I cantanti e attori Giovanni e Matteo Mauriello insieme al musicista Carlo Faiello interpretano la “Cantata dei Pastori”, nel segno della tradizione del teatro napoletano
Nei giorni di Natale appena trascorsi i napoletani hanno avuto il piacere di rivedere la tradizionale “Cantata dei Pastori” scritta dal gesuita Andrea Perrucci(1651-1706) nel 1698. Scritta in versi, rientra nell’ambito del teatro religioso tardo-seicentesco, epoca in cui, secondo i dettami della Controriforma, la chiesa per educare la popolazione analfabeta dava grande spazio alle sacre rappresentazioni. -taglio- Vi si racconta il viaggio di Maria e Giuseppe prima della nascita di Gesù e gli attacchi di Belfagor e dei suoi diavoli che, per impedire tale evento, tentano ripetutamente di ucciderli. Perrucci, con l’intento di rendere più facile la comprensione per il popolo, vi inserì un personaggio napoletano: Razzullo, uno scrivano incaricato del censimento. È una maschera del napoletano eternamente affamato. Razzullo, pur avendo un incarico istituzionale, soffre la fame e la miseria. Egli, non sapendo, aiuta l’Arcangelo a sventare i tentativi dei diavoli ai danni di Maria e Giuseppe. Grazie al suo personaggio La Cantata ebbe un grande successo di pubblico che tifava per lui e in lui si immedesimava. Il personaggio del gobbo Sarchiapone, cattivo e folle, fu un'aggiunta della fine del ‘700, e faceva sbellicare di risa gli spettatori. La fortuna del testo fu tale da vedere numerosi riadattamenti e l'introduzione di altri personaggi comici. Nel tempo lo spettacolo diventò sempre più popolare fino ad essere troppo sboccato, tanto che nel 1889 venne interrotto di autorità. Dopo essere stata riscoperta e rivisitata dal M° Roberto De Simone negli anni settanta, La Cantata è ricomparsa sulle scene di Napoli ed è tornata ad essere un rito dei giorni di Natale. Gli artisti provenienti dalla scuola di De Simone e dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare hanno tenuto annualmente viva tale tradizione. Per molti anni Peppe Barra ce ne ha offerto una versione vivace e barocca. -taglio2- Carlo Faiello, con il suo Centro Culturale Domus Ars ubicato in via Santa Chiara, ha realizzato