Tutta questione di chimica
Al centro di ogni progetto del grande attore hollywoodiano il feeling con gli altri protagonisti, che se c’è o non c’è si vede sempre, come in quest’ultima sua nuova ed avvincente prova cinematografica
Ha catturato ancora una volta l'attenzione dei media con il suo fascino e la sua schiettezza, presentando all'ottantunesima Mostra del Cinema di Venezia il nuovo film “Wolfs – Lupi Solitari”, diretto da Jon Watts, disponibile su Apple TV+ dal 27 settembre. -taglio- Insieme a Brad Pitt, Amy Ryan e Austin Abrams, George Clooney torna sul grande schermo interpretando un fixer professionista in una storia di tensione e azione. Con il suo solito mix di umorismo e intelligenza, nel corso della conferenza stampa George Clooney ha svelato alcuni dei retroscena di “Wolfs” e ha condiviso il suo punto di vista sull’evoluzione del cinema e della sua carriera. Un attore che, nonostante i decenni di successo, continua a reinventarsi e a lasciare il segno nell'industria cinematografica. George, l'ultima volta che lei e Brad Pitt avete lavorato insieme è stato per il film Burn After Reading. Cosa vi ha convinto a tornare sul set insieme? “Devo ammettere che il richiamo dei soldi è sempre un buon incentivo (ride, ndr)! Scherzi a parte, in ‘Burn After Reading’ avevo avuto la ‘fortuna’ di sparare a Brad in faccia, quindi abbiamo pensato che fosse il momento giusto per riprovarci, ma questa volta senza la pistola! Sono passati 15 anni da allora, ma la nostra collaborazione è sempre stata molto naturale. Quando abbiamo ricevuto la sceneggiatura di ‘Wolfs’, abbiamo subito capito che c’era qualcosa di speciale nel progetto. Inoltre, Jon Watts è un regista che ammiro da tempo e avevo voglia di lavorare con lui. La combinazione di una grande storia e di una squadra di talento ha reso questa esperienza davvero unica." Cosa ha trovato di speciale nel progetto che l'ha spinta a lavorare con Jon Watts su questo film? "Essendo produttori, sia io che Brad ci troviamo spesso a valutare tante idee. Quando ci è arrivata la proposta di Jon, siamo rimasti subito colpiti. Jon è un regista molto interessante, ha una visione chiara e un modo di lavorare che coinvolge tutti in modo creativo. Il suo approccio al film ci ha entusiasmato, e l’idea di raccontare la storia di due fixer che si ritrovano costretti a collaborare, pur essendo abituati a lavorare da soli, è stata intrigante. La tensione tra i due personaggi e la dinamica che si sviluppa tra di loro ha dato vita a qualcosa di davvero divertente e inaspettato." Come ha lavorato sulla chimica con Brad Pitt, specialmente per rappresentare la frizione tra i vostri personaggi? “La chimica con Brad è qualcosa che abbiamo sviluppato nel tempo. Lo facciamo da così tanto che è venuto tutto molto naturale. La chiave, in questo caso, non era tanto urlarci addosso o creare conflitti evidenti, ma ascoltare davvero l'altro e rispondere in maniera autentica, senza calpestarci i piedi. C’è stato un ritmo che si è instaurato quasi subito tra di noi, e questo ha reso facile interpretare la frizione tra i due personaggi. In realtà, girare con Brad è sempre un’esperienza divertente, ma stavolta c’è stata anche una grande concentrazione. Il nostro giovane collega, Austin Abrams, aveva un monologo lungo due pagine che doveva recitare tutto d'un fiato – quella sì che è stata una scena complicata!" Nel film, il suo personaggio ha delle somiglianze con quelli che ha interpretato in passato, come Michael Clayton o persino Batman. Ha trovato delle connessioni tra questi ruoli? "Non vedo molte somiglianze, in realtà. Se dovessi pensare a un’ispirazione, direi che il mio personaggio in Wolfs è più simile a Harvey Keitel in Pulp Fiction, il 'lupo' che risolve i problemi. In questo film, abbiamo due lupi solitari che si ritrovano, loro malgrado, a dover collaborare, ma con una dinamica di tensione e rivalità. Quindi, più che un eroe classico come Batman o un personaggio come Michael Clayton, vedo questa figura come un 'risolutore' pragmatico, qualcuno che affronta le situazioni in modo freddo e professionale, anche quando tutto va fuori controllo." Cosa ne pensa dell'evoluzione dell'industria cinematografica, soprattutto in termini di opportunità per le nuove generazioni di attori? "Ricordo quando ho iniziato: in televisione c'erano circa 64 show, e se il tuo non era tra i primi 20, praticamente eri fuori. Oggi ci sono centinaia di serie e piattaforme, e questo significa che ci sono molte più opportunità per gli attori. Lo streaming ha rivoluzionato l'industria, ed è vero che c’è tanto lavoro, ma per me è fondamentale che i film vengano ancora distribuiti anche in sala. Vedere un film sul grande schermo è un'esperienza insostituibile. Sono eccitato per le nuove generazioni di attori, perché oggi ci sono molte più strade per farsi notare e avere successo. Ma dobbiamo trovare un equilibrio tra lo streaming e la distribuzione tradizionale. Io e Brad avremmo voluto che Wolfs uscisse globalmente al cinema, ma non è stato possibile per motivi logistici." Alla luce di queste nuove dinamiche, preferisce il suo lavoro da attore o quello da produttore? "La verità è che sono molto fortunato a poter fare entrambe le cose. Scherzi a parte, Brad ha 64 anni... e ha ancora un lavoro, il che è già un miracolo (ride, ndr). Tornando seri, sono grato di poter lavorare sia come attore che come produttore, e anche come scrittore in alcuni casi. Negli ultimi anni, sono tornato a recitare di più, e devo dire che mi sto divertendo molto. Recitare è sempre stato il mio primo amore, ma produrre mi dà la possibilità di realizzare progetti che altrimenti non vedrebbero la luce. A 63 anni, poter fare ciò che amo e avere ancora il privilegio di lavorare a questi livelli è davvero gratificante." Quanto ha influito la sua posizione politica nell'industria cinematografica, ad esempio con l'articolo che ha scritto sul presidente Biden? "È stato un argomento delicato, e questa è la prima volta che ne parlo pubblicamente. Scrivere quell’articolo è stata una decisione che ho preso pensando al futuro del Paese. Ma non voglio prendermi il merito: l’unico da applaudire è il Presidente Biden, che ha preso una decisione molto altruista. Non è mai facile abbandonare il potere, e questo vale per tutti, in tutto il mondo. Sono fiero del percorso che stiamo seguendo e credo che ci siano grandi opportunità davanti a noi. Ora dobbiamo guardare avanti con entusiasmo e speranza."