È il protagonista del musical del momento “We will rock you”, ispirato al repertorio musicale dei Queen, Salvo Vinci si racconta sulle pagine di Albatros
Campione di incassi nelle sale cinematografiche e vincitore ai Golden Globe e agli Oscar 2019 di ben quattro statuette, il film di Bryan Singer, Bohemian Rhapsody, rappresenta la riconferma che siamo di fronte ad una nuova “Queen Mania”. In teatro, a farla da padrone è stata la nuova edizione di We Will Rock you, prodotto nella versione originale da Ben Elton, in collaborazione con Roger Taylor e Brian May e, in Italia, da Barley Arts con la direzione di Claudio Trotta. Il protagonista di questo entusiasmante show, che unisce passione, grinta e rock and roll, è Salvo Vinci, un artista poliedrico che in scena è il sognatore Galileo, e insieme alla sua amata Scaramouche si oppone a un modello di società che non concepisce il confronto, non valorizza la bellezza e non mette in primo piano la qualità della vita. Un’interpretazione unica quella dell’artista siciliano, che ha tutte le carte in tavola per poter divulgare in tutta Italia la grandezza di Freddy Mercury.
Cosa rappresenta per te l’essere il protagonista del musical basato sulla mania del momento, quella per i Queen?
“È un’emozione fortissima e indescrivibile che mi sta dando davvero tantissime gratificazioni positive da parte del pubblico: l’ultimo riscontro, qualche giorno fa, quando una signora mi ha fermato alla fine dello spettacolo per dirmi che non ha avuto la fortuna di conoscere Freddy Mercury ma che in compenso ha potuto vedere me... è stato davvero emozionante!”-taglio-
Senti il peso del confronto nell’interpretare le canzoni di Mercury?
“Non nascondo che sento una certa responsabilità nel dover interpretare dal vivo, per più di due ore, canzoni storicamente famose e tornate nuovamente alla ribalta dopo l’uscita del film ‘Bohemian Rhapsody’ tutti i riflettori e quindi gli eventuali confronti con il ‘mito’ sono dietro l’angolo e non posso quindi concedermi il lusso di poter sbagliare... Durante l’audizione per la mia parte, Bryan May con grande umiltà mi disse ‘interpreta le canzoni a modo tuo, falle diventare tue’: tengo ben stretto questo consiglio cercando di offrire al pubblico sempre qualcosa di mio.”
Nel 2009 eri già stato protagonista di “We Will Rock you”, vi è stata una evoluzione artistica nel personaggio di Galileo?
“Sì, il ruolo di Galileo, rispetto al passato, è stato più approfondito da un punto di vista umano ed emotivo; Nella nuova edizione, abbiamo voluto enfatizzare maggiormente le sfumature caratteriali del personaggio: un sognatore emarginato che lotta, a prescindere da tutto, per raggiungere i suoi sogni. Solo il coraggio in sé stesso può portarlo ad ottenere quello che vuole.”
C’è qualcosa in cui ti ritrovi con il tuo personaggio?
“Come il protagonista credo fermamente in quello che amo, la musica, e lotto giornalmente per vivere di questa passione che è divenuta, ormai da anni, la mia professione. C’è anche qualcosa da cui differisco palesemente da Galileo: non sono esaurito (ahaha, ride) e a differenza sua ho moltissimi amici con cui condivido il -taglio2-mio tempo libero.”
Cosa significa oggigiorno essere un artista in Italia?
“Questo mestiere può darti grandissime gratificazioni personali, un po’ meno economiche se non sei un artista in auge: purtroppo in Italia, il nostro lavoro non viene ancora considerato realmente alla pari degli altri e questo ha le sue ripercussioni sia dal punto di vista contrattuale che economico: collaborazioni che vanno e vengono, contratti ballerini e ingaggi artistici con compensi troppo spesso non idonei agli anni di dura gavetta. Nella vita di tutti i giorni tutto questo si traduce nella totale incertezza con conseguente impossibilità di pianificare anche le cose più semplici come vacanze e mutuo.”
Su questi presupposti ti senti di consigliare il tuo lavoro ad un giovane emergente?
“Incito sempre i giovani artisti ad intraprendere questa strada solo se spinti da vera passione per l’arte: avvicinarsi a questo mondo spinti dal fascino ‘delle luci da palcoscenico’ ti porta solo a fare i conti con la realtà, quella del dopo spettacolo, quando i fari si spengono e dietro vi è un mondo totalmente differente fatto di grandi sacrifici, rinunce e spesso delusioni.”
Terminato il tour teatrale cosa ti aspetta?
“In primis un breve periodo di riposo... per quanto sia entusiasmante toccare tantissime città con questo impegno artistico, la vita in tournée è piuttosto stressante. In seguito sto già lavorando ad un nuovo progetto musicale, tutto mio, di cui spero presto di potervi dire qualcosa di più!”