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Fra Maioliche e cancelli

di Yvonne Carbonaro

Numero 212 - Luglio-agosto 2020

L’antica tradizione ceramica del luogo tenuta in vita dall’artista anacaprese Sergio Rubino e le splendide realizzazioni in ferro battuto dei fabbri del posto


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L’isola di Capri durante la pandemia è riuscita, in maniera molto accorta ad evitare contagi impedendo lo sbarco di visitatori. Gli stessi abitanti hanno ubbidito a ferree regole di Isolamento e dalle foto che hanno postato si sono avute immagini insolitamente deserte di luoghi in genere affollati di turisti e vacanzieri. -taglio-Meta di turismo internazionale, Capri questa estate vedrà radicalmente ridurre il numero di visitatori? Erano troppi, in verità, vere e proprie invasioni di turisti mordi e fuggi intruppati in masse amorfe dalle agenzie di viaggio, che, come a Venezia, creavano più problemi che benefici. Se questo fenomeno si riducesse sarebbe un vantaggio per un luogo dall’equilibrio fragile e delicato. Da questo però alla totale mancanza di italiani e stranieri habitué di alberghi e strutture turistiche, è troppo. L’economia di un luogo-mito che da sempre attrae e affascina il mondo salterebbe, e invece è giusto che gli italiani invece di andare all’estero sappiano godere delle bellezze della nostra penisola. Intanto ci piace ricordare alcune delle sue attrattive, forse meno note ma di grande livello artistico, che nulla hanno da invidiare alle tante bellezze naturali che hanno reso celebre Capri e che testimoniano il diffuso senso del bello che la pervade anche nelle piccole cose. Esiste ad Anacapri una ricca tradizione di artigianato che va dalla produzione di profumi, a quella di gelati artigianali, ai celebri sandali capresi con la suola di cuoio fatti a mano e decorati con pietre colorate, alle creazioni di indumenti estivi e di cachemire o di abiti da uomo su misura, agli oggetti di ceramica di varie forme e colori, alle mattonelle di maiolica che decorano gli interi e gli esterni delle case e delle scale. Le maioliche, in particolare presentano creazioni di grande originalità e bellezza. Mi riferisco, per esempio, alla grazia con cui, Sergio Rubino, celebre ceramista di Anacapri ha arredato alcuni luoghi simbolo del paese secondo una tradizione tutta mediterranea della “riggiola” dipinta, che proprio ad Anacapri custodisce nella chiesa di San Michele Arcangelo uno dei più alti e preziosi esempi di pavimento maiolicato con Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso Terrestre abitato da splendidi animali sia esistenti che fantastici, opera del 1761 di Leonardo Chianese. Il bellissimo pavimento è perfettamente conservato all’interno della chiesa che oggi è un luogo museale aperto ai visitatori. Le piastrelle di Rubino sono invece audacemente collocate all’aperto, ricoprono le panchine e i muretti che delimitano la piazza antistante la centralissima chiesa di Santa Sofia trasformandola in un delizioso salotto dove incontrarsi, -taglio2- riposare, godere delle immagini raffigurate.Con delicati colori pastello vi sono raccontate vicende, feste e tradizioni del luogo. Scorrono sotto gli occhi incantati di chi guarda, incorniciate realistici da tralci di vite e rami di limoni dorati, le scene antiche di vita campestre come la vendemmia, la raccolta delle olive e dei prodotti dei campi, le “tavoliate” sotto i pergolati, le danze e, in primo piano le figure di contadinelle, portatrici di pesi, pescatori, zappatori di un tempo che fu. Altre due panchine sullo stesso genere e dello stesso autore sono dislocate lungo il corso. Un ulteriore grande lavoro di Sergio Rubino, sempre all’aperto e dunque, ahimè, alla mercé di stupidi vandalismi, sono le centinaia di pannelli in forma di libri aperti distribuiti lungo tutto il Sentiero dei Fortini che va dalla zona del Faro a quella della Grotta Azzurra. Il Sentiero, che collega i fortini costruiti dagli inglesi che occupavano l’isola in nome di Ferdinando IV e che furono conquistati e riutilizzati da Gioachino Murat, è stato reso agibile ai visitatori e consiste in una fantastica passeggiata costiera di circa tre ore con una continua variazione di paesaggio e di ambiente: dagli scogli sul mare alla macchia mediterranea, alla pineta. A inizio di ogni tappa una mappa disegnata da Rubino su ceramica indica il luogo in cui ci si trova e lungo il cammino i libri aperti illustrano via via gli esemplari della flora e fauna del posto, ciascuno sia con il nome scientifico che in dialetto caprese. Un’altra forma di artigianato artistico che caratterizza Anacapri è la presenza di elaborati cancelli in ferro battuto agli ingressi di grandi ville e piccole abitazioni. Un segno distintivo e un vanto dei fabbri locali che sono stati capaci di realizzare vere opere d’arte forgiando il ferro in volute barocche, floreali, fantasiose, geometriche e di creare anche un ricciolo caratteristico, che spesso si ripete in maniera modulare, e che è stato utilizzato come simbolo e logo su creazioni di moda: sciarpe, borse di boutiques locali, acquistate volentieri da quanti desiderano portare con sé un oggetto in ricordo degli indimenticabili giorni trascorsi.





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