Il Professor Matteo Bassetti spiega ai nostri lettori ciò che potrebbe accadere dal punto di vista pandemico con l’avvento della primavera
Matteo Bassetti lo conosciamo tutti per essere il noto virologo e infettivologo, che ci ha chiarito in più di un’occasione gli sviluppi di una pandemia che ha sconvolto le vite di tutti gli esseri umani nel mondo negli ultimi due anni. Cinquantenne, una carriera brillante, attualmente direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. taglio- Possiamo affermare che ad aprile vedremo finalmente la luce alla fine del tunnel? “Risolta l’emergenza a fine marzo, avvicinandoci ad una adeguata percentuale di popolazione vaccinata, si pensi che per gli over 12 ci avviciniamo al 95%, si potrà allentare la normativa del green pass, per i negozi ad esempio o per prendere un semplice caffè. Superato lo stato d’emergenza, e considerato che a breve saranno solo un due milioni circa gli italiani sotto i 50 anni non vaccinati, è una cifra che può consentire un minor obbligo di presentazione del green pass.” Uno Stato italiano che ha operato bene, dunque, sul fronte vaccinazioni… “Lo Stato ha dato la possibilità di proteggersi a tutti, ad aprile chi si ostinerà a non vaccinarsi dovrà assumersene le responsabilità. Ora è il momento di investire le nostre energie nel contribuire a mettere al sicuro i Paesi del terzo mondo per evitare nuove varianti. L’obiettivo deve essere vaccinare il 70% della popolazione mondiale entro il prossimo novembre 2022, in modo tale che probabilmente con la prossima primavera come Paese saremo completamente fuori, e a livello internazionale, se vacciniamo anche chi ora non ha accesso alle dose, si uscirà dalla pandemia entro il 2022." Potremo dire, allora, finalmente addio al Virus? "Questo Virus non se ne andrà, resterà con noi. I casi positivi ci saranno, ma l’infezione diverrà del tutto endemica e non più un’emergenza. Di fronte a un quadro clinico di polmonite bilaterale torneremo a fare diagnosi differenziale. Non si penserà unicamente al Covid". Attualmente quale situazione c’è in relazione ai positivi?-taglio2- “Credo che siano sottostimati. Credo, infatti, che in Italia oggi ci siano il 10-15% di positivi, quindi circa dieci milioni di persone. Numeri che sfuggono perché si tratta di persone asintomatiche e che dunque hanno il coronavirus senza saperlo, oppure con sintomi lievi ma risultano negative ai tamponi rapidi. Inoltre è da considerarsi "una stupidaggine" la quarantena per chi ha tre dosi di vaccino.” Lei è stato critico con l’OMS, perché? “l’OMS parla con troppe voci discordanti. Alcuni giorni fa annunciava l’arrivo di varianti letali e poi invece attualmente annuncia la fine della pandemia con la variante Omicron. Ciò ha fatto si che perdesse credibilità agli occhi dei cittadini. Fare, comunque, previsioni con un virus così variabile è sempre complicato.” Il direttore regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa, infatti, così afferma: "Questa pandemia come tutte le altre finirà, ma è troppo presto per rilassarsi. E' quasi scontato che nuove varianti emergeranno e ritorneranno, con milioni di infezioni che si verificano nel mondo e che si verificheranno nelle prossime settimane e con il calo dell'immunità e la stagionalità invernale. Ma con una forte sorveglianza e monitoraggio di queste nuove varianti; un'elevata diffusione della vaccinazione e delle terze dosi e un accesso equo e a costi abbordabili agli antivirali; e ancora con test mirati, la protezione dei gruppi ad alto rischio con mascherine di alta qualità e il distanziamento fisico se e quando appare una nuova variante, io credo che una nuova ondata potrebbe non richiedere più il ritorno ai lockdown totali per tutta la popolazione dell'era della pandemia, o a misure simili" Non ci resta dunque che iniziare almeno a tirare un sospiro di sollievo e a guardare al futuro con occhi speranzosi, ripensando con un sorriso ai cartelli di inizio pandemia sui balconi di tutto il mondo: “Andrà tutto bene”