Il trio Falomi, Turchet, Trabucco ci racconta il loro nuovo ed atteso album “Naviganti e Sognatori”
Luca Falomi, Alessandro Turchet e Max Trabucco da giovedì 14 ottobre tornano in digital download, in streaming e in CD con “Naviganti e Sognatori” il nuovo disco che vede la straordinaria partecipazione di Daniele di Bonaventura al bandoneon. Attraverso “Rotte Mediterranee”, i tre naviganti ci trasportano in un viaggio dove si sogna e ci si emoziona anche grazie ad un sound magistrale. -taglio-Falomi, Turchet e Trabucco, raccontano storie di sogni e di visioni, nascoste tra le onde del mediterraneo e di un’Italia unita dalle onde del suo mare. Storie che parlano di vita, di sentimenti, di amori e di emozioni. Le composizioni originali del trio sono alternate da riletture di celebri brani della tradizione ligure, veneta, napoletana e friulana. Noi di Albatros Magazine abbiamo incontrato Max trabucco che ci ha raccontato di questo loro nuovo progetto. Questo è un album che trascina letteralmente per mare e che ricorda quasi una sorta di Odissea moderna. Lo avete inteso davvero cosi nella sua composizione? “Il nostro pensiero iniziale era proprio questo. Visto che Luca è ligure e abita a Genova, io abito a Treviso anche se sono di Venezia e in più ho i genitori di origini napoletane, abbiamo tutti e due radici che affondano nelle repubbliche marinare che richiamano alle avventure marinare. Avevamo pensato un anno e mezzo fa di intraprendere un lavoro di scrittura di brani originali che potessero ricordare un po' questo tipo di mondo che adesso si è un po' perso e che potesse ricordare le nostre origini. È qualcosa che ci accomuna e che è stato poi messo insieme da Alessandro Turchet il nostro contrabbassista, friulano, figlio di una terra piena di tanti incontri culturali, che ci ha permesso di completare questo percorso. Una cosa che è stata a nostro favore è stata la scelta degli strumenti. Luca ha suonato con sette chitarre in studio, è riuscito ad esprimere dei colori molto vari, cosa che ho fatto anche io con le mie percussioni. Un valore aggiunto lo ha dato sicuramente Daniele di Bonaventura con il suo bandoneon, uno strumento molto empatico, oltre che comunque molto espressivo.” C’è anche molta tradizione del cantautorato italiano nella vostra musica giusto?-taglio2- “Sì, prima di tutto perché sia io che Luca lavoriamo anche nell’ambito non prettamente jazzistico. Molte di queste melodie ricordano per esempio quelle napoletane. Io stesso quando ero piccolo ascoltavo questa musica insieme ai miei genitori, sono cresciuto con Pino Daniele per esempio. Una musica profonda e intima.” Nei vostri testi si parla molto di sogni, di gelosia, di amore. Sono parole romantiche e spesso sentimentali vero? “È vero. Abbiamo dato i titoli ai brani in post scrittura cioè abbiamo creato la scaletta audio, quindi abbiamo creato la scaletta, poi abbiamo immaginato questo viaggio e queste sensazioni che a noi trasmetteva questo tipo di lavoro e abbiamo dato questi titoli che è stata molto ponderata. Abbiamo pensato anche molto il lavoro grafico centrato sempre sul viaggio e su dei paesaggi immaginari che si intrecciano con queste storie che vengono raccontate e tramandate e vissute durante questi percorsi che abbiamo raccontato in musica.” A proposito di storie, come nasce la vostra storia di vita e di musica insieme? “È una cosa un po' particolare. Abbiamo passato questi due anni strani, tappati in casa. Ho cercato di approfondire la conoscenza di alcuni artisti e tra questi c’era Luca, così gli ho scritto una mail facendogli dei complimenti e proponendogli di suonare insieme. Dopo qualche mese gli ho proposto di fare una cosa a distanza. Poi un mio caro amico mi ha chiesto di esibirmi in un Festival ed io ho preso la palla al balzo domandando a Luca di esibirci insieme, unendo Alessandro a noi. Ci siamo trovati subito bene. Il resto è storia.”