Mai dire mai
La sua è una storia fatta di sacrificio e di tanta dedizione, uno dei suoi punti di forza è la passione e forse proprio grazie ad essa l’attrice siciliana riesce a dire la sua sul grande e piccolo schermo
"Non farti chiamare attrice, tu sei un'artista" disse di lei Giorgio Strehler, e finalmente Guia Jelo è riuscita ad imporsi sulla scena teatrale e cinematografica italiana dimostrando le sue grandissime doti di attrice e la sua immensa professionalità. All'anagrafe Guglielmina Francesca Maria Jelo di Lentini, l’attrice siciliana scoperta da Turi Ferro, si è formata al Teatro Stabile di Catania col maestro Giuseppe Di Martino e al Piccolo di Milano con Giorgio Strehler. -taglio- Dal teatro alla fiction, nella carriera della Jelo si possono contare davvero tantissime interpretazioni preziose, che le hanno permesso di diventare quella che può essere definita un’attrice impegnata. La ritroveremo presto nei nuovi episodi della serie cult “Il Commissario Montalbano” ed in questa intervista ci racconta l’amore immenso per l’arte.
Presto ritornerà in tv negli episodi di Montalbano, com’è stato lavorare con Zingaretti?
“Reputo Luca un grandissimo attore, e definisco ‘Montalbano’ la serie italiana per eccellenza. Grazie all’estro e alla genialità di Camilleri, qualsiasi personaggio interpretato ha una sua dignità ed una sua storia, per me è stato un onore poter prendere parte a questo progetto e sono certa che anche stavolta sarà un grandissimo successo di pubblico.”
Essendo lei siciliana deve essere stato bello girare nei meravigliosi posti dell’isola…
“Assolutamente sì, sono come la sciara: il magma che corre nelle terre intorno al vulcano e diventa pietra lavica. Sono una donna che passa, stravolge, ma all’apparenza sembra non abbia fatto niente… potrei definire anche la mia carriera così!”
In che senso?
“Beh, è inutile girarci intorno, io recito ormai da tantissimi anni, ma sono riuscita a diventare ‘mainstream’, passatemi il termine, solo in età più ‘adulta’. E come dicevo prima, ho fatto tanto prima che il pubblico e gli addetti ai lavori riuscissero a collegare il mio nome a quel determinato personaggio, quindi passavo… recitavo… e veniva dato tutto per scontato. Questa è stata una delle cose che mi ha causato più sofferenza nel mio lavoro; il fatto di essermi impegnata davvero tanto, di aver ricevuto anche critiche entusiastiche da parte dei grandi del mondo del cinema e del teatro, senza riuscire a concretizzare il tutto al cento per cento. Basti pensare che c’è stato un momento in cui ho pensato di smettere… di cambiare totalmente la mia vita.”
Cosa l’ha fermata?
“L’amore per l’arte. Purtroppo vivere di arte e di cultura comporta anche molto dolore, non tutti nella propria vita di artista diventano Gassman e bisogna fare i conti con questa dura realtà e capire se andare avanti oppure dire stop. Come ho accennato prima, più volte è stato detto di me che sono ‘un'attrice di straordinaria bravura ma non utilizzata quanto il suo curriculum merita’, può immaginare questo cosa significhi per me. Ho vissuto una dualità: da un alto la soddisfazione e la felicità di essere riconosciuta come una brava attrice e dall’altra quello che potrebbe essere definito ‘anonimato’. Mi sono chiesta spesso il motivo di questa cosa, mi sono messa in gioco e ho deciso di continuare a formarmi come attrice. Alla fine ho capito che la mia vita è la recitazione e mollando tutto sarei stata infelice, quindi preferisco ingoiare qualche boccone amaro e fare un lavoro che amo piuttosto che inventarmi qualcosa di nuovo ed essere poco soddisfatta.”
Si è rivelata la scelta giusta, perché poi ce l’ha fatta…
“Sì, è arrivato Terence Hill. Il suo film ‘Il mio nome è Thomas’ è stato una svolta per me. Alla mia età è difficile trovare ruoli belli. E, nonostante il minutaggio del film non sia quello di una protagonista, sono fiera di questo lavoro. La parte è arrivata in modo totalmente inaspettato, e sarò sempre molto grata a Terence Hill per avermi scelto. Da quel momento ho avuto un bel po' di proposte e come ha detto lei, ho capito che avevo fatto la scelta giusta. Inoltre c’è da dire che non ho mai avuto appoggi, o spinte da qualcuno, purtroppo queste cose nel mondo dello spettacolo sono ancora all’ordine del giorno, quindi la sensazione di essere finalmente riuscita a mostrarmi come attrice ad un pubblico più vasto è stato bellissimo.”
Ha mai pensato di espatriare?
“Quando ho iniziato io, l'estero era un solo un ‘optional piacevole’ se si nasceva in Italia. Bastava essere bravi e italiani e si lavorava, ora invece sono subentrare altre dinamiche. Per me è stata una vetrina immensa il BurgTheater di Vienna. E poi non ho mai avuto dimestichezza con le lingue. Avrei potuto impararle solo se mi fossi innamorata ricambiata di uno straniero… ma la storia fa capire come siano andate le cose! – ride ndr.”
Lei è anche un’insegnante di recitazione, cosa le preme trasmettere ai suoi allievi?
“Lo spirito di sacrificio, infatti non mi stanco mai ripetere durante le mie lezioni di continuare ad imparare fino a quando si è vecchi. Inoltre, in un’epoca come questa nella quale l’apparire è fondamentale, cerco di far capire loro quanto sia importante non cadere nella presunzione. La recitazione è una montagna russa, ci saranno sempre alti e bassi, ma se uno è preparato alla cosa difficilmente si farà spaventare.”
In che cosa sarà impegnata nei prossimi mesi?
“Beh, dedicherò più tempo al teatro in questo periodo. Essendo il direttore artistico del Teatro Nino Martoglio di Belpasso, avrò un bel po' da fare poiché grazie ai miei collaboratori abbiamo messo su una bella ed interessante stagione teatrale che spero possa continuare nel migliore dei modi. Per quanto riguarda invece la Jelo attrice… qualcosa bolle in pentola, ma ancora nulla di certo.”
“Preferisco ingoiare qualche boccone amaro e fare un lavoro che amo piuttosto che inventarmi qualcosa di nuovo ed essere poco soddisfatta”