Al Teatro di San Carlo torna l’opera di Richard Strauss, per la regia di Manfred Schweigkofler, con un eccellente cast vocale e la direzione di Dan Ettinger
Grande ritorno, il 20 marzo 2025 (con tre repliche), al Teatro di San Carlo, di “Salome” di Richard Strauss. Assente da undici anni, il capolavoro lirico, su libretto di Hedwig Lachmann, dall’opera omonima in lingua francese di Oscar Wilde, si avvale della regia di Manfred Schweigkofler; sul podio, il direttore musicale del Massimo, Dan Ettinger.
Le magnifiche scene sono riprese da Nicola Rubertelli. I costumi del nuovo allestimento sono di Daniela Ciancio; le luci di Claudio Schmid, la coreografia di Valentina Versino. Strepitoso il cast vocale per “un’opera dalla linea vocale difficile e un testo enorme ma che offre un’ora e quaranta di meraviglia!”, come spiega Dan Ettinger. Ricarda Merbeth è splendida protagonista, Salome, a lungo applaudita dal pubblico. Torna al Lirico dopo la passata stagione nella quale ha interpretato splendidamente Elektra, altro ruolo complesso e sfaccettato. Brillante debutto di Charles Workman nel ruolo di Herodes. Brian Mulligan interpreta con grande bravura il ruolo di Jochanaan e Lioba Braun, altrettanto talentuoso, quello di Herodias. Altri debutti per John Findon, bravo nel ruolo di Narraboth e per Štěpánka Pučálková, un paggio di Herodias. Gregory Bonfatti, Kristofer Lundin, Sun Tianxuefei, Dan Karlström e Stanislav Vorobyov interpretano i cinque giudei; Liam James Karai e Žilvinas Miškinis sono i due nazareni; Alessandro Abis e Artur Janda interpretano i due soldati. Dopo “Rusalka”, la fiaba lirica di Antonín Dvořák, il Teatro di San Carlo è ancora una volta all’avanguardia, green e sostenibile nella scelta innovativa dei materiali bio-based. I sontuosi gioielli di “Salome”, la corona, la tiara, gli orecchini, i bracciali, sono biodegradabili e realizzati da Knowledge for Business-TecUp Napoli attraverso una nanocellulosa batterica, “ScobySkin”, un biofilm che è possibile utilizzare nel settore della moda, del design, della cosmetica, dell’edilizia e del biomedicale. “Salome, nel 1905, è uno scandalo, ed è di una contemporaneità assoluta. Non ci è permesso di farla diventare museale”, afferma il regista Schweigkofler. “L’azione – prosegue - si svolge in un angolo di mondo politicamente non irrilevante.
Il potente, ricco, isterico e libidinoso sovrano ha organizzato una delle sue scandalose feste nella sua villa e sono venuti tutti: uomini d'affari, politici, il clero. Il signore perde la testa, questa volta per una parente minorenne, Salome. Per lei è disposto a cedere metà del suo potere politico e delle sue ricchezze. Anche la giovane ha perso la testa, crede di aver trovato il grande amore, richiede cose inimmaginabili, si atteggia a sovrana, danza su un fuoco sacro e infrange i tabù. Una voce debole si solleva dal sottosuolo, protesta e ammonisce per una diversa consapevolezza, un cambiamento di paradigma morale, un ritorno da questo vicolo cieco… Ma la voce del deserto non prevale”. “L’opera, che fino a vent’anni fa era tabù in Israele, come Wagner, una partitura in cui, come israeliano trovo tutta la mia storia e anche l’attualità”, svela Ettinger, magnifico direttore di Orchestra e cast di un’opera difficile, emozionante che “non è come Verdi o Puccini. Qui c’è una scala di difficoltà che riguarda anche i personaggi meno significativi”, afferma. Fantastici momenti come la famosa danza dei sette veli nella quale Salome seduce Erode, grande musica e sensualità. Potente, vivida, raffinatissima, la musica, con una rete di motivi conduttori, richiede grande rigore. Ottima prova dell’Orchestra e infiniti, meritati applausi per tutti i protagonisti.