Partendo dal fondatore del balletto Noverre, si sviluppa una nuova riforma coreutica in grado di incantare il pubblico dal primo istante
La trentaseiesima edizione della Giornata Mondiale della Danza quest'anno aveva il sapore delle origini, con l'invito universale di tornare alla danza di una volta, magari proprio quella a cavallo tra il prima ed il dopo di Jean-Georges Noverre. Il padre fondatore del balletto di oggi, il riformatore per eccellenza di matrice illuminista, quel Noverre a cui l'UNESCO si è ispirata per celebrare la Giornata Mondiale della Danza ogni 29 aprile da trentasei primavere ad oggi. E così il compleanno postumo del maestro parigino quest'anno l'abbiamo festeggiato al Teatro Abeliano di Bari con la prima rappresentazione assoluta del trittico "Come back to Italy", a chiusura della rassegna DAB18, definendo l'intero percorso artistico coreografico curato da Domenico Iannone con tre titoli in due serate: "D" di Orazio Caiti, "Resonance" di Ana Presta ed "Octet" dello stesso Iannone. La peculiarità del progetto internazionale di "Come back to Italy" è stata la struttura vestita su misura dentro e fuori il corpo di ballo di Altradanza, ensemble eterogeneo di Domenico Iannone capace di adattarsi ai differenti stili dei tre coreografi e di tutti gli altri presenti nel repertorio della compagine barese. -taglio- Ma cosa ha potuto accomunare tre coreografi ed altrettante cifre coreografiche in un'unica serata a tema? Il bello, ovvero un non-tema sviscerato in tutte le salse per un "Come back to Italy" senza trama, esattamente il contrario di quanto codificato proprio da Jean-Georges Noverre, il punto di riferimento della riforma del balletto settecentesco festeggiato al contrario dai tre autori Iannone, Presta e Caiti, già interprete di spicco dell'Aterballetto di un tempo. Cominciando dal suo "D", centrato essenzialmente sul senso della pura estetica e della naturale visione del bello. E dunque il coreografo si è lanciato a capofitto nel suo titolo senza testo, senza sinossi e né tantomeno riferimento alla letteratura ma, di contraltare, affidandosi ciecamente alle pulsazioni impercettibili nello spazio con le meravigliose musiche di Grazia Bonasia. Autrice che ha composto peraltro le musiche anche per "Octet", attingendo dal repertorio di Niccolò Piccinni e da un universo sonoro tra i più eterogenei mai ascoltati in danza! Proprio come accaduto e percepito nelle trame coreografiche di Domenico Iannone, impegnato con il suo "Octet" sulle corde della sua "Altradanza, compagnia sempre più trasversale nelle cifre stilistiche e contenutistiche. In un caos che diviene ben presto il leitmotiv dell'ultimissimo titolo partorito dal prolifico Iannone, impegnato stavolta ad accompagnare gli elementi ad aggiungersi e disgregarsi sapientemente -taglio2- tra loro. Tutto a cornice della madrina del trittico, quell'Ana Presta così cara a William Forsythe ed al suo immaginifico repertorio. Qui l'argentina/italiana coreografa ha cercato una propria definizione di bello attraverso le vibrazioni del corpo, ovvero le primitive sensazioni che con "Resonance" vogliono proprio spiegarci l'enorme risonanza che possono avere attraverso il corpo di ognuno di noi. Un modo come un altro di raccontare la quotidianità attraverso gli impercettibili scambi tra i ballerini e/o tra tutti gli uomini e tutte le donne pensate per l'occasione da Ana Presta con le musiche di Francesco Tristano e Daniel Craig. E così questa prima rappresentazione di "Come back to Italy" ha saputo essere un bell'omaggio alla memoria artistica del patrimonio culturale senza tempo, con il supporto delle musiche elettroniche composte da Grazia Bonasia che ha voluto rendere atemporali con una collocazione storica indefinita. La chiosa del DAB18 di quest'anno ha segnato ancora una volta un passo in avanti per il Teatro Pubblico Pugliese che ha saputo cogliere l'ennesimo sussulto artistico della città barese in gran fermento. Il Teatro Abeliano con AbelianoDanza, Altradanza ed i Teatri di Bari hanno colto nel segno dell'innovazione proprio quando si festeggiava il riformatore del passato per eccellenza, in un audace gioco al rialzo con il proprio pubblico sempre più appassionato. La scommessa è vinta!