Giulio Gargia racconta il suo Tam Tam Diginfest, il Festival del Cinema giunto alla 15° edizione, in esclusiva ad Albatros
“Donne di frontiera - rivoluzioni al femminile” è il tema della 15a edizione del Tam Tam DigiFest, la rassegna dedicata alle innovazioni digitali nel racconto audiovisivo. Il festival è realizzato dalla cooperativa TamTam in collaborazione con le associazioni GEA, Articolo 21 e con il contributo dell’Assessorato Turismo e Spettacolo della Regione Campania.-taglio- L’iniziativa, che si snoda fino ad agosto 2020, si terrà in varie città della Campania, quali Napoli, Caserta, Salerno, Macerata Campania, Paestum, Acerra, Pozzuoli e per questa edizione è dedicata alle donne artefici di grandi cambiamenti sociali e culturali. Il direttore artistico, Giulio Gargia, racconta il suo festival ai lettori di Albatros.
Iniziamo da una domanda che pose lei stesso quando presentò l’edizione zero del Tam Tam Digifest, nel 2005: che bisogno c’era di un nuovo festival del cinema?
“Quindici anni fa, in Italia, eravamo agli albori della rivoluzione digitale. Il digitale cambia le modalità di fruizione e distribuzione del cinema: era importante indagare su cosa sarebbe successo, si trattava di un cambiamento epocale così come è stato per il colore o per il suono. Sono mutate le modalità di percezione degli spettatori”.
Nelle precedenti edizioni del festival si è focalizzata l’attenzione sul digitale, su “Droni, Internet ed altre; in programma ci sono stati film girati coi cellulari, corti diffusi su Internet ed altre novità…
“Si, questo è il senso, la missione del “Digifest”. Altro filone indagato è come cambia l’informazione: siamo passati da un approccio “one-to-many” ad uno “many-to-many”. Ormai le notizie vengono da tante fonti, è diffuso il citizen journalism. I social offrono un’informazione diretta, che salta l’intermediazione. Questo genera anche le fake news perché la possibilità di saltare passaggi, anche censori, dell’informazione, elimina i filtri che però servono a verificare i fatti. Se queste dinamiche esistono da tempo, quello che si vive oggi è diverso: con le nuove tecnologie ciò avviene su una scala enorme, massiva, con effetti diversi. Prima esisteva una gerarchia nelle notizie: in qualche modo questa logica si è ribaltata: molte persone danno più importanza ad un post anziché a notizie dei Tg! Questa è la faccia pericolosa dei nuovi strumenti di comunicazione, che offrono poca possibilità di verifica sulla verità di una notizia. Quello che sta succedendo ora ne è la prova. Stiamo vivendo un’inversione di tendenza: vista la gravità del fenomeno si dà più credito alle fonti istituzionali. È ancora un’ipotesi, bisogna ancora capire a fondo”.
Il festival non si è fermato, proseguendo le attività attraverso la diretta di Facebook…
“Si, e vedo che anche Francesco Di Leva,-taglio2- attore e tra i fondatori del Nest, Napoli est Teatro, ha rappresentato in diretta streaming lo spettacolo “Muhammad Ali”, con Di Leva e con Pino Carbone.“Ritorno al futuro – ha scritto su Facebook Di Leva – siamo nel 2060, ormai il teatro si vede da casa, sugli smartphone, i tablet e da ogni supporto tecnologico”. Lo streaming ha dei limiti, ogni tanto si interrompe ma è un gesto simbolico”.
Veniamo a questa nuova edizione del festival dedicato alle donne che hanno rotto le regole, uscendo da ruoli e regole prestabiliti: come nasce questa idea?
“L’idea che muove il festival è quella di lavorare sul cambiamento tecnologico e sul cambiamento umano, ripercorrendo il ruolo femminile in questo secolo e mezzo”.
Lei è anche autore di documentari e produttore; in una precedente edizione del festival ha presentato un lavoro sull’auditel…
“Il lavoro sull’auditel è nato da un’inchiesta giornalistica, quando scrivevo per “Cuore”, e pubblicai un libro. Da quel volume, ampiamente documentato, ho tratto la trilogia “Gli ammutinati dell’auditel”; “La scomparsa dell’auditel”; “La fine dell’auditel”. Ne viene fuori il meccanismo dei social di adesso. Il campione dell’auditel dà risultati manipolati, con dati non attendibili. L’indagine sulla formazione del dato auditel ha dimostrato come, in partenza, il dato fosse viziato, con le famiglie-campione che non usavano adeguatamente gli apparecchi elettronici”.
La rassegna è divisa in tre parti: le rivoluzioni di ieri, le rivoluzioni di oggi e le rivoluzioni di carta: con quest’ultima si indaga il mondo dei fumetti d’autore?
“Si. In particolare il documentario “Cercando Valentina – il mondo di Guido Crepax”, di Giancarlo Soldi, appena uscito nelle sale, è molto bello. Mostra come si usano le tecniche del digitale nell’audiovisivo”.
Le nuove tecnologie digitali traghettano “il cinema fuori dai cinema”, con nuove forme di narrazione…
“L’argomento è frutto di indagine: ci si interroga del come oggi il film, il racconto, è sempre più fruito fuori dalle sale cinematografiche. Io sono sempre un fautore del cinema; abbiamo un’arena, a Roma, a Monte Sacro, al Ponte Vecchio, dove si svolgono rassegne nell’estate romana. In questo caso è una salvezza!”.