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Coppia e limiti sociali

di Marco Zorzetto In collaborazione col Dott. Michele Canil*

Numero 218 - Marzo 2021

I consigli del nostro esperto per mantenere viva la socialità nella vita di coppia, uno dei segreti per creare un rapporto duraturo e di successo


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L’amore, soprattutto in una fase iniziale, può confondere portandoci a pensare che l’unico modo per essere felici sia condividere ogni momento della nostra esistente con la persona amata. Ma un rapporto totalizzante, se protratto nel tempo, può innescare dinamiche che portano progressivamente al deterioramento della coppia, come ci spiega il nostro esperto, il Dott. Michele Canil, psicologo a Treviso.-taglio- Che ruolo giocano all'interno di una coppia le relazioni esterne? “Sono fondamentali. Ma dipende sempre da come sono gestite, dalla qualità: la relazione esterna ha un ruolo di equilibrio nella coppia, sia per i singoli individui, sia per la coppia stessa; un ruolo di confronto ma anche di compensazione dei due partner che vivono comunque singolarmente il proprio mondo.” Quanto è importante mantenersi aperti "al mondo" per l'armonia della relazione? “È molto importante per riuscire a collocare se stessi con la coppia, imparare a fare esperienza, confrontarsi, collaudarsi. La coppia che non si confronta con l'esterno tendenzialmente cerca troppa dipendenza interna e con estrema facilità può finire, esaurendo le risorse interne.” Quali possono essere le ragioni che spingono una coppia ad isolarsi dal mondo? “La coppia che si isola dal mondo molto probabilmente ha costrutti di dipendenza troppo intensi. Ciascun partner cerca di assolvere tutti i bisogni dell'altro e la dipendenza è un tipo di relazione che, si sa, non dura nel tempo. È corretto mantenere una giusta quota di dipendenza nella coppia, ma anche una parte di essa su altre persone.” L'isolamento sociale è generalmente imposto da una delle parti, oppure è volontariamente reciproco? “L'isolamento può essere imposto da una delle parti che soffre di eccessiva gelosia, confronto con gli altri con senso di svalutazione, dipendenza dal partner, bassissima stima di sé; quindi isola il partner nel timore che lui possa scappare, sostanzialmente parliamo di paura di abbandono. Talvolta può essere condiviso dove uno dei partner accetta questo vincolo perché anch'egli timoroso dell'abbandono, ma generalmente sono coppie che facilmente implodono e hanno alta conflittualità.” Si può essere felici in una relazione di questo tipo? “No, molto difficilmente le coppie in una situazione che verte sulla dipendenza intrinseca alla coppia sono felici perché la conflittualità è alta e i bisogni non sono distribuiti; quindi tendenzialmente si richiede al partner un ruolo eccessivamente materno.” In questa dinamica, quando si sfocia nel patologico? “Una dinamica di questo tipo facilmente sfocia nel patologico perché uno dei partner soffre di timore di abbandono, quindi come tutti gli eccessi, citiamo Newton,-taglio2- ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria: provoca uno sbilanciamento su altri bisogni del partner e si trova in grande difficoltà perché mai riuscirà a colmare quel vuoto di stima del partner più geloso e timoroso di rompere la coppia.” In un quadro patologico, qual è il ruolo della "necessità di controllo"? “La necessità di controllo è alta. Un partner controlla proprio per evitare apparentemente che l'altro scappi e lo abbandoni; il controllo finisce per soffocare e, almeno nella metà dei casi, spinge effettivamente il partner a cercare altre relazioni, a cercare l'assolvimento dei propri bisogni in altre situazioni più vivibili.” Quali possono essere i segnali d'allarme che possono aiutarci a capire che la relazione sta prendendo una piega sbagliata? “Uno dei segnali d'allarme è assolutamente l'isolamento: quando la persona non ci permette quel minimo di dialogo, di autonomia, di osservazioni e condivisione di opinioni riguardanti altre persone si sta innescando probabilmente una dinamica di questo tipo. Oppure laddove ci sono già aspetti patologici dove uno dei due soffre di timore di abbandono drammatico, di attacchi di panico, di un'esperienza traumatica piuttosto che di un disturbo di personalità.” Una relazione "malata" con questi presupposti, può sfociare anche in situazioni di violenza? “Sì, la coppia può evolvere in situazioni drammatiche e violente perché se uno dei due partner ha tratti narcisistici, quindi un disturbo di personalità patologico, si innesca il senso del possesso, spesso sul maschile ma talvolta anche in ambito femminile; parliamo di violenza corporea ma anche psicologica come vessazioni, controllo, sfiducia, coercizione.” Come prendere le distanze da questa tipologia di rapporto senza "effetti collaterali"? “Ascoltiamo quei pochi contatti che abbiamo, ascoltiamo le nostre sensazioni: se c'è troppa costrizione, se il partner non ci permette mai di vedere qualcuno, se ci vuole assorbire completamente, lì c'è qualcosa che dovrebbe destare la nostra attenzione. E poi comunque consiglio sempre un percorso terapeutico, che può rappresentare spesso l’unica strada per riaprirsi al mondo.”





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