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Capodanno tailandese: il Songkran

di Yvonne Carbonaro

Numero 230 - Maggio 2022

Festa di purificazione e rinascita tra il mito e il gioco


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Ogni anno in Aprile cade il capodanno Thai. Il suo nome completo è Songkran Maggiore (Maha Songkran). E’ una festa religiosa che segna l’inizio dell’anno buddistha. La parola “songkran”, che significa entrare, deriva dal sanscrito “saṃkrānti”: movimento, e indica lo spostamento del sole da una posizione all’altra nello zodiaco;-taglio- c’è dunque un songkran ogni mese. Il principale è quello che segna il capodanno buddista tra il 13 e il 15 aprile, in coincidenza con il passaggio del sole dal segno dei pesci a quello dell’ariete. È considerata la festa della purificazione fisica e spirituale e della rinascita. Per tradizione si fanno offerte al tempio bagnando le immagini di Buddha e si lavano gli ambienti. Per augurare buona fortuna si usa gettare acqua sui passanti con secchi, cannole, e perfino con gli elefanti addestrati a spruzzare getti fortissimi. Si crede che l’acqua lavi via la sfortuna e viene detto anche Festival dell’Acqua. Dura in genere tre giorni (nelle zone del nord anche di più). Il giorno della vigilia, il 13 aprile, Grande Songkran, è il giorno in cui termina il segno dei Pesci, si puliscono le case; il 14 aprile Wan Nao, che è il giorno di transizione dal vecchio al nuovo anno, si svolge la processione al tempio per portare ai monaci le offerte di frutta, dolci e riso. Il pomeriggio è dedicato alla cerimonia di purificazione delle immagini del Buddha. Il 15 aprile Wan Thaloeng Sok è l’inizio della nuova era e ha inizio la festa del versamento dell’acqua. È la ricorrenza più importante dell’anno in cui le famiglie si riuniscono per celebrare il nuovo anno, onorare gli anziani e divertirsi. È un vero e proprio rito durante il quale i più giovani per rendere rispettoso omaggio agli anziani e ai familiari versano nel palmo delle loro mani acqua profumata di fiori. Li aiutano poi ad asciugarsi e indossare abiti puliti per celebrare degnamente il nuovo anno. Nei tre giorni della festa, quando i fedeli si recano al tempio, accendono una candela e tre bastoncini di incenso posizionandoli assieme ad una coroncina di fiori nei recipienti vicino all’altare del Buddha. Si inginocchiano di fronte all’immagine sacra con i palmi delle mani uno contro l’altro e toccano ripetutamente la fronte a terra, terminano infine il rito versando una piccola quantità di acqua profumata nelle mani della statua del Buddha. I tailandesi per far contenti tutti, stranieri e locali festeggiano anche il capodanno occidentale il 31 dicembre e quello cinese con i dragone e i fuochi d’artificio tra gennaio e febbraio, -taglio2-ma per loro solo questo è il vero capodanno. I turisti sono attratti dall’evento per la bellezza e vivacità dei costumi che sfilano e per la guerra d’acqua ma non sempre afferrano il senso spirituale che lo ispira. Nel 2020 e nel 2021 processioni e assembramenti sono stati temporaneamente sospesi a causa della pandemia, ma la tradizione è talmente radicata nel costume locale che la cerimonia religiosa continua, non i lanci d’acqua. L’origine e il significato di tale usanza si perde nella notte dei tempi della complicata mitologia induista. Si narra che il potente dio Kapila Brahma decise un giorno di scendere sulla terra per sfidare un giovane moto intelligente, troppo a suo avviso, con tre indovinelli da risolvere in sette giorni. La posta in palio era la testa del perdente. Il giovane vista la impossibilità di vincere per la difficoltà degli indovinelli scelse di scappare per uccidersi. Durante la fuga, fermatosi ai piedi di un albero, sentì un’aquila dire ai suoi aquilotti che presto avrebbero potuto sfamarsi con il corpo del giovane sfidato dal dio e raccontò loro della scommessa svelando anche le risposte degli indovinelli. Tornò subito indietro e vinse. Il dio Kapila Brahma, sconfitto, ordinò a una delle sue sette figlie di tagliargli la testa per onorare la scommessa. Ma se la sua testa avesse toccato terra sarebbe esploso tutto e se fosse finita in mare avrebbe prosciugato l’acqua a seguito di un immenso calore. Fu così conservata in una caverna nel Paradiso delle divinità e ogni anno una delle sette figlie del dio, a turno, durante il Songkran porta in processione la testa del padre verso il monte sacro Meru, seguita da molte divinità. Così il giorno, rappresentato da una delle sette figlie, fa attraversare al sole – la testa di Bhrama Kapila – il centro dell’universo raffigurato dal monte. Ogni parte del mondo ha, come si vede, proprie radici culturali e religiose che si perpetuano attraverso riti affascinanti, questi sintetizzano la spiegazione del senso della vita e dell’universo che ciascuna popolazione si è data attraverso i millenni.





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