Al Teatro San Carlo di Napoli in scena il capolavoro di Bellini con un brillante cast in cui spicca Anna Pirozzi
Dal 12 al 20 marzo, al Teatro di San Carlo, è andata in scena la “Norma” di Vincenzo Bellini, tragedia lirica in due atti composta nel 1831 su libretto di Felice Romani, “Norma” ha per fonte “Norma ou L’Infanticide” di Louis-Alexandre Soumet. -taglio- Andata in scena per la prima volta al Teatro alla Scala il 26 dicembre 1831, è considerata una pietra miliare della scuola belcantistica italiana e capolavoro indiscusso del più puro Romanticismo. Al Teatro San Carlo la sua prima rappresentazione avvenne nel 1833 con Maria Malibran nel ruolo del titolo. In seguito, ad interpretare la sacerdotessa dei Druidi sul palcoscenico del Lirico di Napoli, furono artiste del calibro di Leyla Gencer nel 1965, Elena Suliotis nel 1970, Montserrat Caballé nel 1973, Mariella Devia nel 2016 e Angela Meade, nel 2020. Straordinari interpreti anche nella nuova versione: Norma, Anna Pirozzi; Adalgisa, Ekaterina Gubanova; Pollione, Freddie De Tommaso; Oroveso, Alexander Tsymbalyuk; Clotilde, Veronica Marini; Flavio, Giorgi Guliashvili. A Napoli debutta una nuova produzione, con l’allestimento del Teatro Real di Madrid, regia di Justin Way. Charles Edwards firma le scene, Sue Willmington i costumi, Nicolás Fischtel le luci, Jo Meredith i movimenti scenici. Dirige Coro e Orchestra del Teatro San Carlo, il Maestro Lorenzo Passerini. Maestro del Coro, Fabrizio Cassi. Ambientata durante una guerra, “Norma” parla di un amore tragico che ha per protagonisti la sacerdotessa e veggente Norma, il Proconsole romano Pollione e la giovane novizia del Tempio d’Irminsul Adalgisa. Norma, figlia di un druido, il capo religioso Oroveso, innamorata di Pollione, il proconsole romano, il nemico, con la sua storia mostra i contrasti, i tradimenti e le alleanze che strinsero Romani e Galli. Dall’amore tra Norma e Pollione nascono due figli, allevati in segreto dalla fedele Clotilde. Bellini scrisse l’opera in quattro mesi, dall’inizio di settembre alla fine di novembre del 1831. Alla sua prima rappresentazione non ebbe successo. In seguito, “Norma” è diventata l’opera più popolare tra le dieci composte dal compositore catanese. Nel nuovo allestimento il regista Justin Way sostituisce l’esercito d’occupazione romano con quello austriaco, un’operazione metateatrale, di teatro nel teatro, con la sovrapposizione di due epoche diverse:-taglio2- la Gallia sotto la dominazione romana ed il periodo in cui l’opera fu rappresentata per la prima volta, il 1831, mescolando costumi di scena di età classica con quelli del XIX secolo, tracciando un parallelo tra l’oppressione subita dai Galli da parte di Roma e quella degli italiani da parte degli austriaci. Brillanti la regia di Justin Way e la direzione di Lorenzo Passerini, nuovamente impegnato a dirigere Orchestra e Coro del Massimo napoletano dopo “La Sonnambula” e “Rigoletto”. “L’allestimento – racconta il regista - è quello che è andato in scena a Madrid nel marzo 2021. Con lo scenografo abbiamo lavorato durante la pandemia centrando il dramma originale su Norma, sì, ma anche su una attrice/imprenditrice dell’epoca, una donna speciale, una sorta di Sarah Bernhardt. La storia della sacerdotessa sospesa tra essere guida del suo popolo e donna innamorata, prima, poi gelosa e vendicativa, e infine giusta, diventa dunque anche la storia di una produzione in cui la primadonna recita il ruolo di Norma, vivendo come donna le sue stesse esperienze. Una protagonista che non riesce a passare dal ruolo alla sua vita separando nettamente le due dimensioni. Quest’opera meravigliosa ci mostra come le guerre di occupazione, intraprese per cancellare e sostituire culture e religioni dei territori invasi, sono destinate a fallire”. La guerra gallica fu un conflitto violentissimo, con la cancellazione della cultura gallica in favore della romanizzazione. Questo è lo sfondo della storia che Bellini racconta con splendide arie d’opera. Incantevole “Casta Diva”, la celeberrima preghiera che Norma rivolge alla Luna, interpretando il desiderio dei Galli di sottrarsi all’egemonia dei Romani, aria cesellata dalla talentuosa e applauditissima Anna Pirozzi. Tutte belle le voci, definite dal maestro Passerini “energiche”, in primis quelle di Ekaterina Gubanova e di Alexander Tsymbalyuk. Brava l’Orchestra e buona prova del Coro preparato da Fabrizio Cassi. Alla prima, informale, assistono studenti delle scuole di Prato e di Bari. Tanti meritati applausi per tutti i protagonisti dell’immortale capolavoro belliniano.