Nuove sorprese nel campo dell’arte, ma anche il racconto di vicende storiche poco conosciute
Firenze riserva ai visitatori sempre nuove ed interessanti sorprese che si aggiungono alle tante attrazioni artistiche e culturali che stabilmente propone da secoli. Tra le più recenti segnaliamo, in Piazza della Signoria, il restauro della statua a cavallo di Cosimo de’Medici finanziata dalla Maison Ferragamo. -taglio- E ancora: la mostra “Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze” a Palazzo Medici Riccardi fino al 5 settembre. In questa che fu la residenza dei Medici e simbolo del potere di famiglia, poi acquisita nel Seicento dalla famiglia Riccardi, Giordano dal 1680 dipinse due grandi volte per la Galleria degli Specchi e per la Biblioteca Riccardiana. La volta della Galleria degli Specchi è un racconto movimentatissimo di miti con la celebrazione dei Medici nel centro. Sulla volta della Biblioteca è invece raffigurata l’Allegoria della Divina Sapienza, che avrebbe dipinto in soli cinque giorni fra il 1685 e il 1686. Queste testimonianze artistiche, insieme alla decorazione della Cappella Corsini in Santa Maria del Carmine e a una serie di dipinti commissionati da grandi famiglie fiorentine – fra cui i Medici e i Del Rosso –disegnano un interessante quadro della sua presenza a Firenze. In mostra circa 50 opere connesse agli affreschi. Fra queste, dieci bozzetti della Galleria degli Specchi e della volta della Biblioteca Riccardiana, provenienti dalla National Gallery di Londra, le Virtù da varie collezioni private europee e dipinti da Gallerie degli Uffizi, Museo dell’Opera del Duomo di Siena, Museo Stibbert di Firenze, Museo di Palazzo Mansi a Lucca e collezioni private italiane e americane. La mostra mira ad approfondire aspetti dell’attività fiorentina del maestro napoletano, chiamato “Luca fa presto” per la velocità di esecuzione delle opere, che ha lasciato importanti testimonianze del suo talento in tanti luoghi d’Italia e d’Europa. Un’altra interessante novità è costituita dal nuovo allestimento del Museo di Palazzo Davanzati. Il riallestimento delle sale di rappresentanza e vita privata con arredi e oggetti dell’epoca, oltre a mostrare, come nel passato, una ricca casa fiorentina medievale, già munita di “agiamento”, cioè di gabinetto ad ogni piano, tutti collegati ad un'unica fecale che confluiva nel sottostante pozzo nero, propone una nuova sistemazione di sale dedicate ad artisti o pregiati manufatti, come una ricca collezione di merletti o l’antica coperta Guicciardini che raffigura le imprese di Tristano. -taglio2- Aperta al pubblico anche una mostra dello Scheggia. Era costui Giovanni, il fratello minore del più celebre e innovativo Masaccio. Si tratta di un gruppo di dipinti di gusto gotico, tra cui quattro tavole di legno ricurve definite “misteri“, perché non se ne conosce l’uso originario. Sono preziosamente decorate e raffigurano i Trionfi (dell’amore, della morte, della fama, dell’eternità), ispirati al poemetto di Petrarca. Tra le ricchezze artistico-storiche da sempre conservate a Firenze, eppure poco conosciute, indichiamo, nel Battistero di San Giovanni, il mausoleo funebre di Baldassarre Cossa, alias papa Giovanni XXIII, realizzato da Donatello a cui fu commissionato da una ricca famiglia vicina ai Medici. Una storia intricata e difficile quella di Cossa nato ad Ischia nel 1370. La sua casata deteneva la signoria di Procida e di Ischia. Intraprese la carriera ecclesiastica e cercò di porre fine allo Scisma di Occidente e di far riconciliare papa Gregorio XII e l'antipapa Benedetto XIII. Nel 1408 organizzò a Pisa un Concilio con il sostegno finanziario della sua famiglia e della famiglia Medici. Fu eletto papa e scelse il nome di Giovanni XXIII. Ricompensò i Medici con la possibilità di riscuotere le decime della Chiesa e di tenerne una percentuale. Nel Concilio di Costanza, voluto dall’imperatore Sigismondo, fu però dichiarato antipapa, processato e imprigionato, fin quando papa Martino V si adoperò per la sua liberazione pagata da Giovanni di Bicci dei Medici con la somma di 30.000 fiorini. Fu reintegrato nella chiesa come Vescovo di Frascati. Morì a Firenze il 22 dicembre del 1419 e fu sepolto, come da lui richiesto, nel Battistero, dove, per volere della Famiglia Medici, fu costruita la sepoltura, opera di Donatello e Michelozzo, a cui abbiamo fatto cenno. Papa Roncalli nel 1958 prese il nome di Giovanni XXIII, considerando il Cossa un antipapa (sebbene il suo ritratto non sia mai stato cancellato dalla sequenza dei tondi raffiguranti tutti i papi nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura a Roma). La moderna storiografia ne sta riabilitando la figura. Fabio Baldassarri, politico e studioso residente a Piombino, ha prodotto vari studi sull’argomento, tra cui “Baldassarre Cossa papa e antipapa” e un romanzo “Il segreto di Procida”, ed. Kairòs, con prefazione della sottoscritta.