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Dubbi e certezze

di Adriano Fiore

Numero 255 - Novembre 2024

Vi ricordate il tempo in cui, per sapere qualcosa, non si poteva prendere in mano uno smartphone o accendere un computer e trovare tutte le risposte?


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Per i nati intorno agli anni '80 o prima, la memoria di quei tempi non dovrebbe essere troppo remota, sebbene forse ci pensiamo troppo poco e, soprattutto, -taglio- riflettiamo quasi per niente sul fatto che ci sia oggi una classe operaia, manageriale e politica che non viene da quel mondo e che non ha neanche alcun interesse ad approfondirne la conoscenza. Gli ultimi 40 anni ci hanno regalato un progresso che, se non lo si vuole descrivere come “senza precedenti”, quantomeno ha avuto un impatto devastante nel cambiare le persone, le loro abitudini, i modi di agire, pensare ed informarsi. Ieri per sapere qualcosa, qualsiasi cosa su qualsiasi argomento, bisognava ingegnarsi non poco: accendere la radio o la TV agli orari e sui canali giusti nella speranza di acquisire la notizia che cercavamo, comprare uno o più giornali per vedere se e come ne scrivevano, chiedere in giro e/o partecipare di persona ad eventi e situazioni, così da non doversi per forza affidare al racconto di altri ma avere la possibilità di vivere il momento e farsi quindi una propria opinione. Tali dinamiche valevano per tutto: un nuovo album o un film al cinema, un evento politico o bellico, una notizia di gossip o un posto da visitare. Per conoscere qualsiasi cosa bisognava impegnarsi, volerlo a tal punto da avere un approccio fortemente attivo e propositivo. "Com'è il nuovo Joker?", oggi lo chiedo al telefono e scorro i commenti, leggo i titoli di qualche recensione, vedo spezzoni del trailer, qualche reel di interviste o frasi rubate ai protagonisti, e così ho il mio parere, la mia opinione, e magari il film neanche lo guarderò.-taglio2- Per sapere invece come Jack Nicholson avesse interpretato il più perfido dei nemici di Batman nel 1989 c'era poco da fare: bisognava andare al cinema. È vero, anche all'epoca c'erano i commenti (di chi lo aveva già visto), le interviste (sui rotocalchi), le recensioni (sui giornali), i trailer (in tv), ma queste erano tutte informazioni che si acquisivano con non poco impegno e tempo speso, quindi tanto valeva andare al cinema e farsi una propria idea. E questo ragionamento era lo stesso di un approccio militante alla vita, sociale, politica e lavorativa, che ci portava nelle piazze, nei bar, negli uffici, a parlare e confrontarci, cercando di vivere e capire, di esserci col corpo oppure, se impossibile, con la mente in piena luce, ricercando tutte le fonti a disposizione così da non perderci niente, o almeno provarci. Oggi i giovani parlano di FOMO, la paura di "mancare" qualche appuntamento o avvenimento importante mentre si sta a casa fermi nella propria comfort zone: ecco, prima al posto di questa paura c'era la certezza, la matematica sicurezza che stando sul proprio divano piuttosto che in strada a guardare in faccia al mondo ci saremmo persi tutto, o avremmo capito ben poco di quello succedeva attorno a noi. Il progresso ci ha dato informazioni e nozioni pronte all’uso, ma ci ha tolto la certezza del dubbio, il sentire il bisogno di approfondire per conoscere, e forse solo riscoprendolo potremo finalmente ritrovare quelle vere risposte perdute.





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