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Filosofia e contemporaneità

di Lucia de Cristofaro

Numero 193 - Novembre 2018

“Guardare con uno sguardo filosofico il mondo, può indirizzarci verso un orizzonte di senso perduto” – afferma il nostro editorialista Alfredo Salucci


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Molti leggono l’editoriale di medicina del dott. Alfredo Salucci, così come leggono i suoi interventi all’interno delle pagine culturali e probabilmente si chiedono, come mai un medico è così legato alla filosofia e a quel pensiero esclusivo da cui trarre insegnamento, quel comprendere il verso delle cose, che ci aiuta ad agire ed imprimere nell’azione l’essenza del costruire, nel giusto senso? Ebbene per rispondere a questo quesito dobbiamo riferirci ai tanti temi affrontati dalla bioetica: ingegneria genetica, eutanasia, sperimentazione sulle cellule staminali embrionali, testamento biologico, aborto, accanimento terapeutico. Temi che non investono solo il medico da un punto di vista meramente tecnico-professionale, ma anche da un punto di vista morale e dunque filosofico. In un mondo medico che suddivide le specializzazione in tante branchie, fino al millesimale organo umano, è importante iniziare a guardare il paziente nella sua interezza fisica e psicologica. -taglio- Ecco cosa ha portato negli anni il nostro medico, editorialista e giornalista, Alfredo Salucci ad approfondire sempre più la filosofia, sino a conseguire una seconda laurea lo scorso 18 settembre, proprio in Filosofia, con la votazione di 110 e lode, presso l’Università di Salerno, con una tesi in Filosofia Morale dal titolo: L’idea di amicizia in d’Argens (relatore prof. Vincenzo Cocco e correlatore prof. Gian Paolo Cammarota), che ha indagato sull’idea di amicizia del marchese d’Argens, sviluppata nella sua opera Riflessioni diverse e critiche sull’amicizia, partendo dall’analisi dell’idea di amicizia di Platone, Aristotele, Epicuro, Cicerone, Seneca e Luciano. Negli anni abbiamo conosciuto Alfredo Salucci, come giornalista, medico, scrittore, sua l’opera letteraria “La situazione, ovvero lo strano caso del signore col cappello”, con il quale ha vinto numerosi premi letterari, e la commedia “Un marito per la figlia”; passione quella della scrittura che continua, infatti prossimamente sarà data alle stampe, con uscita per Natale, una nuova pubblicazione, “Racconti di Fantasia Partenopea” ( Albatros edizioni). Ora è arrivato il momento di conoscere meglio il Salucci filosofo.

Le persona sembrano oggi aver riscoperto la filosofia. Quale il tuo punto di vista?

“Dopo un periodo di smarrimento si è tornati a cercare l’uomo e quando diciamo uomo ci riferiamo in modo particolare a noi stessi. A parte quest’aspetto antropologico c’è il tentativo di dare una risposta alle tante domande che ci poniamo nel corso della nostra esistenza. È bene però ricordare che la filosofia pone soprattutto domande, a cui tenta di dare una risposta.”

Medicina e filosofia, un connubio che ci arriva dal -taglio2- passato...

“È vero. Il medico antico era anche un filosofo, basti pensare a Galeno, ad Avicenna, ad Averroè, lo stesso Aristotele fece studi di biologia e anatomia. Locke, filosofo inglese del XVII secolo è stato un medico valente, più recentemente annoveriamo tra i filosofi medici Théodule-Armand Ribot, Jean-Martin Charcot, Sigmund Freud, Karl Theodor Jaspers morto nel 1969.”

E oggi, cosa spinge un medico a studiare la filosofia?

“Uno dei motivi è certamente il recupero del rapporto con il paziente dal punto di vista umano; oggi svilito, per tanti motivi. Ma ce ne sono tanti altri strettamente connessi alla professione medica. Basti pensare alla bioetica che indaga su problemi di ordine etico e morale che il medico affronta ogni giorno come: l’eutanasia, l’aborto, l’accanimento terapeutico, l’ingegneria genetica, la sperimentazione sulle cellule staminali embrionali, il testamento biologico, che con l’avanzare della scienza medica saranno sempre di più.”

Già da tempo ti dedicavi allo studio della filosofia da autodidatta, perché una Laurea?

“Certo una disciplina si può apprendere anche senza maestri ed esami, ma è molto più difficile che si ottengano risultati, e si corre anche il rischio di pervenire a conclusioni sbagliante per la mancanza di un confronto con esperti della disciplina. Poi, ho raccomandato ai miei lettori tante volte dalle pagine di questo giornale di tenere allenata la mente in tutti i modi, anche tornando all’università per conseguire una laurea o una seconda laurea. Avendo fatto queste raccomandazioni, non potevo proprio io sottrarmi a quest’esortazione. Così ho fatto una bella esperienza.”





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