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Gaetano Di Riso

di Joanna Irena Wrobel.

Numero 232 - Luglio-Agosto 2022

Un profondo amore per la propria terra, una grande eleganza segnica, una vasta gamma di cromie e di sfumature di blu come fonte da cui attingere, sono un elemento distintivo della pittura di Gaetano Di Riso


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Un profondo amore per la propria terra, una grande eleganza segnica, una vasta gamma di cromie e di sfumature di blu come fonte da cui attingere, sono un elemento distintivo della pittura di Gaetano Di Riso. Nato a Lettere (1949), in provincia di Napoli, ha instaurato un legame speciale con la terra natia, che spesso ricorda e decanta nei propri dipinti. -taglio- Paesi rurali della Costiera Sorrentina, aspre colline, che si affacciano sul mare e vedono stagliarsi di fronte la mole scura del Vesuvio. La piana del Sarno, vasta e verde fino all’orizzonte, luce filtrata e tenue, diventano sensazioni e poi, si tramutano in colori, aria, cielo, acqua, nuvole di passaggio sulla volta celeste grigio-azzurra. Luoghi, che si fanno facilmente individuabili nelle prime opere degli anni ’70 e in seguito, risultano più o meno riconoscibili, elaborati dalla memoria e dal ricordo. Di Riso, diplomato all’Istituto d’Arte di Sorrento, frequenta il corso di Scenografia diretto dal prof. Tony Stefanucci all’Accademia di Belle Arti di Napoli. In quegli anni, una stretta amicizia lo lega ad un artista tedesco Camill Gugg, paesaggista dallo sguardo romantico trasferitosi a Sorrento, influenzando notevolmente la ricerca artistica di Gaetano Di Riso. L’artista campano comincia a seguire la tecnica di “saper guardare” dell’amico, che non consiste nella meticolosa restituzione di una realtà visiva, ma nel filtrare la scena attraverso una scrupolosa selezione di elementi con una particolare attenzione alle luci, affinché nulla vada oltre l’armonia percepita dall’artista. Ancora da studente dell’Accademia, Di Riso partecipa ad alcune mostre, esponendo le opere nelle quali appaiono analizzati macroscopicamente elementi e oggetti di uso comune. La costante ricerca conduce l’Artista verso gli studi sullo spazio, sia d’interni che di esterni, dove la pittura attraverso dolci passaggi di luce, rivela vari aspetti della natura, del paesaggio, mescolati a nuovi elementi di architettura, alle figure umane, alle forme geometriche. In seguito, il metodo di dipingere si evolve, cambia la tecnica, che porta all’inserimento di strutture tridimensionali. Forme, che accompagnano sempre la pittura tradizionale, che però, subisce una forte contaminazione degli elementi di scenografia. -taglio2- In questo caso, gli accadimenti pittorici, si palesano su una specie di palcoscenico, dove le quinte laterali, semiaperte, mettono in risalto il dipinto nella sua completa rilevanza. Quinte di panneggi, di merletti, svelando l’essenza dell’opera, sembrano voler preservare una parte intima dell’anima, filtrare il ricordo, mettere in primo piano ciò, che conta davvero. Gli anni successivi segnano la rivincita delle cromie, che si accendono all’improvviso. I colori sembrano distesi sulla tela con la felicità e la facilità di chi conosce lo spazio da attraversare e lo copre con gusto ed eleganza. Negli anni’80, l’arte di Gaetano Di Riso si rinnova profondamente, virando da una poetica mediterranea verso la soglia di astrazione. Le figure, riemergono diverse, trasfigurate, come ombre rivelatrici di immagini, nell’istante di svanire per sempre. Il colore esplode in una miriade di frammenti di luce. Le insolite cromie luminose producono una sorta di magica apparizione, ricordo evanescente che pian piano si dilegua per ricostruirsi in una nuova forma. Nelle opere recenti, esposte al MANN di Napoli (2022), Di Riso tesse un dialogo ininterrotto con il mito e il classico, da cui il riferimento ad Adone di Capua. Nel ciclo pittorico intitolato “E’ Adone non lo sa”, una figura antica, dotata di un fascino potente e seduttivo, viene posta come un faro, un saldo punto di riferimento nel viaggio tra i luoghi cari all’Artista. Un labirinto di immagini (accompagnate da una lieve nostalgia) incardinato nel paesaggio della Costiera di Sorrento, porta in superficie gli echi delle lontane memorie. Su tutto domina il colore blu, in tutte le sue sfumature e tonalità possibili, segno distintivo, un elemento di pensiero e di riconoscimento di Gaetano Di Riso. Un sodalizio perpetuo tra il pittore e il colore, mezzo per esprimere un Mondo/Cosmo/Natura, che contiene anche l’Uomo, la sua casa e tutti i piccoli/grandi Affetti.





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