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Contaminazioni “Inside”

di Antonino Ianniello

Numero 255 - Novembre 2024

Il sax dal sound internazionale di Venanzio Venditti: musicista in costante evoluzione e dalla formazione trasversale


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Venanzio Venditti, sassofonista/composer, durante tutta la sua attività (compreso anche il suo periodo di formazione), ha svolto concerti in Italia, Europa, Nord Africa e Stati Uniti d’America e negli States è ritornato ad esibirsi New York City ad ‘Italian Jazz Days 2014’ con il ‘Venanzio Venditti Quartet feat Mike Karn e Jerome Jenning’. -taglio- Tra le sue collaborazioni si registrano quelle con numerosissimi musicisti e in diverse formazioni tra cui: Mike Melillo, Eddy Palermo, Roberto Gatto, Fabrizio Bosso, Andy Gravish, Antonio Ciacca, Dario Deidda, Karl Potter, Mike Karn e Jerome Jenning Rick Margitza, Steve Grossman, Fabrizio Sferra, Nicola Angelucci, Luca Mannutza, Maurizio Giammarco, Cicci Santucci, Giorgio Rosciglione, Danilo Rea ed altri ancora… Per esigenze tecnico-stilistiche, il Quintetto ha un organico strumentale che rispecchia in pieno le storiche formazioni della tradizione del jazz colto e sintesi degli anni ‘50 e ‘60. Le due forme stilistiche del 5tet appartengono all’hard bop ed al cool jazz, nate sul finire degli anni ’40 e sviluppatesi, nella loro massima forma, negli anni ’50 … sono frutto della infaticabile ricerca creativa e della profonda conoscenza armonica, melodica, ritmica e strumentale di musicisti ed in particolare Stan Getz, John Coltrane, Sonny Rollins, Dexter Gordon e Johnny Griffin, i quali rappresentano tuttora uno dei modelli estetici oggettivamente più elevati, affermatisi durante il secolo scorso. Il ventaglio musicale del Venanzio Venditti Jazz Quintet, si basa essenzialmente su standard e composizioni originali intimamente caratterizzate da tali modelli stilistici. ‘Inside, l’ultimo lavoro di Venanzio Venditti 5tet, pubblicato per la label ‘Alfa Music’ e distribuito dalla ‘Egea’, album del quale ci occuperemo, è un disco che raccoglie in sé tre standard oltre a composizioni originali del bandleader. Brani intimamente legati al quel modello di jazz storico e composito degli anni ’50-‘60 che si ritrova all’interno dell’aggettivo mainstream.-taglio2- Qui Venanzio, bandleader del 5tet: «Come se fosse una prefazione di un libro, altrettanto dovrei poter dire per questo nuovo lavoro … ma non so davvero come iniziare e con esattezza cosa dire, e forse non lo saprò mai. Sono tuttavia molto grato e contento di aver ‘speso’ del tempo per la musica, e di aver condiviso con i miei amici musicisti questa idea. Non è assolutamente poco. Un lasso di tempo speso per dire e fissare sfumature e colori musicali, spero, con coscienza e senza ego. Le idee che motivano e spingono, al fine di realizzare progetti di questo genere, sono diverse, ma innanzitutto è quel ‘sentirsi fuori luogo’ che è maestoso … meraviglioso. È stupendo sentirsi fuori luogo all’interno di una società che è spesso distratta e confusa, dove sovente la mediocrità è padrona, insieme al nulla di un sistema dirigenziale, a volte inadeguato, grossolano e antitetico alla cultura stessa che ostinatamente alimenta scene vuote e di parte, prive di grazia e significato. L’idea trainante rimane sempre la stessa e legata indissolubilmente all’affetto e alla grande ammirazione dei musicisti del passato, per la loro umanità e le loro accattivanti prospettive e per i loro superbi modelli stilistici. Dei veri e propri giganti della grande tradizione musicale e del Jazz del secolo scorso. Non potrà mai esistere nell’arte una vera e consapevole ‘modernità’ senza la conoscenza della tradizione. Ma durante il percorso lungo e faticoso, ma soprattutto affascinante e anche grazie alle tante situazioni che nel tempo si sono create, tra incontri, collaborazioni e condivisioni, come sempre accade, le idee si consolidano e si materializzano come in questo caso. Un’idea che diventa un’esigenza, conseguenza dell’incessante ricerca e dell’esperienza acquisita in campo, grazie all’attività dei tanti concerti svolti in Italia e al di fuori della nazione. In questo Album si racchiude … e spero si percepisca, quella meravigliosa e ostinata idea, con tre composizioni classiche del Jazz e con altre composizioni originali.»





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