Un giorno speciale
“Tutti su! Buon compleanno Claudio” riassume i dodici concerti che hanno visto il mito della musica italiana realizzare degli eventi straordinari, magici ed indimenticabili
Ha deciso di festeggiare il suo ultimo compleanno come di consueto in musica ma per la volta al cinema, Claudio Baglioni, e ne è venuto fuori un progetto di grande successo e spessore. S’intitola “Tutti su! Buon compleanno Claudio” l’ultima sfida professionale che vede protagonista assoluto uno dei più importanti cantautori del panorama musicale italiano.-taglio- Prodotto da Friends & Partners insieme con Come srl, in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma e distribuito da Medusa Film, al centro del progetto, “Dodici Note - Tutti su!”, ci sono i dodici straordinari eventi che hanno avuto luogo dal 3 al 19 giugno dello scorso anno alle Terme di Caracalla: prima volta in assoluto per un artista pop ad aver aperto la Stagione Lirica del Teatro dell'Opera di Roma. “Dodici Note - Tutti su!” ha visto Baglioni accompagnato da 123 tra musicisti, coristi e performer classici e moderni, con la direzione artistica e la regia teatrale di Giuliano Peparini e la videoregia di Duccio Forzano. In scena anche l’Orchestra Italiana del Cinema, fondata negli storici studi di registrazione “Forum Studios” e diretta da Danilo Minotti, autore degli arrangiamenti insieme a Paolo Gianolio, e il Coro Giuseppe Verdi con il Direttore Artistico Marco Tartaglia e il Maestro del Coro Anna Elena Masini. Tutti Su! è il titolo ispirato alla magia del momento nel quale i musicisti dell’orchestra e gli artisti della compagnia si alzano, “Tutti Su!” appunto, per raggiungere il proscenio e ringraziare il pubblico che, in piedi, tributa loro l’applauso finale. Claudio, cosa rappresenta per te “Tutti su!”? “Si tratta un’esortazione, uno stimolo. L’invito ad alzarsi o rialzarsi, ritrovare, dentro, il meglio di noi stessi, liberandoci dall’inquietudine, dallo scoramento e dalla sfiducia che un tempo oscuro e minaccioso trasmette, e rimetterci in moto, riprendendo in mano la nostra vita, per ridarle valore, senso e scopo.” Che effetto ti ha fatto rivederti sul palco e allo stesso tempo sul grande schermo? “La suggestione più forte che questa serie di concerti straordinari mi ha trasmesso è quella di essermi ritrovato letteralmente circondato e avvolto dai suoni di una grandissima orchestra, le voci di un coro straordinario e dai movimenti dei performer, e aver avuto, come mai in passato, la percezione fisica di tutta la potenza, l’energia e la vitalità che la musica e l’arte di tanti interpreti possono sprigionare. Una vera e propria immersione, simile alle sensazioni che proviamo quando nuotiamo sott’acqua, e viviamo un’esperienza corporea, meravigliosamente definita, di ciò che siamo e della materia che ci circonda e all’interno della quale ci muoviamo.” Come nasce l’idea dei dodici concerti? “È stata ispirata dalle dodici particelle di cui si compone l’intero universo musicale. Particelle invisibili, eppure dotate di proprietà incredibili. Del resto dodici è un numero dallo straordinario valore simbolico ed evocativo: dodici, infatti, sono le ore di cui sono fatti sia il giorno che la notte, dodici sono i mesi che compongono stagioni e anni, dodici le costellazioni che disegnano il cielo e sussurrano il destino e dodici sono i compagni di viaggio musicali con i quali, da sempre, cerco di battere il tempo a tempo di musica.” Dodici ha anche un altro significato… “I 12 semitoni che compongono l’ottava musicale sono, infatti, i membri di quell’equipaggio ideale e fantastico, con il quale, partiti dal futuro lontano nel quale vive la creatività, abbiamo raggiunto il remotissimo passato della rappresentazione, incarnato da quel teatro unico al mondo che è il parco archeologico delle Terme di Caracalla e dato il via al presente, vivo e reale, dell’emozione. In quel favoloso spazio-tempo, ogni nota si è fatta persona e personaggio, per dar vita, canzone dopo canzone, a quelle storie-nella-storia che il film racconta, permettendo di cogliere tutte le sfumature di gesti, movimenti, sguardi, espressioni che ripresa e montaggio cinematografico sono in grado di esaltare.” Tra i punti di forza del progetto c’è la cura del suono… “A tutto questo si aggiunge la straordinaria definizione e distribuzione spaziale del suono, resa possibile da una tecnologia come il Dolby Atmos, che viene presentata per la prima volta nelle sale cinematografiche italiane, che, espandendo il surround con suoni che vengono dall’alto, crea una cupola sonora avvolgente che consente di trasferire emozioni di livello superiore a quelle dei più sofisticati impianti di diffusione live. Nessuno, nemmeno noi che eravamo sul palco, abbiamo sentito questo concerto così. Come essere sospinti dalla sponda della scena verso la riva del pubblico di fronte.” In molti momenti dei vari concerti il tuo pubblico ha riconosciuto Claudia Arvati, venuta a mancare di recente… “Claudia è stata una delle mie storiche coriste. Rivederla mi ha fatto un certo effetto. Ricordo ancora quando, sia durante le prove ma anche nel corso delle dirette degli spettacoli era solita chiacchierare. Ecco, oggi sento anche la mancanza di quel suo brusio…”