Non solo madrina
Dopo la fortunata esperienza all’80.ma edizione del Festival del Cinema di Venezia, l’attrice ci racconta il suo sguardo sul mondo odierno (non solo artistico) e sui suoi prossimi ambiziosi progetti
È la Madrina dell’ottantesima edizione del Festival del Cinema di Venezia. Ma gli impegni non finiscono certo qui per Caterina Murino, che vedremo su Sky nella quinta stagione della serie poliziesca francese "Balthazar", al cinema nei film "Good Vibes" di Janet De Nardis e accanto a Vincent Cassel nel musical "The Opera!" e poi a teatro a Parigi con "Trappola per un uomo solo”. Attrice raffinata e poliedrica, che da sempre non si tira indietro per battaglie a sfondo Sociale, Caterina con il suo consueto entusiasmo si racconta ad Albatros Magazine.-taglio- Caterina, questa edizione del Festival è un po' particolare a causa dell'assenza di molti tuoi colleghi hollywoodiani, il cui sindacato sta lottando contro l'intelligenza artificiale... “Al di là della loro assenza, quello che più mi sta a cuore è il fatto che questa battaglia loro possano presto vincerla definitivamente. Perché è impensabile che una macchina possa sostituire l'espressività o la creatività degli attori. Ormai, più mi guardo intorno e più mi rendo conto del fatto che ci siano sempre meno persone e più macchine. Ci pensavo proprio l'altro giorno, quando ero in un aeroporto e al posto di una persona ad accogliermi è stata una macchina computerizzata. È sconcertante. Tutto questo in nome del Dio Denaro. Facendo in questo modo, però, l'uomo non si rende conto che sta uccidendo non solo l'arte ma tante altre cose. Invece di migliorare, l'uomo non sta facendo altro che creare nuovi disagi all'umanità.” Che effetto ti fa essere stata scelta come madrina della Mostra del Cinema di Venezia? “Sarà scontata come risposta ma la verità è che quando me lo hanno comunicato ho provato una grandissima emozione. Ero letteralmente al settimo cielo, così come lo sono in questi giorni che il Festival del cinema è finalmente iniziato ed è bello lasciarsi trasportare dalla magia di quella che, ancora oggi, resta una delle manifestazioni legate alla settima arte più importante in tutto il mondo. Sono davvero grata a chi ha pensato a me per questo ruolo, il direttore Alberto Barbera e il suo entourage. Vi confesso, però, che al termine Madrina preferisco quello di "Padrona di casa" (sorride, ndr).” Come mai? “Perché "Padrona di casa", mi sembra molto più accogliente e mi fa subito pensare a me che, quando mi trovo effettivamente nella mia casa, mi piace occuparmi di tutto e di più, sia delle varie cose da fare che delle persone che mi circondano.” Chi è stata la prima persona che hai chiamato non appena ti hanno comunicato questa tua nuova avventura nel mondo del cinema? “Purtroppo non ho potuto chiamare subito le persone a me più care per poter urlare di gioia ma ho dovuto aspettare ben dieci giorni. Una volta passato quel lasso di tempo, naturalmente ho potuto telefonare a mia madre. Ricordo ancora che gliel'ho detto alle 8 del mattino e inizialmente non aveva neanche capito. Poi, quando ha finalmente realizzato che la madrina di questa ottantesima edizione del Festival sarei stata proprio io, è stata enormemente felice.” Tua mamma è qui a Venezia, in questi giorni del Festival, assieme a te? “No, i miei genitori non se la sono sentita di essere sotto i riflettori in questi giorni. Però, ogni volta che nel corso dei vari eventi e nel corso delle varie interviste, dedicherò un pensiero o semplicemente un saluto a chi ci sta vedendo da casa, ovviamente loro due saranno i primi a cui mi rivolgerò.” E il tuo compagno, l'avvocato francese Edouard Riguad, è a Venezia con te? “Sì, lui c'è. E ho notato che si sta anche impegnando per imparare un po' di più la lingua italiana (ride, ndr).” Una volta finito il Festival, il prossimo 15 settembre, festeggerai il tuo quarantaseiesimo compleanno. Un bilancio? “Come artista, spero che il mio mestiere si riveli longevo e che continui a regalarmi dei bellissimi ruoli anche quando sarò più in là con gli anni. In linea di massima, non faccio bilanci: spero semplicemente di avere la possibilità di continuare a migliorarmi come artista. Per il resto, posso già anticiparvi che il 15 settembre lo festeggerò a Parigi, sul palcoscenico, visto che il giorno prima sarà iniziata il tour dello spettacolo Trappola per un uomo solo.” E un bilancio come donna? “Come essere umano spero di poter essere sempre meglio di come sono oggi e di poter essere sempre una donna all'ascolto di tutto quello che succede nel mondo senza mai tapparmi gli occhi per pensare soltanto a quello che mi riguarda più da vicino.” Il tuo sogno nel cassetto? “Fare un film con Jane Champion, visto che il suo film "Lezioni di piano" è uno dei miei preferiti in assoluto. Senza nulla togliere agli altri giurati del Festival di Venezia, che sono di un livello veramente alto, quando ho saputo che a Venezia avrei incontrato la Campion ho provato un'emozione incredibile.” Nel corso della tua carriera hai spesso prestato la tua immagine al sostegno di campagne benefiche... “Purtroppo ci sono tanti disagi nel mondo e mi piacerebbe poter far qualcosa per ciascuno di essi. Per quanto riguarda le mie più grandi soddisfazioni raccolte in questo settore, non potrò mai dimenticare quando sono stata con l'AMREF in Africa, con cui continuo ancora oggi a collaborare perché si tratta di una delle associazioni più valide e trasparenti, che si impegna a portare in Africa educazione e salute. Perché senza questi due elementi, una società non può sopravvivere. Quel viaggio è stato emozionante quanto doloroso. E sono fiera di essere anche un'appassionata sostenitrice dei diritti degli animali.”