nel mio caso il leit motiv del perdono è nato da una storia che avevo all’epoca con una persona a cui volevo bene che mi ha deluso e ho pensato se avessi avuto anch'io in parte colpa in quella storia. Così ho messo nero su bianco questo processo di accettazione dei propri errori e degli errori altrui.”
Ci parli del videoclip che accompagna il brano?
“È un video molto semplice, registrato in studio mentre arrangiavamo il brano. Quindi è molto spontaneo, niente effetti speciali se non la magia dell’atmosfera creativa e il talento del regista che ho voluto fortemente, Namas”.
Hai arrangiato il brano insieme a Marco Ferradini. Com'è lavorare in studio con il proprio padre?
“Sì mio papà mi ha aiutato a concretizzare alcune idee musicali che avevo in testa ed è stato davvero un ottimo compagno di lavoro perché è una persona molto rispettosa e delicata che non cerca mai imporre le sue idee artistiche anche se ha molta più esperienza di me in questo ambito. Ecco perché dico sempre di essere molto fortunata ad avere un papà come lui! Lavoriamo spesso insieme, e anche nel suo nuovo album ci saranno ben tre nostri duetti.”
Respirare aria di musica in casa, fin da piccola, ha influenzato le tue scelte? Quando hai iniziato a cantare?
“Inizialmente, quando ero bambina, non capivo bene che lavoro facesse papà perché era diverso da tutti gli altri papà dei miei compagni. Lo vedevo un po’ come un mago che creava cose bellissime e lontane da me. Io ho sempre amato cantare, ci sono molti filmati di quando avevo tre o quattro anni in cui cantavo a squarciagola sempre e comunque ma è stato solo dopo aver terminato -taglio2-l’Università (mi sono laureata in lingue e interpretariato) che ho deciso di fare della mia passione un lavoro. Quindi è stata una scelta, volendo tardiva, ma molto ispirata!”
Quando invece hai cominciato a scrivere i testi delle tue canzoni?
“Come molti cantanti ho iniziato facendo l’interprete, però col passare del tempo ho sentito proprio l’esigenza di raccontare qualcosa di me agli altri, di parlare con gli altri con un linguaggio che non può essere frainteso che è la musica. Credo fortemente che nell’espressione della propria vocalità unita a delle parole sincere risieda una grande sorgente di autenticità. Quando si canta difficilmente si può bluffare, le persone 'sentono' chi sei, specialmente quando canti quello che scrivi.”
Il tuo curriculum è ricco di esperienze. Ce ne sono alcune che ti hanno segnato in maniera particolare?
“Beh sì, ho fatto tantissime esperienze belle in questi anni. Sicuramente l’incontro e la scrittura di otto brani con Bungaro è stato un momento importante nella mia formazione artistica. È stato il mio primo lavoro a quattro mani e ho capito il grande potere creativo che può scaturire da una collaborazione ispirata. Con una canzone che abbiamo scritto insieme, 'Martaross', ho vinto il Premio Bianca d’Aponte e ringrazio ancora Tony (Bungaro) per le melodie che ha voluto regalarmi.”
Quanto è difficile fare musica, in Italia, per una donna?
“Io credo che sia ancora difficile, anche perché il mondo discografico italiano è quasi esclusivamente maschile. Poche persone ti prendono sul serio e talvolta si avvicinano per come appari o, nel mio caso, per il cognome che porto.”
Dopo questo singolo hai in progetto anche un album?
“Certo che sì! Per ora faremo uscire sicuramente un singolo estivo, però la prossima tappa è l’album. Ho scritto tante canzoni in questi anni e ce ne sono alcune che ci terrei proprio tanto a far ascoltare nel breve periodo.”
Sogni nel cassetto?
“Beh ne ho tanti, fortunatamente, anche non solo musicali! Però se penso all’ambito artistico vorrei tanto duettare con alcuni dei miei idoli: Elton John, Alicia Keys, Massimo Ranieri, Gianluca Grignani, Tiziano Ferro e se fosse ancora con noi, Mimì.”