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Eleonora Abbagnato

La vita in Arabesque

di Angelo Luongo

Numero 202 - Settembre 2019

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L’étoile dell’Opéra di Parigi, racconta la sua vita tra l’amore con Federico, i figli e ovviamente la sua più grande compagna di vita: la danza classica


“Un angelo in punta di piedi”, così è stata più volte definita Eleonora Abbagnato, la ballerina siciliana famosa in tutto il mondo per la sua infinita bravura ed il suo incredibile charme. Sono anni che vive un’intensa e appassionata relazione d’amore con la danza, che le ha dato l’opportunità di diventare una delle più grandi étoiles di tutti i tempi. Esordisce in televisione a 11 anni, ballando in diretta in un programma presentato da Pippo Baudo; a 12 anni si trasferisce a Montecarlo, dove studia nella scuola di Marika Bresobrasova, e nello stesso anno vince il DanzaEuropa. A 13 anni è in tournée fra Marsiglia e Parigi con “La bella addormentata” di Roland Petit, nel ruolo di Aurora da bambina. Quindi viene ammessa, dopo un'audizione privata, all'École de Danse dell'Opéra di Parigi come borsista. Da quel momento la sua vita è cambiata, e il 28 marzo 2013 il sogno diventa realtà: Eleonora Abbagnato viene scelta come Étoile. Gli anni successivi sono pieni di successi in tutto il mondo, ed anche nella sua amata Italia, infatti l’abbiamo vista partecipare a numerosi programmi televisivi come “Amici” di Maria De Filippi, al festival di Sanremo, solo per citarne alcuni. Dal maggio 2015 la Abbagnato è inoltre direttrice del corpo di ballo dell'Opera di Roma.

È tempo di ricominciare un nuovo anno accademico, quali novità ci sono in pentola?

“Più che novità, ci sono delle preziose riconferme. Infatti, sarò sempre al Teatro dell’Opera di Parigi e alla Direzione del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Un incarico, quest’ultimo, che mi riempie di orgoglio e che ogni anno mi motiva a fare sempre meglio, so che le persone si aspettano molto da me e devo ammettere che questa cosa non mi mette pressione, anzi mi provoca una scarica di adrenalina.” -taglio- Le capita mai di pensare a quando non danzerà più da professionista?

“Certo, anche perché ormai non sono più una ragazzina… l’età si fa sentire. Quando smetti di ballare è sempre tutto molto complicato, a parte emotivamente ma a livello fisico rischi artrosi e infiammazioni. Per questo motivo faccio riscaldamento tutte le mattine, è come una sorta di medicina, pensa che anche quando ero in attesa non ho rinunciato all’esercizio fisico, quindi non capiterà neanche quando smetterò di danzare! In generale, la cosa non mi spaventa affatto, anche perché da quando sono Direttrice dell’Opera di Roma, mi sono resa conto che è bello anche stare dietro le quinte.”

Le ho chiesto di quando (forse) si ritirerà, ma ricorda la sua prima volta con la danza?

“E come posso dimenticarla; mia madre aveva un negozio d'abbigliamento vicino alla scuola di danza di Marisa Benassai, a Palermo. Nel negozio c'era freddo, così mi lasciava nella sala prove, che era piccola e calda. A tre anni mi sono innamorata delle figure in tutù che trasformavano in movimento le note del pianoforte. Volevo essere una di loro. Anzi, la prima, la migliore. Già volevo essere messa davanti, stare al centro dell'attenzione. E, se non mi accontentavano, mi offendevo. Ne è passato di tempo, ma quell’emozione della prima volta vive ancora dentro di me.”

Dopodiché c’è stata l’Opera di Parigi e la “scalata” che le ha permesso di diventare étoile; in un mondo così competitivo, qual è stato il segreto del suo successo?

“La determinazione. A me non ha regalato niente nessuno, anzi… Fin da quando ero una ballerina qualsiasi a Palermo, ho sempre mostrato di voler essere la migliore, ma non con presunzione piuttosto impegnandomi fino alla sfinimento. Quando le mie amiche finivano le prove, io restavo per almeno altre due ore a provare provare provare. La stessa cosa è successa durante il periodo parigino; mi trovavo in una città sconosciuta, non parlavo la lingua, e avevo solo quattordici anni, inizialmente l’unica cosa che mi teneva compagnia era la danza. Così anche quando io e le mie colleghe non eravamo impegnate in Accademia, restavo comunque in sala prove per ore.”

Quando poi ha raggiunto grandi risultati, si sarà rilassata….

“Niente affatto! Per come sono fatta io, ogni qual volta sono riuscita a raggiungere un grande traguardo poi mi sono impegnata ancora di più per mantenere quel livello. Lo so, sembra assurdo, e soprattutto sembro una tipa bacchettona, ma lo sono solo sul lavoro.”

E nel privato che persona è?

“Con le persone che amo sono molto più tranquilla e rilassata, infatti spesso mi è capitato che chi mi incontrasse fuori da un contesto lavorativo mi dicesse: ‘sei totalmente diversa!’. Anche con i miei figli sono una mamma coccolona, ovviamente ci sono delle regole che vanno rispettate, ma ogni tanto lascio passare.”

A proposito di figli, le piacerebbe se seguissero le sue orme?

“Si e no. Si, perché potrei rivivere tutto daccapo: il primo tutù, le prime punte, i primi saggi e così via. Allo stesso tempo direi di no, perché il mondo della danza è duro e a volte sa essere anche atroce. So quello che si prova, e da madre vorrei sempre che i miei figli fossero felici, non saprei come gestire le delusioni. In ogni caso, però, la scelta deve essere loro, quindi se un domani mi dovessero chiedere di giocare a basket, di certo non glielo impedirei.”

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“Fin da quando ero una ballerina qualsiasi a Palermo, ho sempre mostrato di voler essere la migliore, ma non con presunzione piuttosto impegnandomi fino alla sfinimento.”

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