Da momenti di caos, si è giunti ad una soluzione per i trasporti su ruote in un Italia colpita dal Coronavirus, ma restano molte perplessità. Ne parliamo con Pietro Marsico General Manager dell’Azienda di Autotrasporti “Gruppo Zuottolo”
Se prima dell’allarme Coronavirus la preoccupazione dei rappresentanti del comparto dei veicoli industriali per le problematiche di tale settore era alta, ora, con il susseguirsi di Decreti per contrastare la Pandemia del Coronavirus, con conseguenze economiche e psicologiche sempre più gravi, è diventata altissima. -taglio- Nei primi decreti si afferma lo stop a tutti gli spostamenti da e per la zona rossa, si deve aspettare l’ultimo Decreto -legge, per fare chiarezza e dare la possibilità alle merci e agli autisti di viaggiare. Domenica 8 marzo, un’ordinanza della Regione Campania, includendo gli autisti nelle limitazioni di viaggio, con rispetto della quarantena al ritorno da altre parti d’Italia. Il settore piombava, quindi, nel caos. Di tali momenti, parliamo con Pietro Marsico, general Manager dell’Azienda di Autotrasporti “Gruppo Zuottolo” con sede operativa in Campania.
Dr. Marsico quando ha inizio quello che ci sembra di capire sia stato un vero e proprio calvario?
“Mentre i telegiornali, i mass media, i social diffondono notizie allarmanti sull’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus e si susseguivano i Decreti del Governo con limitazioni e misure restrittive della libertà di circolazione, per le aziende di autotrasporto inizia un iter, potremmo dire un calvario, una affannosa ricerca di capire come procedere nel nostro lavoro, senza alcuna linea guida unitaria e precisa da parte del Governo o dalle Associazioni di Categoria: di ciò che si poteva o non si poteva fare, di ciò che era stato compreso o meno nella circolazione delle merci. Cosa significava” circolazione ammessa per esigenze lavorative”...ma stop accesso nelle zone rosse?!? Si pensi che la maggior parte del trasporto collega proprio la filiera della produzione che avviene al nord, in Lombardia-nel Veneto -zone Rosse- con la distribuzione nel resto dell'Italia. Come fare? Come comportarsi . Siamo stati assaliti da dubbi e tantissime incertezze, anche a tutela dei nostri autisti.”
Poi cosa accade…?
“A complicare il tutto un’ordinanza emanata dal governatore della Regione Campania , Onorevole De Luca: “chiunque per motivi personali o di lavoro fosse ritornato dalle regione cd zona rossa, doveva ritirarsi in quarantena preventiva di 14 gg.” A quel punto sono iniziate le telefonate con il Presidente della Provincia di Salerno, Ing Michele Strianese. “Purtroppo queste sono le direttive, occorrono sacrifici ...non si può fare altrimenti...", fu la prima risposta , confermata alle 20,30 di domenica 8 marzo dal segretario del Presidente De Luca. Era una cosa impossibile. Inattuabile. Come si garantiva la circolazione delle merci, con autisti in quarantena preventiva per 14 gg, ad ogni viaggio di ritorno dal nord? Anche una azienda di trasporti con centinaia di dipendenti come la nostra, dopo 4 gg si sarebbe ritrovata senza autisti, pur avendo adottato tutte le norme di cautela e di prevenzione , già dal 22 febbraio... con informative date dal medico di lavoro aziendale e tutte le precauzioni messe in atto. Si riinizia a far presente la cosa, tramite il Presidente della Provincia al Governatore De Luca...ma fino alle 15,00 del pomeriggio di lunedì 9 marzo nessuna chiarificazione. Ci si è dovuti attivare in proprio, lavorare allo sbaraglio, -taglio2-senza orientamento preciso, e fare pressioni sul governatore per far comprendere tale concretezza pratica nel lavoro su gomma.”
Quando si risolve il problema?
“Finalmente, dopo aver chiarito ciò in una altra riunione alla Regione , alle ore 17,00 di lunedi 9 marzo, il Governatore in conferenza stampa chiarisce che gli autotrasportatori possono lavorare con le dovute precauzioni , e sono autorizzati a ritornare dal nord o dal loro lavoro, in ottemperanza al decreto presidenziale che ribadisce la fondamentale importanza di questo lavoro per la vita, e la sopravvivenza, del Paese.”
Quindi tutto risolto?
“Per modo di dire. I tir partono, ma gli altri provvedimenti governativi, che condividiamo come misura di prevenzione alla pandemia, ma che creano ai nostri autotrasportatori, che in silenzio e con grande senso di abnegazione, continuano a mettersi in viaggio, grandi disagi.”
Quali?
“E’ consentito alle merci di viaggiare, ma se i bar e le aree di sosta chiudono alle 18.00. Queste persone restano isolate in autostrada senza poter usufruire di servizi di necessità o di ristoro, come mangiare un pasto a fine giornata. La chiusura delle aree di sosta non permette di espletare i propri bisogni fisiologici e lavarsi bene le mani per mantenere alto il livello di igiene. Se a questo aggiungiamo che alcuni Autogril, anche in orario di apertura vietano agli autisti di usare i servizi igienici e di entrare in Autogril, ci troviamo di fronte davvero a una discriminazione di lavoratori inspiegabile.”
Ciò è molto grave…
“Gravissimo. Gli autogrill sono per la maggior parte chiusi e quelli che servivano pasti fino a quindici giorni fa agli autisti, ora li respingono. Il cartello dice semplicemente “Non si servono pasti agli autisti”, e il discorso è chiuso. Messi alla porta anzi lontano dall’ingresso e senza altra scelta. Non ci si rende conto che se si fermasse il settore autotrasporto, sarebbe la vera catastrofe per tutti i settori economici ad iniziare da quelli sanitari, primi ad avere la necessità delle consegne in tempo. La produzione sta andando avanti, proprio grazie al sacrificio degli autotrasportatori, che nonostante siano chiaramente anche loro preoccupati per loro incolumità e quella delle famiglie, continuano il loro lavoro. Non solo queste persone, cittadini italiani, sono sovraesposti, ma si trovano anche ad essere discriminati. E nessuno tiene conto che l’essenziale servizio che questi lavoratori fanno, è ora più che mai evidente.” Lasciamo il Dr. Marsico, confidando nel buonsenso di chi emana i decreti e gli ordinamenti, ma soprattutto chi da cittadino, da italiano, ricordando gli articoli di una Costituzione che da 73anni garantisce la democrazia e i diritti a tutti i lavoratori.