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ENRICO RUGGERI

Il racconto dell’anima

di Teresa Pugliese

Numero 198 - Aprile 2019

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Il poliedrico artista si racconta in questa intervista partendo dal suo ultimo lavoro discografico, che lo vedrà girare tutta l’Italia


Anticonformista, diretto e sincero. Questa è l’anima di Enrico Ruggeri: l’artista milanese che da più di quaranta anni canta e racconta la musica italiana come pochi altri sanno fare. Il suo nuovo album si chiama “Alma”, e racchiude un lavoro intenso ed importante, che riesce a produrre qualcosa di nuovo e particolare. Un progetto studiato ed elaborato in questi anni di grandi sperimentazioni e innovazioni; la voglia di dare al pubblico qualcosa di più, ma soprattutto di raccontare storie, quelle che Enrico narra magistralmente in ogni suo pezzo, scritto per sé e per gli altri. Dal 4 aprile è partito il suo tour, che lo vedrà esibirsi in tutta Italia per presentare dal vivo il suo ultimo lavoro discografico. Il tour sarà composto da due tipi di esibizioni che sottolineano la duplice anima del cantautore, resa già celebre dal suo disco del 1990 “Il falco e il gabbiano”: il falco è l’animale aggressivo mentre il gabbiano è quello poetico per eccellenza. In questa serie di concerti, infatti, Enrico asseconda la sua vocazione cantautorale che si alterna alla verve elettronica.

La musica del tuo nuovo singolo è stata scritta da tuo figlio Pico e si intitola “Come lacrime nella pioggia”. Com’è stato lavorare con lui?

“In realtà non saprei risponderti perché sostanzialmente non abbiamo mai lavorato insieme, lui ha già fatto 3 dischi per conto suo, lavori che a me sono piaciuti tanto, tra l’altro. Adesso non ha più voglia di piegarsi a nulla, è un po' anarchico come me, e un giorno mi ha fatto ascoltare questa musica con la chitarra, a me è piaciuta tanto e abbiamo deciso di registrala. Non c’era però un testo, solo le prime righe, che mi hanno molto stimolato, e da lì è nata questa canzone. Non abbiamo lavorato insieme fondamentalmente, ci siamo divertiti in due, diciamo così.”

La copertina dell’album è stata disegnata da Dario Ballantini, famoso comico e imitatore, ma soprattutto stimato pittore. È stato come vestire da sera una donna già bella di suo?

“Questo è il mio trentacinquesimo album, mi trovavo per la trentacinquesima volta davanti al problema della copertina: dilemma che diventa sempre più complicato perché non devi ripeterti, devi fare delle cose particolari. Così mi è venuto in mente di chiedere un ritratto a Dario, che è un mio grande amico, una mia immagine, ed è uscito fuori veramente un bel quadro.”

Hai dichiarato che “Alma”, il tuo nuovo album, è uno dei progetti più importanti della tua vita. Dopo tanti anni di carriera e successi questa è un’affermazione forte...

“È il più importante, intanto perché sono passati tre anni dal disco precedente, da solista, e non mi era mai capitato che passasse tanto tempo tra un lavoro e l’altro. Poi c’è stata l’esperienza con i Decibel, il tour, Sanremo. In tutto questo tempo ho capito che questo album doveva essere una cosa completamente nuova, e questo è stato stimolate per la band e per me. In studio abbiamo lavorato tanto, e soprattutto sperimentato.”-taglio-

In un brano del tuo album duetti con Ermal Meta, ed affronti un tema molto delicato: il lavoro e lo sfruttamento minorile...

“Abbiamo raccontato la vita di questo bambino, una storia incredibile che sembra sia successa secoli fa ed invece è una storia di oggi, che mi ha ispirato a scrivere questa canzone. Poi ho pensato che sarebbe stato bello cantarla con Ermal che è uno dei rari cantanti che sento vicino, perché in questo ambiente ho veramente pochi amici. È una persona che ha un vissuto molto simile al mio perché è partito anche lui da una band, ha una grande capacità di scrittura, suona, e con lui rivivo un po' l’Enrico di vent’anni fa. Abbiamo tante analogie e andiamo molto d’accordo, questa volta fare un pezzo con lui ha suggellato questa amicizia tra noi.”

Hai detto che hai pochi amici in questo mondo, oggi invece nello scenario della musica italiana in molti che si definiscono più che colleghi lavorano insieme e soprattutto organizzano lunghi ed importanti tour, vedi Pausini-Antonacci, Tozzi-Raf. C’è un artista con il quale vorresti provare un’esperienza del genere?

“La maggior parte di questi percorsi sono studiati a tavolino, l’uno che piace alle ragazze, l’altro alle mamme, allora facciamo l’Arena insieme così poi io vengo ospite da te al Forum, proponiamo il singolo per le radio e così via. Non sono, secondo me, delle cose prettamente artistiche queste. Al momento mi verrebbero in mente tutti e nessuno con cui lavorare.”

Un altro brano molto particolare, inserito in “Alma” è Supereroi, dove racconti di questi miti dei cartoon un po' più cattivi di quello che sono. Tu in quale di questi ti rivedi di più?

“Io vengo da anni nei quali i cantanti muovevano il mondo. La guerra in Vietnam è stata fermata da Jonh Lennon, i cantanti erano più ascoltati dei capi di stato. Sono stati i miei punti di riferimento nei miei anni di formazione, i miei supereroi erano Pierpaolo Pasolini, Ennio Flaiano, Indro Montanelli. Oggi i supereroi sono i youtubers oppure chi sa impiattare un risotto agli asparagi.”

Sei cantante, attore, presentatore. Un artista poliedrico, ma qual è la tua vera anima, quella in cui ti riconosci di più e grazie alla quale ti diverti?

“Io mi diverto sempre, faccio solo cose che mi divertono. In realtà sono la faccia di una stessa medaglia, a me piace raccontare le storie agli altri. Questa cosa mi fa stare bene, mi fa approfondire, e può avvenire attraverso un racconto o una canzone ma è una cosa che sento mia. Ho condotto molte trasmissioni, ne ho una in radio ora a cui tengo molto, sono tutte cose che si riconducono allo stesso principio: raccontare qualcosa.”

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