È il nuotatore italiano più conosciuto e amato di questa Nazionale, ai Mondiali di Budapest si è superato e adesso è pronto a tornare in vasca più forte di prima
Ormai mancano due mesi alla fine del 2022, ma possiamo dire che questo che sta per finire è stato un anno sportivo incredibile per l’Italia; abbiamo raggiunto i massimi risultati in diverse discipline e trionfato quando meno ce l’aspettavamo… in questo bellissimo contesto si inserisce anche la Nazionale Italiana di Nuoto che quest’estate ci ha fatto divertire ottenendo numerose medaglie d’oro ai campionati mondiali di Budapest. -taglio-A capo di questa splendida squadra c’è Gregorio Paltrinieri, che ha trionfato nei 1500 m con un tempo di 14:32.80, nuovo record europeo della distanza. Il “Greg” nazionale – così lo chiamano tutti ndr. – quest’estate si è messo alla prova anche in acque libere: nella gara a squadre, infatti, si è aggiudicato la medaglia di bronzo; nella 5 km è arrivato secondo e nella 10 km ha vinto l'oro, precedendo l'altro italiano Domenico Acerenza e rendendosi protagonista di una doppietta mai realizzata nel nuoto di fondo da alcuna nazione. Paltrinieri è il capitano della Nazionale di Nuoto più forte di sempre raggiungendo un livello altissimo grazie non solo alle sue indubbie doti atletiche, ma anche ad una fortissima volontà d’animo, proprio come ci racconterà in questa intervista esclusiva. Noi di albatros l’abbiamo incontrato prima del prossimo impegno stagionale per farci raccontare cosa si cela dietro ad un successo del genere. Vieni da un’estate da incorniciare, hai avuto modo di goderti un po' i fantastici risultati raggiunti? “Sì, diciamo che me lo sono anche un po' imposto poiché di indole sono un ‘lavoratore’ instancabile quindi non appena avevo finito i Mondiali mi sentivo pronto a ricominciare gli allenamenti per migliorare i miei tempi e pensare già alle prossime gare. La mia ragazza, però, non è sembrata molto d’accordo – ride ndr – quindi mi sono concesso un po' di vacanza e di relax.. anche se il nuoto è un chiodo fisso!” A proposito di questo, essendo tu grande appassionato di basket, hai spesso dichiarato di avere adottato la “Mamba Mentality” del grande Kobe Bryant, spiegaci meglio… “Io amo il basket, da piccolo infatti nonostante mi allenassi in vasca sognavo di diventare una stella NBA. Kobe è stato una grande fonte di ispirazione, credo per tantissimi sportivi, perché è stato l’esempio di chi dedica anima e corpo allo sport. All’inizio non riuscivo a capire lo spirito della ‘Mamba mentality’ poi, però, ho deciso di approfondire e man mano sono riuscito ad abbracciare questa vera e propria filosofia di vita. Se hai la fortuna di amare uno sport infinitamente, sei disposto a fare l’impossibile per quest’ultimo nel bene e nel male e, come diceva sempre, diventa un tuo compagno di vita. Il nuoto per me rappresenta tutto questo: non passa giorno, ora, minuto che io non sia lì a pensare cosa posso fare per essere il migliore, per andare oltre i miei limiti… e per fare questo c’è bisogno di un grandissimo spirito di sacrificio!” C’è mai stato un attimo in cui hai pensato di non farcela, o, di non riuscire a reggere uno stile di vita così intenso e soprattutto schematico?-taglio2- “Certo, ma l’amore per il nuoto è sempre stato più forte. A chiunque nella vita è capitato di avere dubbi sul proprio percorso, la differenza sai cosa la fa? La volontà. È semplice darsi da fare quando tutto va bene, quando ottieni grandi risultati, quando ti senti in forma… un vero atleta, ma in generale, una persona ‘con le palle’ si riconosce quando invece va tutto male e nonostante ciò continua ad allenarsi ed impegnarsi. L’importante è avere sempre l’obiettivo da raggiungere bello nitido e poi bisogna essere realisti: non è che si può sempre vincere e un anno storto non basta a dare giudizi sulla carriera di un atleta. Quindi è giusto procrastinare, ma nel momento in cui si capisce cosa si vuole fare è necessario rimboccarsi le maniche e darsi da fare.” Nel mondo del nuoto chi è stato il tuo punto di riferimento? “Sicuramente mio padre, senza di lui non sarei mai entrato in una piscina. Lui mi ha insegnato tanto e soprattutto mi ha trasmesso questo fortissimo sentimento di cui parlo oggi e lo spirito di sacrificio che c’è dietro allo sport. Il mio modello, però, è l'australiano più forte di tutti i tempi: Ian Thorpe, l’ho visto per la prima volta in televisione ai Giochi olimpici di Sydney 2000 quando vinse tre ori e due argenti… ne rimasi folgorato! Nella mia testa pensai: voglio essere come lui.” Quando gareggi hai delle piccole scaramanzie? “Sì, anche se forse non sono proprio delle scaramanzie… diciamo che ho delle ‘abitudini’. Amo molto la musica, ho sempre la stessa playlist nelle orecchie: la ascolto in auto nell’andare agli allenamenti e poi la ricanto mentalmente in vasca per scandire bene il ritmo delle bracciate e per non perdere la concentrazione. È un mix di hip hop, rap e R&B. Rigorosamente in inglese. Mi rilassa e mi carica allo stesso tempo. Il nuoto è uno sport ripetitivo, mi capita di stare con la testa sott’acqua cinque ore al giorno. Non potrei resistere così a lungo, se non cantassi.” Negli ultimi anni è cresciuta anche la tua notorietà, adesso tutti sanno chi sei… come hai vissuto questo cambiamento? “Ovviamente sarei falso se dicessi che non mi fa piacere essere riconosciuto per strada, ma non bisogna mai dimenticarsi di essere sempre sotto osservazione. Quindi è necessario ‘utilizzare’ questa notorietà con responsabilità, perché sai di essere un modello per i più giovani e soprattutto sai che un messaggio frainteso può far nascere un polverone e quindi condizionare la tua serenità sportiva e privata. In generale, però, penso di essere stato in grado di trovare un giusto equilibrio tra pubblico e privato.” Greg, non ci resta allora che farti un grande in bocca al lupo.. “Viva il lupo! Sono pronto a farvi divertire anche nelle prossime competizioni, però abbiamo bisogno di tutto il sostegno del pubblico… quindi non perdetevi la Nazionale in vasca!”