Grande successo per teatro alla deriva, una realtà che offre spettacolo in tutte le sue forme
Si è chiusa con successo l’ottava edizione di Teatro alla Deriva, realtà unica in Italia, con gli attori che recitano su una zattera sul laghetto all’interno delle Terme Stufe di Nerone a Bacoli. La manifestazione è stata ideata da Ernesto Colutta e Giovanni Meola, direttore artistico della rassegna che, come di consueto, ha come leitmotiv la qualità delle proposte e la bravura degli attori e dei registi in cartellone. Drammaturgo, sceneggiatore e regista, teatrale e cinematografico, ideatore e direttore artistico di progetti, rassegne e antologie di letture drammatizzate, fondatore e direttore della compagnia indipendente Virus Teatrali con la quale produce spettacoli, Meola è vulcanico sperimentatore e artista. Di recente, ha emozionato a teatro il suo lavoro, quasi tutto in versi, “Il Bambino con la Bicicletta Rossa”, da un’intuizione di e con Antimo Casertano, che racconta il caso Lavorini, il primo rapimento con uccisione di un minore avvenuto in Italia. -taglio- Di recente, è stato insignito dall’IAB, Institute of the Arts Barcelona, Università internazionale dello spettacolo, della “Honorary Fellowship”, una sorta di laurea Honoris Causa conferita chi contribuisce alla crescita delle Arti Performative. “Teatro alla Deriva – spiega Meola - è un piccolo miracolo di resistenza e presenza su un territorio povero di offerte teatrali nei lunghi mesi estivi, un piccolo miracolo di cui sono onorato di firmare ancora una volta la direzione artistica per un cartellone che, quest’anno, presenta quattro spettacoli eccezionalmente pertinenti allo spazio scenico (unico e particolarissimo) che li ospita. La nostra zattera galleggiante non poteva essere palcoscenico migliore per un lavoro ambientato in un non-luogo, sorta di isola”. In cartellone “Chiromantica Ode Telefonica agli Abbandonati Amori”, spettacolo diretto e interpretato da Roberto Solofria e Sergio Del Prete, con testi di Patroni Griffi, Ruccello, Moscato e Silvestri. A seguire, drammaturgia ispirata a un poemetto in versi, bestseller digitale, quella de “Il Viaggio di Nabil”, piccola Odissea contemporanea su un barcone clandestino, da Daniele Virgillito, per la riduzione di Fabio Pisano, la regia -taglio2- di Stefano Amatucci, con Ivan Boragine, Rosario D’Angelo, Francesco Manisi, Ginaluca Pugliese. Per la prima volta Meola ha inserito un suo spettacolo nella rassegna, “Tre. Le Sorelle Prozorov”, un Cechov rivisitato, con una riscrittura drammaturgica collettiva priva di oggetti e di scenografia, con tre talentuose attrici in scena a interpretare i tanti personaggi: Roberta Astuti, Sara Missaglia, Chiara Vitiello. Le attrici offrono una grande prova, ad un tempo introspettiva e fortemente fisica, mostrando tutta la modernità dell’Autore che indaga, tra luci ed ombre, la fragilità della psiche umana, una polifonia di emozioni sospese e destinate a naufragare. Ultimo spettacolo in scena, “L’Ammore nun è Ammore”, 30 sonetti di Shakespeare, in lingua napoletana, “traditi e tradotti” da Dario Jacobelli, poeta scomparso prematuramente, spettacolo di e con Lino Musella e con Marco Vidino, cordofoni e percussioni. La zattera è perfetta metafora di tempi duri, di im-possibili galleggiamenti e sopravvivenze, di lotta per l’accoglienza e la civiltà di contro la barbarie e il rifiuto – in una terra fertile di umori dove il teatro si fa poesia e unica certezza di approdo.