Pezzi di storia
Ad ottobre uscirà finalmente la tanto attesa serie Rai dedicata alla vita di Mike Bongiorno, ad interpretarlo uno degli attori più amati dal pubblico italiano
Ritrovarlo nei panni di Mike Bongiorno è stata una sorpresa per tutti; sì perché siamo abituati a vedere Claudio Gioè interpretare ruoli completamente diversi. -taglio- Eppure avendo assistito alla prima proiezione della miniserie, siamo tutti d’accordo nel dire che non poteva essere fatta scelta migliore! La serie nasce in occasione del centesimo anniversario della nascita di uno dei padri della tv italiana (26 maggio 1924, New York) Mike Bongiorno: un volto che per decenni è entrato nelle case degli italiani diventando il figlio, il fratello, lo zio, il nonno di tutti, dagli anni Cinquanta in poi. In occasione di questa produzione, però, sono stati messi in luce gli aspetti più intimi di questo personaggio riservato e introverso nella vita privata, segnata dalle dure esperienze della guerra, della prigionia, dei campi di concentramento. La storia di Mike s'intreccia continuamente con quella del nostro Paese. Scelse alla fine l'Italia, la terra dei suoi nonni, diventando il protagonista indiscusso del piccolo schermo. Sarà lui, il 3 gennaio del 1954, a inaugurare le trasmissioni televisive della neonata Rai con “Arrivi e partenze”, a cui seguiranno molti altri programmi che grande influenza hanno avuto sul costume di quegli anni. La fiction è quindi l'occasione per raccontare il mondo del nostro protagonista, sia professionale che umano, dal periodo più difficile alla proclamazione del successo senza pari di “Rischiatutto”. Per raccontare anche la realizzazione del sogno più segreto di Mike: creare con Daniela, la donna della sua vita, quella famiglia unita e felice tanto desiderata. Noi di Albatros abbiamo incontrato in esclusiva Claudio Gioè per farci raccontare questa incredibile esperienza. Sono concluse da poco le riprese della serie che la vede protagonista nei panni di uno dei volti più importanti della televisione italiana: Mike Bongiorno. Com’è andata? “Credo sia stato il lavoro più veloce che io abbia mai fatto, ma non perché lavorato con superficialità… anzi, ma perché è venuto tutto naturale e buono alla prima! Forse c’era la mano di Mike! Considera che abbiano iniziato a girare ad aprile. Inoltre, girare a Torino è stato stupendo poiché è una città che io amo particolarmente. In generale, però, posso dire che dal punto di vista professionale è stato un lavoro molto complesso, difficile e impegnativo perché tecnicamente avevo tre ore di trucco al mattino e un’ora di “smontaggio” alla fine. L’asse portante della serie è una lunga intervista fatta nel 1971 a Mike in cui si rievocano le prime fasi della carriera, l’infanzia a New York e quello che la vita lo ha portato a vivere.” Cosa ha provato quando le hanno proposto questo ruolo? “Eh, diciamo che inizialmente ho provato sensazioni ed emozioni contrastanti, però vedere la grande cura e l’amore per Mike del regista mi ha confortato sul fatto che sarei stato diretto egregiamente attraverso le emozioni del personaggio. Abbiamo cercato di sviscerare il Mike meno conosciuto, con le sue ansie e le sue paure. Credo che questo personaggio meritava di essere raccontato in un modo più intimo e non legato meramente all’aspetto professionale, anche perché ho scoperto una persona che aveva un mondo dentro e che, nonostante l’età, sono certo avrebbe continuato ad essere presente in maniera significativa nel mondo della televisione italiana! Per ritornare alla domanda, quando mi hanno chiamato per questo ruolo ci ho pensato a lungo, ero terrorizzato. Mi pareva un’impresa impossibile, ma la sceneggiatura aveva un taglio intrigante che raccontava cose di lui che la gente non conosce… è stata quella la cosa che mi ha fatto pensare ‘okay proviamoci!’” In che modo si è preparato ad interpretare Mike? “Ho visto tutto il possibile, soprattutto del periodo che racconto io, ossia gli Anni 70 del ‘Rischiatutto’. Poi ho avuto la possibilità di conoscere la sua famiglia e devo dire che mi ha fatto molto emozionare recitare davanti alla moglie e al figlio di Mike. Forse è stata la cosa più toccante. Ho provato a immaginare cosa volesse dire per lei, dopo 40 anni vissuti assieme a Mike, vederci provare a rievocarlo. Aveva gli occhi lucidi e alla fine ci siamo sciolti in un abbraccio. Inoltre sentirsi di da Daniela (la moglie di Mike Bongiorno ndr) che Mike si muoveva proprio come me, con queste corsette e una certa agilità, e che le è sembrato di rivederlo per un istante, è stata un’emozione che credo sia impossibile descrivere a parole.” Lei, invece, che ricordo personale ha di Mike Bongiorno? “Mike rappresenta la mia infanzia, da bambino ‘Bis’ e ‘Superflash’ erano un appuntamento che aspettavo, mi affascinava questo tipo di quiz e di tv garbata ed elegante.” Si dice che per rendere un’interpretazione unica è necessario immedesimarsi e metterci anche del proprio vissuto all’interno del personaggio, lei ha trovato dei tratti in comune con Mike? “Sì, era molto esigente con sé stesso, un professionista che ci teneva a fare bene e onestamente il suo mestiere. Il suo unico riferimento era il pubblico e in questo mi ritrovo molto, come anche nel fatto che cercasse di difendere la sua vita privata e non buttarla in pasto al gossip.” Adesso, invece, in che progetto è impegnato? “Siamo già ripartiti da un mesetto con le riprese di ‘Màkari 4’, diciamo giusto il tempo di farmi crescere la barba! (ride ndr). Ci vuole un periodo di decompressione per tornare nei panni di Saverio Lamanna. Un bellissimo progetto a cui ho dato molto in questi anni. L’affetto del pubblico ci ha gratificato anche in quest’ultima stagione, incluse le repliche che sono andate forte. Non so ancora il mio personaggio nello specifico che evoluzione subirà; gli sceneggiatori staranno organizzando qualche bel colpo di scena per tenere alte le aspettative, deve sapere che alla fine sono anche io uno spettatore quindi la sceneggiatura la leggo piano piano per non spoilerarmi il finale!” La sua è stata un’estate bella impegnata, si concederà una vacanza? “Non so, ma non mi è pesato lavorare perché amo davvero tanto essere un attore. Sono comunque stato qualche giorno in Sicilia da tutta la mia famiglia: la tappa è obbligatoria! E poi Nonna Mariella, a novembre farà 100 anni, l’età di Mike, quando ha saputo che avrei interpretato questo ruolo mi ha regalato la sua preziosa copia del libro sulla vita di Bongiorno per studiare la parte. Era una grande fan. Lei è inossidabile e mi vizia, mi prepara gli anelletti al forno, mi fa dei bei pranzetti, come se avessi ancora dieci anni!”