Adduci è un cantautore dal background culturale vario. Di origine napoletana, laureatosi a Bologna e attualmente vive a Milano. E’ un cantautore giovane ma con una passione per la musica che porta con sé fin da bambino. Dopo essersi trasferito a Milano, incontra i produttori Lele Battista (ex ‘La Sintesi’) e Yuri Beretta (ex ‘Genialando’), -taglio-con cui nasce l’idea del progetto Adduci. Con loro il cantautore riesce ad individuare una dimensione sonora coerente alla sua scrittura e alla sua vocalità. I suoi testi parlano di amore, di rapporti, di relazione. Vincenzo Adduci è un ragazzo che ha dalla sua la passione e la voglia di mettersi in gioco. Con la pianista Antonietta Ranni ha ideato e portato in giro uno spettacolo piano e voce dal titolo ‘Senza fine’, incentrato sul cantautorato italiano degli anni ’60. Ha già pubblicato dei brani come ‘Parte di Me’ e ‘Cerchio sul Display’, che anticipano l’uscita di un album di inediti nel 2021. In questo momento difficile che tutti stiamo vivendo, ognuno cerca di focalizzarsi sulle proprie passioni e sui propri obiettivi, proprio come ha fatto il cantautore. Con Vincenzo Adduci abbiamo chiacchierato infatti di musica, della pandemia covid-19 attraverso gli occhi di un artista, di sogni nel cassetto e molto altro… Ciao Adduci, come molti napoletani sembra tu abbia la musica nel sangue, essendoti appassionato alla musica da giovanissimo. Com’è successo? “È quasi un mistero anche per me in realtà! Cioè, so come è successo ma non so se c’è un perché. Nella mia famiglia non c’erano altri musicisti, eppure ogni volta che posavo lo sguardo su uno strumento musicale provavo un’attrazione irresistibile. Ho messo da parte le paghette per acquistare la prima chitarra, non avevo idea di cosa farci ma sapevo di volerla. Ci ho giocato per diverso tempo, poi mia madre ha capito che era qualcosa di più di una “cotta” e mi ha dato tutto il suo supporto permettendomi di seguire delle lezioni di musica. “ Impossibile non parlare della pandemia che ci ha colpiti tutti; com’è stato il 2020 dal punto di vista di un cantautore giovane come te? -taglio2- “Penso che in qualche modo questa esperienza ci accomuni tutti. È chiaro che alcune categorie siano più esposte di altre a certi tipi di disagi, ma stiamo tutti osservando dall’esterno quella che era la nostra vita precedente. Per me è stata “stimolante" in qualche modo; mi sono subito impegnato per trovare il modo di ricavarne qualcosa di buono e credo di aver investito bene quel po’ di tempo in più che la situazione mi ha concesso.” Il 30 Novembre è uscito il tuo singolo “CERCHIO SUL DISPLAY”; ce ne parli? “ ‘Cerchio sul display’ è un brano a cui sono particolarmente legato. La mia intenzione era quella di raccontare l’elaborazione di una grossa mancanza, l’evoluzione conclusiva di un rapporto, la sua fine. Per questo scopo ho preso una serie di momenti in un arco temporale che va da una notte all’inizio della giornata successiva. Era sufficiente per raccontare un tormento e il modo in cui bisogna conviverci nella quotidianità.” Invece è in prossima uscita un album di inediti. Di cosa parlano le tue canzoni? “Le canzoni di questo disco hanno in comune il fatto di rappresentare un’analisi di sé in relazione alle altre persone della nostra vita. Ma si tratta di un album molto eterogeneo sia per quanto riguarda i testi che per quanto riguarda la musica. Ho voluto lavorare a ogni brano come se fosse un singolo, dandogli un’identità precisa senza cercare compromessi. Il mio bisogno e il mio obiettivo è quello di comunicare, e il mezzo da me preferito per farlo è utilizzare la musica.” Raccontaci di qualche sogno custodito nel tuo cuore... “Il mio sogno nel cassetto è riuscire a conservare a lungo l’entusiasmo che ho sempre avuto nei confronti di ciò che amo. Mi basta soltanto questo per raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo.”