È finita la pandemia? Possiamo rilassarci, sperando che il peggio sia passato? La risposta è difficile e anche gli esperti ormai brancolano nel buio
La medicina non è matematica è vero, ma sorprendono le valutazioni degli esperti a volte in piena contraddizione tra loro. Questa pandemia ci ha mostrato quanto la medicina debba ancora fare conquiste. All’inizio molti erano più che ottimisti, compresi i membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, -taglio-poi le cose sono cominciate a cambiare e gli interventi degli specialisti in radio, in televisione e sui giornali sono diventati più cauti, così si è passati dal facile ottimismo iniziale ad un pessimismo a volte apocalittico. Molti esperti hanno dovuto rivedere quanto avevano dichiarato all’inizio della pandemia e in alcuni casi hanno dovuto ritrattare completamente le previsioni fatte. Certo la comunicazione non è stata all’altezza delle aspettative. Questa cosa per molti osservatori è dipesa dalla scarsa conoscenza di ciò che stava accadendo. In realtà, nessun medico aveva esperienza di questo tipo di malattia che ha messo in crisi le strutture sanitarie di tutti i Paesi completamente impreparati a fronteggiare una situazione del genere. Le strutture ospedaliere in poche settimane sono diventate insufficienti per accogliere un numero sempre maggiore di malati, di cui molti bisognosi di terapia intensiva, e abbiamo dovuto soffrire all’inizio della pandemia anche la mancanza di una terapia adeguata. Anche questa difficoltà iniziale nello stabilire una cura efficace è stata una conseguenza della scarsa conoscenza della malattia. Intanto, mentre si cercava di trovare una terapia adeguata i medici in prima linea erano impegnanti ad arginare una situazione che col passare dei giorni diventava quasi disperata. Il numero dei ricoverati cresceva giorno dopo giorno, le richieste di posti in terapia intensiva di moltiplicavano, anche il numero dei morti purtroppo continuava ad aumentare. Sono stati momenti difficili. Un intero Paese tappato in casa a guardare immagini tristi e sconcertanti che nessuno avrebbe mai voluto vedere: una fila di automezzi dell’esercito che trasportavano bare. -taglio2- Ai medici e agli infermieri che hanno vissuto e combattuto questa drammatica esperienza va il nostro plauso e la nostra gratitudine per quanto sono riusciti a fare, anche, a volte, con i mezzi che col passare del tempo diventavano sempre più scarsi. Il numero dei morti tra medici e infermieri, oltre ai sanitari ammalati di Covid-19, dimostra la dura battaglia che hanno dovuto sostenere. Adesso la situazione è nettamente migliorata, ma molti esperti già parlano di una nuova recrudescenza della pandemia in autunno, invitando tutti a continuare a seguire le raccomandazioni emanate dagli organi competenti. Ancora una volta, però, non tutti gli scienziati sono d’accordo. Per alcuni il peggio è passato, il virus è diventato più debole e l’infezione si presenta meno pericolosa, per altri assolutamente no. A chi dare retta? Certo ognuno avrà le sue buone ragioni per sostenere quello che dice, ma la comunicazione continua a lasciare perplessi. Ora le domande che in tanti si pongono sono ancora più numerose di prima. La gente vorrebbe essere tranquillizzata, se possibile, o almeno sapere come dovrebbe regolarsi in futuro. C’è il rischio di una nuova impennata del virus o non c’è? Per quanto tempo si dovrà portare ancora la mascherina? Riapriranno le scuole, e con quali accorgimenti, se necessari? Si potranno usare i trasporti pubblici con sicurezza? Quale sarà l’effetto sulla nostra economia? Quando si potrà tornare ad andare a cinema, in discoteca, a teatro, allo stadio, frequentare persone, con una certa tranquillità? Certo nessuno ha la risposta sicura, ma almeno uno sforzo per evitare di continuare a dare pareri troppo discordanti deve essere necessariamente fatto.