Torna “Madama Butterfly” al San Carlo, un successo annunciato per la regia di Ferzan Ozpetek
Al Teatro di San Carlo di Napoli, ultimo appuntamento nella Stagione Lirica 22/23 del Teatro di San Carlo, è andata in scena “Madama Butterfly”, la tragedia giapponese in tre atti di Puccini. L’opera, su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, dal racconto “Madame Butterfly” di John Luther Long e dal dramma “Madame Butterfly” di David Belasco, fu rappresentata per la prima volta a Milano,-taglio- al Teatro alla Scala, il 17/2/1904. Con questo progetto Ozpetek segna il suo terzo appuntamento con la regia d’opera, dopo l’“Aida” al “Maggio Musicale Fiorentino” e “La Traviata” per il Massimo partenopeo. Il regista rappresenta grandi storie al femminile, così come in tanti suoi film. “Ogni volta che affronto una regia, soprattutto lirica, mi pongo con rinnovata attenzione e finisco per cambiare questo o quel particolare, per mettere in risalto un aspetto o un altro – afferma – Cio-Cio-San resta per me una donna che, se pur adolescente, è volitiva e determinata, mentre Pinkerton è in fondo espressione e vittima di se stesso, un burattino. Lei è una donna determinata, è cosciente delle cose che fa, tutt’altro che fragile. Lei parla della sua casa americana. Ha voglia di Occidente e cambia religione. Ha in mano il suo destino”. Con questa versione, Ozpetek punta ad un maggiore coinvolgimento del pubblico, ad una vicinanza diversa con lo spettatore. Il regista de “Le fate ignoranti” e altre perle cinematografiche circonda la protagonista con quattro sue controfigure, che all’inizio dell’opera si aggirano tra gli spettatori in platea, impersonando, durante lo spettacolo, i diversi stati d’animo di Cio-Cio-San. La prima di “Madama Butterfly è dedicata alla memoria di Giovanbattista Cutolo. Realistica e tradizionale la regia, con i bei costumi di Alessandro Lai, le luci di Pasquale Mari, le splendide scene di Sergio Tramonti, che crea uno scenario plumbeo con il mare in tempesta, sfondo del dramma che ha per protagonista la giovanissima Cio-Cio-San, di Nagasaki. Siamo negli anni ’50, epoca post-bellica, in un villaggio di pescatori. Per aiutare la sua famiglia caduta in disgrazia, Cio-Cio-San è diventata geisha, ribattezzata Butterfly, “farfalla”. Sposando Pinkerton, l’ufficiale della Marina statunitense che la acquista da un intermediario giapponese, la fanciulla sogna il riscatto. Per lui rinnega i propri costumi, la religione,-taglio2- convertendosi al cristianesimo, ed è ripudiata dalla famiglia. Pinkerton la abbandonerà, sposandosi in patria. Quando, dopo tre anni, tornerà in Giappone reclamerà il figlio avuto da Butterfly alla quale rimarrà il suicidio. Momenti intensi come il duetto d’amore “Bimba dagli occhi pieni di malìa” nel quale i due protagonisti a corpi scoperti si amano in chiusura del primo atto. Magnifico il videoritratto di Butterfly a cura di Luciano Romano, artista della fotografia di scena al San Carlo che mostra un primo piano di Cio-Cio-San che procede verso un mare dall’aspetto invernale, fino a scomparire tra le onde. Accompagna le immagini il celebre Coro a bocca chiusa che chiude il secondo atto. Doppio cast in palcoscenico, con tutte voci di spicco: nel ruolo della protagonista si alternano Ailyn Perez e Valeria Sepe; in quelli di Pinkerton Saimir Pirgu e Vincenzo Costanzo; Marina Comparato è Suzuki ed Ernesto Petti è Sharpless; Paolo Antognetti interpreta Goro, Ildo Song è Bonzo e Paolo Orecchia Yamadori. Completano il cast Laura Ulloa (Kate Pinkerton), Giuseppe Todisco (Commissario), Antonio De Lisio (Ufficiale del registro), Linda Airoldi (Mamma), Anna Paola De Angelis (Zia), Franca Iacovone (Cugina), Giacomo Mercaldo (Yakusidé). Perfetti nei ruoli principali il tenore Saimir Pirgu, voce corposa, timbrata, con magnifici centri e acuti squillanti, romantico e appassionato, sfrontato e delicato. (“Bimba dagli occhi pieni di malia”, “È notte serena… Ti serro palpitante”). Il soprano Ailyn Perez, per la prima nel ruolo di Cio Cio-san, sa dosare tecnica e cuore, ottima timbrica ed emissione, cesellando le note e rendendo la delicatezza dei sentimenti della donna. Buona prova del Coro, affidato al Maestro aggiunto Vincenzo Caruso, in attesa dell’insediamento di Andres Maspero, e ottima conduzione di Dan Ettinger. Pubblico entusiasta per tutto il cast, per l’elegante, emozionante spettacolo, per Ozpetek, meritatamente osannato.