Sulla strada giusta
Bella ma anche brava l’attrice che sta conquistando Hollywood (dopo aver convinto anni fa Spielberg): per lei ruoli sempre diversi e di spessore, per delle sfide “che non finiscono mai…”
Ha esordito nel mondo dello star system a otto anni, quando Steven Spielberg l'aveva scelta per la miniserie fantascientifica “Taken” dove interpretava la versione giovane della sorella Dakota. Elle Fanning, tra le giovani attrici più promettenti di Hollywood, ha dimostrato più di una volta di avere dalla sua un gran talento per la recitazione tanto che a soli venticinque anni vanta una filmografia da diva consumata.-taglio- Per parecchi anni ha condiviso molti progetti cinematografici con Dakota, fino a quando Elle ha staccato il cordone ombelicale e ha iniziato a camminare da sola: da Il curioso caso di Benjamin Button a “Somewhere” passando per “Maleficent” e “The Neon Demon”, sono solo alcune delle pellicole in cui il carisma di Elle Fanning è emerso in maniera in maniera indiscutibile e cristallino. Elle, hai iniziato a recitare da giovanissima grazie ad un talento indiscutibile: pensi che la tua bellezza ti abbia aiutato? “Come si può rispondere ad una domanda del genere senza sembrare ipocrita o narcisista? È un argomento alquanto provocatorio, anche perché la linea di demarcazione tra il volersi bene in maniera sana e l’essere ossessionati da sé stessi e dalla propria bellezza, invece, è molto sottile. Alla fine penso che la bellezza nasca nel bilanciamento di due aspetti: la stima di sé e l’umiltà. Certo è che non sono sempre facili da conciliare…” In “The Neon Demon”, Jesse, il personaggio che interpreti, è ossessionato dalla bellezza… “Sì, un tormento che la porterà alla sua caduta anche se non era poi così innocente fin dall’inizio: penso che avesse già pianificato tutto. Ho interpretato quel personaggio a sedici anni e sono convinta che in quel film ci sia tutto quello che i teen-ager vogliono trovare. Amo quei progetti cinematografici che, in qualche modo, dicono la verità e rompono le regole.” Nel corso della tua carriera hai avuto la possibilità di dare voce a tante sfumature del mondo femminile: in Mary Shelley di Haifaa Al Mansour hai interpretato il ruolo della protagonista, una giovane donna costretta a sfidare i tanti preconcetti contro l’emancipazione femminile e a proteggere il suo lavoro di scrittrice… “Sentivo un'enorme responsabilità nell’interpretare Mary, è un personaggio davvero sfaccettato. Ero molto nervosa e spaventata, perché nessuno ha mai raccontato prima questa storia, e perché è davvero speciale. Ho pensato che tutti dovessero conoscerla. Sebbene ambientato nel 1800, penso che il suo percorso sia molto moderno e rilevante anche per il mondo di oggi. È la storia di una ragazza che cresce e trova la sua strada, uscendo dall'ombra della sua famiglia. Uno spirito libero e potente; è curiosa e un’attenta osservatrice. Poter interpretare una donna che era così avanti con i tempi su tantissime cose, mi ha davvero colpito.” Ti sei cimentata anche con il fantasy, calandoti nei panni di Aurora nei due capitoli di “Maleficent”… “Aurora incarna la gentilezza e la compassione. Il suo punto di forza più grande è rappresentato dal suo buon cuore e dal suo desiderio di fare del bene, che è una bellissima qualità.” In “Teen Spirit” (2018) hai stupito tutti presentandoti anche in veste di cantante: come ti sei preparata? “È stata un’enorme sfida e un passaggio anche spaventoso visto che ho dovuto provare per tre mesi prima del film. Cantare mi è sempre piaciuto, canto fin da quando ero piccola: così, quando mi è stato proposto quel progetto, ho sfruttato la possibilità. Cantare è una cosa molto vulnerabile. Devi essere autentico davanti alle persone.” Qual è stato il film che ti ha fatto innamorare della settima arte? “Sicuramente ‘Grease’ (musical del 1978 con John Travolta e Olivia Newton-John, ndr). Mi divertivo a calarmi nei panni di Sandy. Consiglio a tutti i più giovani di riscoprire i film che hanno fatto la storia del cinema.” Che rapporto hai con il cinema italiano? “Ho scoperto la vostra filmografia grazie alla famiglia Coppola, grazie alla quale ho imparato anche il vero senso della famiglia per voi italiani. Francis Ford Coppola, con cui ho fatto un film, mi ha fatto vedere e amare “Sciuscià” (film del 1946 di e con Vittorio De Sica, ndr).” Sei stata diretta anche da sua figlia Sofia in due film… “Sì, in “Somewhere” (film che ha ricevuto il Leone d'oro al miglior film a Venezia 67, ndr) e L’inganno (presentato in anteprima e in concorso al Festival di Cannes 2017, ndr). Quest’ultimo per me rimarrà un film indimenticabile perché è stato il primo che ho girato a diciotto anni: ero sola, per la prima volta mia madre non mi accompagnò sul set. E poi, rispetto a “Somewhere”, il rapporto con Sofia si era evoluto, era diventato più maturo.” Nel 2019 hai ricoperto il ruolo di giurata alla 72ª edizione del Festival di Cannes: che esperienza è stata fare la giurata? “Ho imparato molto da quell’esperienza, che comunque è stata strana per me perché non è facile giudicare un film. Io ho cercato semplicemente di portare il punto di vista di una giovane generazione.”