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Connubio d’arte

di Teresa Pugliese

Numero 194 - Dicembre 2018

Veronica Pompeo, poliedrica artista lucana, presenta il suo nuovo lavoro “A Provincial Painter Moods” un’opera originale e dalle mille sfaccettature


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È un fiume in piena Veronica, poliedrica, appassionata, devota al suo lavoro e innamorata della musica. Un’artista dalle doti molteplici che ha avuto la brillante idea di creare un progetto liberamente ispirato dalle musiche di scena dello spettacolo “A provincial painter” di Dacia Maraini, composte dal pianista Domenico Capotorto. E su queste composizioni Veronica ha magistralmente scritto e composto musica e testi, fino a farle diventare un’opera viva. Sei tracce parlate, sussurrate e talvolta urlate, che diventando una sorta di alter-ego dei personaggi sulla scena. Lo spettacolo teatrale originale è il racconto di una ragazza e il sogno di diventare una pittrice che prende vita sulla scena teatrale e che Veronica riproduce dolcemente con la sua voce accompagnata dal piano. Noi di Albatros Magazine l’abbiamo incontrata per parlare di questo suo nuovo progetto.

“A Provincial Painter Moods” è il tuo nuovo disco, di cosa tratta?

“È un lavoro che definirei sperimentale. Ho casualmente ascoltato le tracce pianistiche già incise da un mio amico per l’omonima commedia di Dacia Maraini e da subito l’atmosfera che percepivo mi suggeriva di andare oltre; ho chiesto quindi al mio collega di poter lavorare in sovrapposizione a lui creando una seconda ‘opera’ unendo la mia voce; per far questo ho seguito la mia ispirazione e intuizione legata al momento, conscia che il lavoro originario trae spunto dalle difficoltà di una giovane artista nell’emergere nel mondo dell’arte e dalla lotta con il padre di lei, rimasto vedovo, che voleva seguisse le orme della madre infermiera. L’autrice mette in scena moti dell’animo della giovane donna combattuta tra il dovere di figlia, la sua ispirazione e quello che il mercato le chiede con forti pressioni, spingendola ad andare oltre il suo ritmo creativo e fare più lavoro del dovuto.



La commedia chiude il sipario con un grande punto di domanda sulle future scelte di vita della giovane Rosa (questo il suo nome nella commedia) e lascia un gusto in bocca, anche per questo, dolce-amaro.”

Hai studiato canto lirico ma sei appassionata di musica pop, come fai a far convivere queste due anime?

“È difficile nella misura in cui ti lasci condizionare dal mondo esterno, nel momento in cui ti viene ‘imposto’ di fare la cantante lirica, o d’opera, pop o jazz; ma nell’istante in cui riesci ad appropriarti completamente di quelle che sono le tue ‘sfumature’ musicali vocali ed artistiche, non pensi più di tanto alle differenze fra generi. Mi vengono in mente voci come Beyoncè o Yma Sumac e Katy Berberian, che hanno alle spalle una forte tecnica classica. Allora se il mio lavoro di artista, per come ho scelto di esserlo, è quello di tirare fuori una vocalità che mi appartenga, farò in modo che venga fuori tutto. Le anime quindi, si fondono insieme, a volte in maniera ben omogenea a volte meno, ma poco importa; le anime e le tecniche sono diverse, ma la mia voce, il mio strumento è uno, per abbracciarle.”

La protagonista si vede osteggiata nel suo lavoro di artista, ti è mai capitata una cosa del genere?

“Non è facile a dirsi, ma penso che un po’ tutte le giovani donne in qualche modo, soprattutto al Sud, abbiano avuto difficoltà di questo tipo, almeno all’inizio della loro carriera. Sono l’unica figlia femmina, e mio padre mi avrebbe voluto insegnante, ma alla fine, guarda caso, mi sono trovata a fare per metà quello che voleva lui (insegno canto in Conservatorio), e metà ciò che desideravo sin da ragazzina.”

Ti piacerebbe metterlo in scena? Magari recitando?

“Intanto già c’è stata con grande successo la presentazione di questo lavoro a Matera lo scorso 18 dicembre nello splendido scenario del Museo Ridola. Poi sto cercando di creare un opera nell’opera, per far sì che queste sei tracce siano dei punti di arrivo di un'altra personalità, magari similare a questa della Maraini, o più personalità, o che siano delle stazioni ferroviarie di un viaggio ipotetico di un artista. Se poi deciderò di portare anche degli attori in scena, non mi è dato saperlo al momento. Attendo l’ispirazione.”



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