logo-editoriali

Favorevoli o contrari?

di Adriano Fiore

Numero 252 - Luglio-Agosto 2024

Che cosa sta succedendo? Chi stiamo diventando? Se l'altro ieri nostro nonno, sempre fuori al bar di cui sopra, avesse detto un giorno che Berlinguer era un grande, ed il giorno dopo che l'unica salvezza era l'MSI, sarebbe stato deriso e mandato al diavolo (o peggio...)


albatros-favorevoli-o-contrari

Probabilmente non c'è mai stato un periodo storico più caotico e confusionario di quello che stiamo vivendo, soprattutto in riferimento all'opinione pubblica globale ed alle risposte di questa ai temi che caratterizzano il quotidiano. -taglio- Se ieri infatti le notizie di politica, diplomazia e guerra si apprendevano grazie ai giornali, alla radio e alla TV, con il commento personale alle stesse che quasi sempre non varcava la soglia di casa o, al massimo, arrivava alle sedie del bar, oggi ci troviamo di fronte ad una vera e propria Babele. Oltre ai citati mezzi di comunicazione, il quarto potere è dominato da Internet e dalle sue degenerazioni (i social), che ogni secondo mescolano notizie e commenti senza un apparente senso né freno: accadimenti frivoli e pareri illustri, gossip da parrucchiera e temi caldi internazionali. Tutto finisce in un calderone di like, follow, reaction, stream, DM, repost e mescolamenti vari che non fanno che complicare ancor di più le cose. Basterebbe probabilmente una ricerca di pochi minuti per trovare profili in cui, nel corso degli ultimi mesi, si è riusciti a: esprimere vicinanza agli ucraini condannando Putin, ma anche lamentarsi degli aumenti del prezzo dell'energia rimpiangendo il gas russo; celebrare la Shoah e ribadire la difesa dei diritti degli ebrei, ma anche addolorarsi per le vittime palestinesi e per le stragi israeliane; osannare il film della Cortellesi in difesa delle donne e dei loro diritti, ma anche non aver nulla da obiettare ai pro life nei consultori. Di elenchi del genere, basati su contraddizioni così palesi che in un mondo normale dovrebbero creare vergogna o quantomeno incertezza sulle posizioni prese, se ne potrebbero trovare tanti con poche ed anche superficiali verifiche su feed e pagine. Che cosa sta succedendo? Chi stiamo diventando? Se l'altro ieri nostro nonno, sempre fuori al bar di cui sopra, avesse detto un giorno che Berlinguer era un grande, ed il giorno dopo che l'unica salvezza era l'MSI, sarebbe stato deriso e mandato al diavolo (o peggio...). -taglio2- Oggi invece non solo è tutto normale, ma la cosa assurda è che nessuno si accorge di nulla. Non c'è derisione, non c'è critica, nessuno manda più queste inconsapevoli banderuole di nuova generazione a quel paese, così come nessuno trova necessario dagli una svegliata e fargli presente che molte cose non tornano e non possono coesistere. Non si può essere pro e contro tutto, nella vita bisogna prendere una posizione. Poi magari la si può cambiare, ripensarci, sviluppare altre idee, ma sempre tutto consciamente, del tipo: "Prima pensavo che gli ebrei fossero un piccolo popolo indifeso, oggi con quello che stanno facendo in Palestina sento il bisogno di rivedere alcune delle mie convinzioni...": un discorso del genere avrebbe tutto il senso del mondo, ma quanti sono a farlo? Lo stesso vale per un'enormità di altri temi, dagli animali ai diritti di genere, dalle cause ecologiste ai vegani. Siamo diventati la quintessenza dello Zelig di Woody Allen, ci immedesimiamo perfettamente nella situazione che ogni giorno ci troviamo di fronte, e ciò non ci mette a disagio neanche un po'. Anzi, ne andiamo proprio fieri, perché così ci sentiamo al passo coi tempi, con le opinioni in voga, con il pensiero dominante che abbiamo tutti in quanto popolazione mondiale, perfettamente capace di annullare l'individuo come ben spiegava Ortega y Gasset. Possiamo sperare in un futuro meno "ambiguo"? Assolutamente no, sarà sempre peggio e quasi più nessuno si accorgerà di nulla. Le opinioni saranno scritte sulla sabbia e basterà "vendere" bene la propria causa così che tutti possano sposarla e ripostarla, salvo poi dire l’esatto contrario un minuto dopo, sbandierando un concetto di “democrazia e libertà di parola” che per molti si traduce solo in FOMO (la paura di perdersi qualcosa), con il conseguente bisogno di “dire la mia sempre” e senza dare alcun peso a quanto detto o fatto ieri. Memento.





Booking.com

Booking.com