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Il maestro errante

di Michela Secci

Numero 245 - Novembre 2023

Van Gogh in Francia: alla scoperta dei soggiorni che hanno ispirato il genio artistico


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Per marcare il 170° anniversario della nascita di Vincent van Gogh, il Castello di Auvers nel dipartimento della Val d'Oise, ospita una mostra in suo onore dal titolo: “Van Gogh, gli ultimi viaggi”, dal 7 ottobre 2023 al 29 settembre 2024. Il percorso espositivo percorre le sue aspirazioni artistiche e i luoghi dove ha soggiornato, luoghi diventati fonti di ispirazione per le sue opere più celebri. -taglio-Dal 1886 al 1890, da Parigi, Arles, Saint-Rémy-de-Provence e particolarmente sul suo soggiorno ad Auvers-sur-Oise, dove si trasferì nel maggio del 1890 e realizzò in meno di 70 giorni più di 75 dipinti. Questo pittoresco villaggio è noto, principalmente, per essere stato il luogo in cui il famoso pittore trascorse gli ultimi mesi della sua vita, lasciando un'impronta indelebile nell'arte e nella storia di questa località. È un capitolo significativo nella sua vita e nella sua carriera artistica. In ogni spazio espositivo c'è un luogo dove ha soggiornato e rivela, inoltre, le fonti di ispirazione dell'artista attraverso opere digitali originali di pittori contemporanei dell'artista. L’obiettivo è celebrare il talento e l'eredità in modo reale del pittore olandese, uno degli artisti più celebri e influenti del XIX secolo, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'arte. Wouter van der Ween, specialista di Vincent van Gogh e curatore della mostra, risponde ad alcune nostre domande in esclusiva per Albatros Magazine. Perché il titolo “Van Gogh, gli ultimi viaggi”? “Vincent van Gogh è un artista conosciuto per i suoi numerosi spostamenti, i suoi viaggi fisici. Questa mostra tratta di tematiche diverse: di viaggi intellettuali, delle sue aspirazioni, dei libri che ha letto, dei viaggi interiori… ecco ciò che spiega il titolo. Qui non ci sono i suoi quadri originali, qui si entra nella sua intimità e nella sua creazione in risonanza con l'attuale esposizione del museo d'Orsay : ‘Van Gogh à Auvers-sur-Oise. Gli ultimi mesi’.”-taglio2- Lei è un esperto di van Gogh… “Ho avuto la fortuna di lavorare nel museo Vincent van Gogh di Amsterdam, per un anno e mezzo e ho avuto modo di consultare e studiare i suoi manoscritti. Ho imparato a conoscerlo in maniera più intima. Sono neerlandese e sono cresciuto in Francia, parlo le due lingue, sono impregnato dalle due culture e avevo il profilo accademico per questo incarico.” Chi è per lei Vincent van Gogh? “L'immagine più diffusa di Vincent van Gogh è quella dell'artista maledetto, per me è un'invenzione del 20° secolo, inventata negli anni 20. Secondo me è qualcuno di entusiasta, di gioioso, che adorava la gente e la vita, ma allo stesso tempo è maldestro nel modo di indirizzarsi alle persone. È molto esigente verso la vita, la vuole tutta intera, con la bellezza, il sublime... in tutte le sue forme. Il suo rapporto con la natura è intenso e autentico. Nella natura trova spesso pace e rifugio dalle turbolenze della vita.” Che influenza e importanza ha avuto suo fratello Theo sulla carriera artistica di Vincent? “Fin dall'infanzia, i due fratelli mostrarono un legame straordinario e una profonda affinità artistica. Suo fratello Theo era un mercante d'arte di successo e svolgeva un ruolo cruciale nell'introduzione di Vincent agli artisti più rinomati e ai movimenti artistici dell'epoca. Dall'intenso carteggio fra i due, traspare l'amore e il supporto che il fratello minore dispensò al pittore, gli ha assicurato uno stile di vita confortevole. Era il suo mecenate e ha avuto una grande importanza nella promozione e nell'evoluzione dell'arte di Vincent.”





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