logo-musica

Grandi performer

di Antonino Ianniello

Numero 228 - Marzo 2022

Aldo Vigorito, punto di riferimento del jazz salernitano, ci fa entrare nel suo mondo, fatto di tecnica e sensibilità


albatros-grandi-performer

Uno dei più grandi contrabbassisti italiani risponde al nome di Aldo Vigorito. I fatti e la storia del jazz ‘Made in Salerno’ ci dicono che lui, Guglielmo Guglielmi, Stefano Giuliano, Sandro Deidda ed altri come Carla Marciano, Leo Aniceto, Alfonso e Dario Deidda, rappresentano a pieno titolo la memoria storica del jazz americano e del sud della Campania. -taglio-Sono, pertanto, patrimonio artistico. Aldo Vigorito ha studiato a Roma, presso il Conservatorio di Santa Cecilia e con i Maestri Franco Petracchi e Federico Rossi. È senz’altro ‘faro’ per tutti i giovani che, al Conservatorio di Salerno (dove insegna ‘Musica d’Insieme Jazz’), aspirano a diventare contrabbassisti. Definirlo, poi, pietra miliare del jazz salernitano e delle successive evoluzioni del jazz italiano, non è esagerato. Vigorito ha plasmato già moltissimi contrabbassisti ed i ragazzi non potranno mai dimenticare i suoi consigli e suggerimenti, il modo di spiegare la tecnica. Oltre che stimato contrabbassista, Vigorito è anche compositore e svolge questo compito, tra l’altro, in maniera eccellente. Grazie al suo modo di sfiorare le corde, al suo modo di suonare (la cosiddetta cavata), diventa immediatamente riconoscibile. La sua interpretazione lirica, poi, lo ha posto tra i migliori contrabbassisti italiani. Ma cos’è che conta di più nel jazz: lo stupire l’ascoltatore con una prodigiosa padronanza del proprio strumento o smuoverne l’anima grazie alle doti interpretative? «Questa discordanza continua a dividere sia la critica che gli appassionati di jazz. A tale proposito credo che la soluzione ideale starebbe nel mezzo: riuscire a creare il giusto insieme tra le due caratteristiche… anche se è oggettivamente difficile.» La contraddizione di cui parla, in Aldo Vigorito, si traduce in un mood di fusione. Invero, insieme a Guglielmo Guglielmi e Sandro Deidda: (‘Il Trio di Salerno’), scelse di affrontare il jazz del momento, revisionandolo e cominciando a creare loro composizioni … lavorando con attenzione e riflettendo molto. Il loro Trio è in piedi da oltre quindici anni e con questo gruppo hanno realizzato registrato tre ottimi lavori. Guglielmo Guglielmi afferma: «Oggi stiamo lavorando per tirar fuori il quarto cd che sarà un insieme di nostri brani. A causa del Covid, abbiamo dovuto cambiare più volte idea sui brani, anche perché con il cambiare dei tempi tutto muta ed allora sei sopraffatto da altre idee.» Dal punto di vista jazzistico il contrabbassista si è formato alla scuola del ‘Saint Louis’ di Roma, ed attraverso seminari e workshop con Riccardo Del Frà, Palle Danielson, Bruno Tommaso e Bruno Biriaco (entrambi ex Perigeo), Amedeo Tommasi, Enrico Pieranunzi. Al di là dei suoi studi musicali, Vigorito nasce come autodidatta e si appassiona alla musica grazie alla presenza di essa che viveva già nella famiglia. Poi, grazie al suo amico Guglielmo Guglielmi, hanno inizio le jam session. -taglio2-Il musicista che diventerà contrabbassista, passò dapprima per lo studio della chitarra, poi per il pianoforte ed infine passò al double bass. Una ricerca continua e la scoperta di una passione grandissima per lo strumento, lo portarono a studiare al Conservatorio di Avellino ed infine a Roma. Qui collaborò, tra gli altri, con Romano Mussolini. Ha collaborato, poi, con Gary Bartz, Stefano Battaglia, Gianni Basso, Francesco Bearzatti, George Benson, Flavio Boltro, Stefano Bollani, Fabrizio Bosso, e tantissimi altri nomi importanti come Peter Erskine, Irio De Paula, Paolo Fresu, Richard Galliano, Roberta Gambarini, Roberto Gatto, Javier Girotto, Rita Marcotulli, Dado Moroni, Don Moye, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Dave Sanborn, Tony Scott ed altri. Nel 2010 e 2011 è stato indicato, dalla rivista di settore ‘Musica Jazz’, tra i migliori contrabbassisti italiani. Attualmente è parte integrante, oltre che del famoso ‘Trio di Salerno’, anche del 4tet di Carla Marciano, con il quale ha realizzato cinque dischi, e poi collabora con il ‘Trio Malinconico’ insieme allo scrittore Diego De Silva e con il sassofono di Stefano Giuliano. Perché Trio Malinconico? «Vincenzo Malinconico è un personaggio nato dalla penna di De Silva. Si tratta di un avvocato che viene definito un professionista d’insuccesso … da qui il nome del trio. Con questo gruppo giriamo l’Italia frequentando meeting di cultura e musica. Ma come si definisce Vigorito? «Come contrabbassista credo di essere a 360 gradi e per cui non ho una collocazione specifica. Mi piace molto guardare alla tradizione ed alla modernità. Sono incuriosito da tutte le tendenze jazz… mi attira molto il jazz americano, come pure la sperimentazione. Credo di essere un duttile e mi piace molto confrontarmi ed affrontare qualsiasi tipo di jazz contest o linguaggio jazzistico.» Visto il suo passato, Vigorito si trova a suo agio in ogni con ogni tipo di jazz. In quest’ultimo decennio cosa è cambiato nel modo di suonare il contrabbasso? «Sì … vi è stata una continua evoluzione tecnica che ancora evolve. Questo sia per i materiali usati, per il nuovo tipo di corde ed anche dei pick up … le sonorità. Poi si seguono molto le mode. Dagli anni sessanta in poi il basso ed il contrabbasso hanno cessato d’essere uno strumento d’accompagnamento per diventare un qualcosa capace di dialogare con gli altri strumenti. Credo, però, che l’evoluzione dello strumento è sempre legata al linguaggio ed a quello che stai suonando.»





Booking.com

Booking.com