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Grandi interpreti

di Antonino Ianniello

Numero 220 - Maggio 2021

Entriamo in esclusiva nel mondo musical di Alessandro La Corte, tra i successi raggiunti e gli importanti progetti futuri


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Restiamo ancora nel jazz salernitano, che da diverso tempo ha rialzato la testa con molti dei suoi musicisti di talento. Alessandro La Corte è senz’altro tra gli artisti e compositori più apprezzati del jazz italiano e può considerarsi tranquillamente il ‘ponte’ tra il jazz made in Salerno ed il neapolitan jazz,-taglio- visto che collabora anche con l’‘Antonio Onorato New Quartet’ guidato dal famoso chitarrista e compositore partenopeo, ‘Figlio’ del Conservatorio di Salerno, inizia la sua carriera musicale sin da giovanissimo, attingendo spunti da tanti altri generi per accrescere il bagaglio musicale e per dare un tocco personale alla sonorità jazzistica. Considerato musicista versatile, inizia a collaborare con la grande Carla Marciano, con la quale si lega sentimentalmente sino a diventarne inseparabile compagno di vita. Con la Marciano è impegnato come pianista e co-arrangiatore. Con il 4tet della Marciano fa concerti e registra cinque 5 cd. Tre prodotti dalla Black Saint (etichetta italiana di altissimo livello), il quarto, ‘Stream of Consciousness’, è prodotto dalla Alfa Music, mentre il quinto ‘Psychosis’(2020) per la label olandese ‘Challenge.’Cd che hanno ricevuto recensioni estremamente positive sulle maggiori riviste di jazz e siti web nazionali ed internazionali (Down Beat, Jazz Times, Cadence Magazine, etc.) e sono stati presentati in numerosi programmi radiofonici e televisivi nazionali ed internazionali (USA, Inghilterra, Germania, Svizzera, India, Indonesia, Canada, Colombia, ecc.). La Corte, insieme alla Marciano, ha partecipato a festival e rassegne di jazz a livello nazionale ed internazionale. Nel 2017 esce il suo ultimo lavoro discografico da leader, ‘Smile in Winter’ e prodotto dalla Alfa Music. Dal 2011 al 2013 è pianista-tastierista della band di Tullio De Piscopo, con il quale ha partecipato a numerosi festival italiani. È stato pupillo del grande Joe Amoruso che lo segnala ad Antonio Onorato. Oggi lavora (come detto) come pianista nel nuovo quartetto del compositore e musicista di Torre del Greco. Fai parte della florida corrente jazzistica salernitana degli anni ‘80, come ti descriveresti come musicista? “Non mi piace descrivermi, sarei molto autocritico. Posso dirti che nonostante mi sia specializzato nel jazz, mi piace tutta la musica. Quindi quando mi propongono progetti anche di altro genere, ne sono sempre felice. Riguardo agli anni ‘80fui fortunato a trovarmi in quel contesto musicale così rigoglioso di talenti. Ero giovane e c’era tanto da imparare. L’esigenza era comprare i dischi, vedere concerti, ascoltare la musica con passione, analizzarla, studiarla e condividerla.” Da band leader qual è stato il lavoro che ricordi con più piacere? “‘Smile in winter’. È un disco in quintetto, con mia moglie Carla Marciano, Jerry Popolo, -taglio2-Marco de Tillae Luigi Del Prete. La title track del disco è suonata da un ‘combo’ in cui utilizzo altri 5 fiati. A tal proposito, riguardo la tua prima domanda, e cioè a come potrei descrivermi, mi piace molto la veste di arrangiatore. A volte mi viene chiesto di organizzare session con ensemble nutriti e spesso mi avvalgo degli amici musicisti “anni ‘80a cuifai riferimento sopra.” Quale è stato il pianista che ti ha ispirato di più e perché? “Powell, Evans, Monk, Hancock, Corea, Jarrett. I miei studi li ho basati su tutti loro. Ma ce n’è uno che ho voluto approfondire di più. Il compianto McCoy Tyner, scomparso proprio l’anno scorso, con il quale ho trovato maggiore affinità. Avendo avuto una predilezione per la musica di Coltrane, mi sono abbastanza formato su quel tipo di pianismo.” Al momento quanti sono i progetti di cui sei parte? “‘Carla Marciano 4tet’, il quartetto storico di mia moglie, con Aldo Vigorito e Gaetano Fasano, un sodalizio che dura ormai da 20 anni e con il quale abbiamo inciso diversi lavori. L'ultimo è ‘Psychosis’, uscito di recente ed acclamato dalla stampa internazionale. Peccato per questa pandemia, che ha bloccato diversi concerti già programmati. ‘Antonio Onorato New Quartet’, con Mario De Paola e Giuseppe Arena. Collaboriamo da circa 4 anni. Abbiamo già registrato un cd ed un altro è in uscita a breve. ‘Jocando Latina’, un progetto recente con amici di vecchia data, Paolo Pelella, Angelo Carpentieri, Davide Cantarella e Carlo Salentino. In stand-by è invece ‘Cuban Stories’ di Alfonso Deidda, con all’attivo due cd.” Sei, quindi, il pianista e tastierista dell'Antonio Onorato New Quartet.’ Quale importanza dai a questo progetto, considerando che saresti l’erede di un certo Joe Amoruso? “Conobbi Joe anni fa al Moro. Ebbi modo di parlargli a fine serata. Joe fu molto disponibile e diventammo amici. Ci frequentammo anche aldilà della professione, e poi varie volte ci siamo ritrovati sullo stesso palco. Memorabili i 6 concerti a Napoli nel 2012 con Pino Daniele, in occasione dello spettacolo “Tutta Nata Storia Tour”, io allora facevo parte della band di Tullio De Piscopo ... Quando Onorato rese ufficiale la mia presenza nel suo nuovo progetto, mi disse che era stato Joe stesso ad aver usato ottime parole nei miei confronti. È un qualcosa che non potrò mai dimenticare… il compianto e stupendo Joe. Ne sarò per sempre orgoglioso. A quando il mio prossimo lavoro da leader? Lascerò metabolizzare le energie spese negli ultimi lavori di imminente uscita e poi ripartirò con qualcosa di mio, a meno che qualcuno non mi proponga altro. Un mio grande difetto? Difficilmente riesco a dire di no...”





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