Reduce da una stagione ricca di record e soddisfazioni, la sciatrice azzurra racconta ai lettori di Albatros cosa fa quando non indossa scarponi e sci sulle piste di tutto il mondo
Lei è una figlia d’arte, ma come la storia ci insegna spesso i “figli di” devono impegnarsi il triplo, poiché sempre analizzati sotto una lente d’ingrandimento pronta a cogliere qualche sbavatura. -taglio- Nel caso di questa atleta, però, è bastato poco per capire quanto l’impegno e la dedizione siano parole d’ordine nella sua vita. Infatti, non a caso, Federica Brignone è la sciatrice italiana più vincente in Coppa del Mondo con ben 26 vittorie, oltre a detenere il maggior numero di podi con 67 piazzamenti. L’ultimo capolavoro l’ha fatta trionfare nel gigante di Are grazie ad una gara che è stata definita perfetta, nonostante l’inizio complicato la Brignone è stata fenomenale e ha saputo rimontare, vincendo con oltre tre decimi sulla favorita. Inoltre, è questa la prima volta che una sciatrice italiana vinca in gigante ad Are, ma è anche la prima volta per la valdostana nella località svedese, visto che in precedenza Federica vantava quattro podi su queste nevi. Figlia di Maria Rosa Quario, ex sciatrice di alto livello, e di Daniele Brignone, maestro di sci, Federica Brignone è diventata la bandiera di questa disciplina insieme alla sua collega Sofia Goggia. Specialista nello slalom gigante, Federica durante la sua carriera ha avuto modo di perfezionarsi molto anche nelle specialità veloci, ottenendo ottimi risultati in discesa libera, in supergigante e in combinata. Noi di Albatros Magazine l’abbiamo incontrata durante questo breve periodo di riposo dopo le grandi vittorie ottenute in questa prima parte di stagione. La prima domanda è d’obbligo: che effetto ti fa essere la sciatrice più vincente di sempre in Coppa del Mondo? “Mi gasa troppo! – ride ndr. Sarei falsa dicendo che non ho goduto nel raggiungere questo risultato, anche perché è frutto di un lavoro di anni, di una vita quasi completamente dedicata a questo sport e non tutti sono in grado di ‘dare’ così tanto ad una disciplina.” Non senti il peso di questo riconoscimento così importante? “Sì, ma non lo percepisco in maniera negativa. Cioè dico a me stessa ‘sei stata brava, hai lavorato bene e per questo sei lì’. Allo stesso tempo, però, non è che adesso è tutta una Pasqua! Ci sono tante sciatrici che come me si impegnano, sono fortissime e vogliono raggiungere risultati importanti, quindi io continuo a lavorare sodo ma con un pizzico di felicità in più.” Sei un’atleta che da anni riesce a mantenere uno standard alto di performance e risultati, qual è il segreto per riuscire ad essere così costanti? "Il segreto è annodare le varie annate per non ripartire mai da zero, imparando dagli errori e da quanto fatto di buono. Per migliorare le cose meno positive. È spesso una questione di motivazioni. Se pensi di avere ancora qualcosa da dare e riesci a lottare per vincere, è tutto più semplice. -taglio2-Poi, ovviamente, c’è l’allenamento: quello non può assolutamente mancare specialmente quando si cresce e quindi escono i primi acciacchi! – ride ndr. In generale, però, amo talmente tanto quello che faccio che alla fine non mi pesa; spesso le persone mi chiedono ‘come fai ad essere sempre così mentalizzata?’ e la risposta è semplice: quando sono sugli sci sono una persona felice!” Cosa fa una sciatrice professionista quando finisce l’inverno? “Continuo ad allenarmi, c’è tutta una parte fisica che si fa senza gli sci e comprende anche altri sport che possono aiutare la mia preparazione atletica. Lo sci è adattamento, per questo lavorare attraverso altri sport può essere molto utile.” C’è uno sport alternativo che preferisce? "Sì, da qualche anno mi diverto con il surf, ma non è uno sport che faccio in maniera funzionale alla preparazione, mi piace e basta! Anzi, è un modo per staccare dagli allenamenti, nonostante sia simile allo sci per alcuni aspetti. Può essere utile per l’equilibrio, ma in quei dieci giorni all’anno in cui di solito mi dedico al surf cerco di divertirmi e basta, senza pensare ad altro. È l’unico momento dell’anno in cui non ho un programma atletico specifico.” Sei molto attiva anche dal punto di vista sociale, nello specifico ambientale, raccontaci di cosa si tratta… “L’impegno per la sostenibilità ambientale e tutto ciò che la riguarda nasce dall’educazione ricevuta dai miei genitori. A casa abbiamo fatto sempre molta attenzione al cibo e allo stile di vita, evitando gli sprechi alimentari ed energetici. Dal 2017, con Daniele e Giulia Mancini abbiamo iniziato il progetto ‘Traiettorie liquide’, per sensibilizzare su tematiche relative all’ambiente. Poi sono diventata ambassador Wwf e di recente ha appoggiato un progetto particolare a sostegno delle tigri, animali in via d’estinzione. La tigre sprigiona energia e da un po’ di tempo è il mio soprannome, descrive il modo di fare che ho per uscire dai momenti difficili. Agli ultimi Mondiali ho anche usato un casco personalizzato! In questi anni sto cercando di organizzare eventi di sensibilizzazione specialmente con i ragazzi, che spesso non hanno ben chiaro quanto sia importante rispettare l’ambiente.” Hai qualche progetto futuro che speri di realizzare? “Ne ho più di uno! So bene che la carriera di una sciatrice non dura in eterno, anche se per fortuna questo sport è abbastanza duraturo. In ogni caso, quando deciderò di smettere di gareggiare è abbastanza scontato che io abbia voglia di restare sulle piste, stavolta come maestra di sci. Vorrei aprire una vera e propria accademia, poiché spesso lo sci viene visto come uno sport ‘costoso’; per questo voglio dare la possibilità a tanti giovani atleti di provare a far diventare realtà il proprio sogno.”