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Finestre di vita

di Maresa Galli

Numero 258 - Marzo 2025

Tutto da leggere “Il Coccodrillo di Palermo”, nuovo romanzo del regista e scrittore Roberto Andò


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Nato a Palermo nel ‘59, Roberto Andò è scrittore e regista di teatro di prosa, lirica e cinema. Esordisce nel lungometraggio con “Il manoscritto del principe”,



dedicato agli ultimi anni di vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Assistente alla regia di Francesco Rosi e Federico Fellini, Michael Cimino e Francis Ford Coppola, ha ricevuto numerosi premi. Tra i suoi film più famosi “Sotto falso nome”, con Daniel Auteuil, “Le confessioni” con Toni Servillo e Pierfrancesco Favino, “Una storia senza nome”, con Micaela Ramazzotti e Laura Morante. Dal suo romanzo “Il trono vuoto”, vincitore del Premio Campiello Opera Prima 2012, ha tratto il film “Viva la libertà” con Toni Servillo e Valerio Mastrandrea. Tra le sue opere di successo “Diario senza date o della delazione”, “Viaggio segreto”, “Sotto falso nome”. Ultima sua fatica letteraria “Il coccodrillo di Palermo”, (La nave di Teseo), un romanzo sulla memoria e sui misteri di una città labirintica e fascinosa come Palermo. Nella presentazione alla Feltrinelli di Napoli Viola Ardone e Silvio Perrella ne hanno rivelato il senso profondo, il mistero che avvolge la storia, giallo psicologico e sociale che ricorda Sciascia. Il protagonista della storia, Rodolfo Anzo, è un regista di documentari che abita a Roma. Da più di dieci anni non torna nella sua città natìa, Palermo, con cui ha un rapporto conflittuale, tanto che sarebbe felice di non farvi più ritorno. Improvvisamente, però, è costretto a cambiare i suoi piani: la vicina di casa dei genitori, ormai defunti, lo avverte che qualcuno si è introdotto nella loro abitazione, dileguandosi senza trafugare alcun oggetto di valore. Sembrerebbe un furto andato a vuoto, ma in casa Rodolfo si imbatte in sei bobine di intercettazioni telefoniche che il padre poliziotto aveva illegalmente conservato, insieme a un messaggio in cui si chiede di restituirle alle persone intercettate. “Queste bobine – per Viola Ardone – sono finestre sulla vita di Palermo, un viaggio à rebours in una città notturna,

onirica nella quale perdersi”. L’uomo decide di mettersi alla ricerca dei misteriosi intercettati. Sente forte l’assenza dei genitori, il peso del passato che è insieme senso di colpa e nostalgia per aver abbandonato la sua città. Palermo, città-mondo, è un’ambientazione prepotente nella quale i protagonisti viaggiano nella stessa narrazione della città, un labirinto nel quale perdersi. La città è analizzata dal punto di vista mitico, realistico, antropologico. Tra incontri fantasmatici e reali Rodolfo aspetta. Il vero tema, per Perrella, è il tempo sotto forma di attesa. Ogni capitolo ha una citazione in esergo di Thomas Bernhard, di cui Andò mise in scena l’opera testamento “Piazza degli eroi”. Per Andò l’odio dello scrittore austriaco per Vienna sembra lo stesso di Rodolfo per Palermo. Il ritorno non è mai facile. Ulisse, di ritorno ad Itaca, si maschera perché ha bisogno di tempo. “Pensavo di aver chiuso i conti con Palermo, la mia città – rivela Andò che mostra come la letteratura aiuti a ritrovare ciò che si è perso. Una città amata/odiata, chiave di lettura di un libro che deve essere come un cruciverba, con le sue caselle insolute, i suoi misteri che non vanno svelati. Il coccodrillo è una leggenda palermitana, che nasce in un’osteria della Vuccirìa dove è esposto un coccodrillo. Secondo alcuni veniva dal fiume Papireto idealmente collegato al Nilo, secondo altri abitava nella fontana di piazza Garraffello dove si è nutrito anche di bambini. Animale rivelatore del rapporto che i palermitani hanno con la finzione e con la verità, simbolizza il modo in cui la città divora se stessa. Tutta l’ambivalenza di una città surreale, la ricerca della giustizia e della redenzione, le ombre e le luci, conducono alla ricerca di se stessi, delle proprie radici con le quali bisogna sempre fare i conti.



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