Roma eterna
Uno degli attori italiani più amati dal pubblico riporta in scena uno spettacolo teatrale cult del grande Maestro Gigi Proietti: “I 7 re di Roma” vi aspettano in scena
Enrico Brignano, attore e regista di grande talento, ritorna sul palcoscenico per rendere un sentito omaggio al suo maestro Gigi Proietti, riportando in scena “I 7 Re di Roma”, uno spettacolo che ha segnato un’epoca nel panorama teatrale italiano. -taglio- Dopo 35 anni dalla sua prima rappresentazione, questa leggenda musicale torna in scena con una tournée che toccherà le principali città italiane. La produzione di Vivo Concerti & Enry B. rispetta il lavoro iniziale di Gigi Magni per quanto riguarda la drammaturgia e di Nicola Piovani per le musiche, ma introduce anche preziosi adattamenti curati da Manuela D’Angelo. L’obiettivo è mantenere l’equilibrio tra tradizione e contemporaneità, proponendo uno spettacolo al passo coi tempi odierni senza mai tradire l’essenza originaria del testo. La storia dei sette re fondatori di Roma rivive, quindi, attraverso un rocambolesco alternarsi di travestimenti e situazioni che vedono protagoniste le gesta, più o meno note, di Romolo, Numa Pompilio, Tullio Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo. Enrico Brignano, con la sua consolidata bravura e versatilità, interpreta diversi ruoli, offrendo una performance che promette di essere ricca di pathos, humor e fascino. Tantissimi saranno gli ospiti previsti: salirà sul palco Michele Gammino nel ruolo di Giano, una figura a metà tra divinità e narratore, che fu interpretata magistralmente da Gianni Bonagura nella versione originale. Questo ruolo di narratore spiega e collega gli avvenimenti, facendo da filo conduttore e contribuendo a rendere chiara la trama al pubblico, giovane e meno giovane. La scelta del Teatro Sistina come luogo di debutto, previsto per l’8 ottobre 2024, appare più che appropriata, poiché questo teatro rappresenta non solo una location storica nella capitale, ma anche un simbolo di continuità e rinnovamento del teatro musicale italiano. Il cast, oltre ad Enrico Brignano e Michele Gammino, è composto da attori e attrici di talento come Pasquale Bertucci, Giovanna D’Angi, Ludovica Di Donato, Michele Marra, Simone Mori, Ilaria Nestovito, Andrea Perrozzi, Andrea Pirolli, Emanuela Rei ed Elisabetta Tulli. La qualità artistica è ulteriormente garantita dalle scenografie di Mauro Calzavara, dai costumi di Paolo Marcati, dalle luci disegnate da Marco Lucarelli e dalle coreografie firmate da Thomas Signorelli, con Pierluigi Iorio come regista assistente. Noi abbiamo incontrato Brignano alla prima dello spettacolo. Partiamo dalla base: come mai ha deciso di riportare in scena questo spettacolo? “Da quando Gigi – Proietti ndr. – non c’è più, spesso mi sono chiesto che cosa avrei potuto fare per onorare la sua carriera e la sua persona nel miglior modo possibile, e così un giorno mi son fatto coraggio ed ho iniziato a pensare concretamente al fatto di rimettere in scena ‘I 7 re di Roma’, spettacolo che io ho amato alla follia e che nonostante il nostro incredibile impegno non potrà mai essere come l’originale. Così dopo aver contattato la produzione e tutto il team coinvolto, ci siamo rimboccati le maniche e siamo riusciti a tirar fuori tutto questo.” Cosa l’ha colpita anni fa di questo spettacolo? “I 7 Re di Roma” è un viaggio attraverso il tempo per riscoprire le radici della nostra cultura e riportare alla luce valori universali come la libertà, la giustizia e il coraggio. Attraverso canti, balli e narrazioni, lo spettacolo ci invita a riflettere sul fatto che, nonostante i secoli che ci separano dagli albori della storia romana, l’essenza dell’umanità e gli ideali che ci guidano restano immutati. Ricordo che io uscì dal teatro estasiato dalla bellezza della mia città, abbiamo bisogno di innamorarci di nuovo di Roma! Lo spettacolo, oggi come allora, spero diventi un ponte tra il passato e il presente, mostrando che il teatro, quando ben fatto, è capace di parlare direttamente al cuore e alla mente di ogni spettatore, indipendentemente dall’età e dallo spessore culturale.”