Vivere di parole
Attraverso le sua canzoni riesce a trasmettere tutto il suo amore per la musica, proprio come scoprirete in questa intervista esclusiva
Enrico Nigiotti, è un cantautore livornese che abbiamo avuto modo di ammirare sul palco dell’ultimo Festival di Sanremo con il brano “Nonno Hollywood”. C’è, però, chi già conosceva questo artista grazie ad alcune importanti esperienze televisive e cinematografiche, ad esempio compone due brani per il film “La pazza gioia" di Paolo Virzì e nel 2017 partecipa alle selezioni dell’undicesima edizione di X Factor alle quali si presenta con “L’amore è”, brano che entra subito al primo posto nella Viral Italia e al secondo della Global Viral di Spotify e che lo porta fino alla finale del programma conquistando il disco di platino. I testi e la musica di Enrico hanno emozionato anche artisti di calibro internazionale con i quali sono nate diverse collaborazioni. Infatti, nel 2015 Enrico Nigiotti apre le date italiane del “Big Love Tour” dei Simply Red, mentre nel 2018 apre il concerto al Circo Massimo di Roma di Laura Pausini, per cui ha firmato il brano “Le due finestre”, contenuto nel nuovo disco “Fatti sentire”. Nello stesso periodo Nigiotti scrive per Eros Ramazzotti il brano “Ho bisogno di te” e a settembre pubblica il suo nuovo album “Cenerentola”, anticipato dal brano “Complici” in duetto con Gianna Nannini. Insomma, un curriculum niente male per questo giovane cantautore, che ha ancora tanto da dire...
Partiamo dal tuo ultimo successo “Nonno Hollywood”, una canzone scritta per tuo nonno, col quale hai dichiarato di aver avuto un legame incredibile. Qual era, oltre alla famiglia, ciò che vi univa di più?
“Mio non è stato uno dei miei migliori amici e quello che ci ha legato di più è stato il fatto che quando non lavoravo e mi mantenevo ancora di musica, mi ha ‘preso’ e mi ha portato in campagna con lui, mi ha tenuto occupato e ha fatto sì che io riuscissi a guadagnare e quindi a continuare a sperare di avverare il mio sogno di vivere di musica, in un momento in cui era difficile crederlo. Ricordo quando si andava insieme in macchina in campagna e parlavamo di qualsiasi cosa, lui era una persona estremamente giovanile, era un livornese ruspante mi divertiva parecchio stare con lui.”-taglio-
Nella nuova edizione dell’album è presente anche un inedito dedicato alla poetessa Alda Merini...
“Alda Merini è un capolavoro della letteratura italiana e non solo; ho scoperto la sua arte dieci anni fa, iniziai a leggere le sue poesie e a guardare le sue interviste, mentre parlava di quello che le era accaduto sentivo dentro di me un’angoscia crescente, un malessere. Alda Merini è in grado di trasmettermi delle sensazioni forti, proprio per questo mi sono innamorato della sua arte. Inoltre, la cosa paradossale è che quando ascolto le sue parole avverto un grande senso di libertà, che poi è un po’ l’opposto di quello che è stata la sua vita.”
Sei riuscito a mantenere una grande purezza artistica, quanto è stato difficile importi nel mondo musicale conservando la tua personalità?
“Devo dire che non mi sono mai visto appartenere ad una categoria in particolare, qui in Italia c’è questa idea che se fai qualcosa, sei quella cosa. Ad esempio, io ho partecipato ai talent perché sono il mezzo che permette di far arrivare la tua musica a più persone, e visto che ho sempre desiderato vivere di musica mi è sembrata la scelta più sensata e logica. Si tratta di una vetrina, e non trovo differenze tra chi esce dal talent, da Sanremo o da Youtube, oggi come oggi non esistendo più la dimensione del pub dove andavi a suonare, è cambiata anche la gavetta. C’è da dire, però, che non è così semplice accedere ai talent, è comunque un percorso lungo e difficile sia a livello professionale che emotivo. Io sono contento e non rinnego nulla, perché entrambe le mie esperienze televisive mi hanno permesso di crescere, imparare e far conoscere la mia musica ad una fetta di persone enorme.”
Sei la voce di una generazione, secondo te in che modo potrebbero migliorare i giovani d’oggi?
“Non voglio passare per il guru della situazione, ma credo fortemente che bisogna mantenere sempre la stessa passione, la stessa intensità e la stessa voglia di quando hai iniziato a fare un lavoro, che possa essere il musicista, il sarto oppure il salumiere. Anche quando riesci a raggiungere degli obiettivi soddisfacenti, non devi cadere in errore considerandoli un punto di arrivo, anzi è necessario vedere gli obiettivi raggiunti come una spinta in più per migliorarsi.”
Hai dichiarato che non escludi la possibilità di andare all’estero, quale sarebbe una tua meta ideale?
“In realtà stavo per trasferirmi prima di riuscire a farmi conoscere dal pubblico; pensai di andare alle Canarie e vedere come sarebbe andata. Non nego, che se un domani dovesse venirmi la voglia di fare tutt’altro lavoro, sarei disposto anche a cambiare nazione. Nella mia vita la priorità è essere felice, ora lo sono perché faccio quello che ho desiderato tanto, nel caso la felicità dovesse essere altrove, all’estero, mi trasferirei tranquillamente.”
Scrivi brani anche per altri autori, come fai a decidere quando un pezzo è tuo oppure no?
“Non riesco a capirlo, alla fine sono sempre molto legato alle mie canzoni perché comunque nascono dalla mia esigenza di esprimermi. Ci sono delle volte, però, quando canti un brano appena scritto, in cui capita di immaginare già il tutto con la voce di un altro artista. Tutto è cominciato perché non sapevo ancora se avessi potuto fare questo mestiere in prima persona oppure se avessi scritto solo testi, quest’ultima è comunque una cosa che mi piace e che continuerò a fare.”
Ad Aprile partirai per il tour, cosa vuoi trasmettere al tuo pubblico?
“Sono molto entusiasta di partire per questo tour nei teatri, è una dimensione che ti permette di sentire il pubblico in maniera diversa, inoltre ci sono già dei sold out... sono molto contento. È questo l’habitat giusto per il mio disco.”
“Devo dire che non mi sono mai visto appartenere ad una categoria in particolare”