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Chiara Becchimanzi

di Tommaso Martinelli

Numero 215 - Novembre 2020

Sesso, amore e tanto altro nel nuovo libro dell’attrice e scrittrice, che in tutte le suo opere cerca sempre un punto di vista singolare quanto dissacrante, per parlare di noi raccontandoci di lei…


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È un'artista a tutto tondo, Chiara Becchimanzi. Di recente ha ottenuto un grande successo con il libro "A ciascuna il suo" ma contemporaneamente continua a raccogliere consensi nelle vesti di attrice, autrice, regista e stand up comédienne. Per l'occasione, Chiara si è raccontata a cuore aperto ad Albatros Magazine, raccontandoci qualcosa in più del suo essere attrice, -taglio-scrittrice, autrice e regista. Iniziamo da tutte queste attività artistiche che ti vedono protagonista: fra tutte queste tue passioni, cosa vuole fare da grande Chiara? “Direi assolutamente tutto questo e anche di più! Adesso per esempio conduco ‘La Ritirata dei Gladiatori’ su Dimensione Suono Roma. Sono affamata di vita, e non credo nel ‘monotasking’; perlomeno, con me non funziona. In effetti sono come il mio romanzo: percorro tutte le strade fino in fondo, per scoprire tutto quello che posso, riempirmi di nuove e diverse energie, imparare tutto l’imparabile. In questo momento scrivere e blaterare al microfono o sul palco sono assolutamente a pari merito: manca all’appello il sogno di sempre, ovvero il cinema. Magari, cammina cammina, ci arriverò!” Da dove nasce l’idea del tuo ultimo libro "A ciascuna il suo"? “Il libro nasce da un mio folle e triplo ghiribizzo: scrivere un libro erotico che restituisse all’erotismo una dignità negatagli dalle opere degli ultimi anni (vedi “50 sfumature”); mescolare l’erotico col comico, perché le disavventure sentimental-sessuali sono una fonte praticamente infinita di risate che da anni sfrutto su e giù dal palco; elaborare una teoria degli abbinamenti tra vulve e peni assurda quanto plausibile, perché basata sulla morfologia…vi ricorda Lombroso? Anche a me. Per questo è stato inquietante e divertentissimo. Per andare più a fondo, non esiste un romanzo contemporaneo (o almeno io non ne ho letti) che restituisca al genere erotico un po’ di poesia, alle azioni sessuali una vis metaforica e una dignità profonda, e soprattutto al “sentire” femminile dominio e padronanza. Ecco perché ho provato a calarmi molto in fondo al mio “principio di piacere”, per raccontarlo per immagini dirette o costruite, cantando la magia dell’amplesso e i suoi disastri con una cura assoluta per i corpi e le anime coinvolte. È stato un esercizio di stile continuo, scaturito dalla volontà di raccontare una generazione – quella della precarietà affettiva – che si affanna di qua e di là, dannandosi continuamente per ciò che in realtà trova estremamente stimolante e lasciandosi stimolare quasi solamente da ciò che risulta essere estremamente dannoso, costruendo e disfacendo, amando e odiando, in un vortice di paradossi esilaranti.” L’amore e il sesso sono trattati con molta ironia nel tuo libro. Quanto è utile essere ironici nella quotidianità di una relazione? “Più che utile: necessario! Almeno per me.-taglio2- L’ironia (anche quella tragica, anzi soprattutto quella tragica) è uno dei fondamenti della complicità, che a sua volta è il pilastro di ogni relazione duratura. Inoltre, credo fermamente che non ci sia sesso migliore di quello durante il quale riesci a ridere senza che la panna si smonti.” Quanto c’è di te, scrittrice e donna, in queste pagine? “Tanto. Tantissimo! Rebecca e Caterina sono parte di me (Rebecca sono quasi completamente io!); le altre 13 donne sono precisamente ritagliate dalle possibili derive del mio mondo. Consideriamo inoltre che una delle dediche sulla prima pagina del volume si riferisce a “tutti coloro che si tormenteranno nel dubbio di essere passati dalle mie lenzuola alla pagina scritta”... La maggior parte degli uomini raccontati vive nel mondo reale – il mio, o quello delle molte donne che hanno voluto condividere con me i loro racconti più intimi. Il resto è frutto di inventio, o mixaggio di episodi e situazioni accaduti che sono poi stati attribuiti a identità immaginarie. Ma più di tutto, c’è Chiara com’è: priva di dono della sintesi, piena d’amore per il mondo e il sesso, estremamente stuzzicata dalle contaminazioni tra stili, punti di vista e “logie” (antropologia, sociologia, teologia, psicologia, sessuologia) e assolutamente divertita dalla possibilità che una scelta semplicissima porti a un finale oppure a mille altri.” Internet ha cambiato molto il modo in cui trovare un partner. Tu ha mai usato un sito o una app per dating? “No (anche se nel libro faccio finta di sì)! Ho sempre preferito affidare alla presenza fisica qualsiasi approccio. Però, lo ammetto, sono incuriosita: dai tanti racconti delle persone a me vicine, dev’essere assolutamente eccitante (e anche un po’ rischioso, ma credo faccia parte del divertimento!” A chi consiglieresti di leggere il tuo libro e perché? “Il libro descrive 15 mondi, con tutte le loro implicazioni e tutte le possibili sliding doors, che si delineano a partire da scelte più o meno consapevoli…è dedicato alle donne e gli uomini della mia generazione, perché possano riconoscervisi, compatire i e ridere dei propri disastri accogliendo gli altri punti di vista; alla generazione passata, quella dei miei genitori per intenderci, che ci ha sacrificato sull’altare del precariato; alla generazione che comincia ad essere attiva sessualmente, perché comprendano che YouPorn e 50 sfumature non sono la verità. Ma soprattutto, a chi vuole eccitarsi leggendo, e ridere eccitandosi.”





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