Il famoso dramma shakespiriano torna a Napoli. La nuova messa in scena di “Richard II” vi sorprenderà
Al Teatro Mercadante il pubblico ha ritrovato una grande opera shakespeariana, “Richard II” per la regia di Peter Stein. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Metastasio di Prato, ha come interprete straordinaria nei panni del re protagonista del dramma storico: Maddalena Crippa. Nel cast, Alessandro Averone, Gianluigi Fogacci, Paolo Graziosi, Andrea Nicolini, Graziano Piazza, Almerica Schiavo, Giovanni Visentin, Marco De Gaudio, Vincenzo Giordano, Luca Iervolino, Giovanni Longhin, Michele Maccaroni, Domenico Macrì, Laurence Mazzoni. “Ho sempre amato vestire i panni maschili, cioè travestirmi da uomo in scena – afferma la celebre attrice. Questo mio re è estremamente impulsivo ed emotivo. Si è consentito di tutto, inimicandosi i sudditi e pagando il prezzo delle proprie azioni, l’usurpazione. È lui stesso a deporsi, mostrando forza e gran coraggio, quasi come un Cristo”. Peter Stein, talentuoso regista, ha scelto Crippa per questa sua grande bravura e versatilità, capace di rendere ogni sfumatura del personaggio e del dramma. -taglio- Testo non facile, degno del migliore teatro di parola, è poco rappresentato proprio per questa complessità tutta incentrata sul senso del potere e della sua legittimazione. La traduzione del testo, è di Alessandro Serpieri, che lascia intatta la complessa e magnifica lingua del Bardo. La storia si incentra sulla figura del sovrano inglese, ultimo del ramo dei Plantageneti, deposto dal cugino usurpatore Bolingbroke (il futuro re Enrico IV) che, esiliato ingiustamente, rientra in patria e pretende di salire sul trono. “Richard II – spiega Stein – occupa un posto particolare nell’opera di Shakespeare, anche fra le sue tragedie dedicate ai re. Il dramma tratta esclusivamente della deposizione di un re unto e legittimo, un tema politico eminente che facilmente si può trasporre ai nostri tempi: è possibile deporre un sovrano legittimo? Il nuovo re non è un usurpatore? Una tale deposizione non è simile all’assassinio di ogni ordine tradizionale? Durante il suo regno Richard II ha messo contro di sé tutte le forze sociali. Egli ha sfruttato il suo potere in tutte le direzioni immaginabili, ha trasgredito le proprie competenze e si è preso ogni libertà, anche sessuale. È un giocatore, un attore, ma pur sempre un re che, anche dopo la sua deposizione, resta sempre un re; mentre il suo rivale - che prende il suo posto al trono come usurpatore - suscita esattamente lo stesso meccanismo di ostilità contro il suo proprio potere poiché tale potere si basa sul puro arbitrio. -taglio2- Richard nella sua esaltazione che va oltre il proprio tempo, poiché la monarchia assoluta si sarebbe sviluppata molto più tardi, può essere interpretato utilmente da una donna che recita la parte maschile. In questo modo diventa più chiaro il carattere inconsueto di questo re e gli aspetti fondamentali della discussione politica risultano più evidenti. Anche la profonda malinconia dell’ultimo monologo di Richard quando sta nel carcere, dove parla dell’inutilità e la mancanza di senso dell'esistenza umana ci può toccare in modo più commovente”. E la regia delle tre ore di spettacolo è quasi un freddo cerimoniale, con immagini scarne, essenziali, ancor più in grado di esaltare la parola, con accenni di “Fanfare for a Common Man” di Aaron Copland e le scene di Ferdinand Woegerbauer, i costumi di Anna Maria Heinreich. Crippa è perfetta interprete di re Riccardo, così come Alessandro Averone nel ruolo di Bolingbroke e Paolo Graziosi come John of Gaunt. Riccardo anticipa la figura di Amleto per più di un aspetto, e il linguaggio ne costituisce l’elemento essenziale e caratterizzante, capace di trasformare una tragedia in versi in una tragedia di poesia, “con un fitto intreccio di immagini che possono trovare il loro parallelo più appropriato – come scrive Giorgio Melchiori – nel campo musicale, nelle strutture sinfoniche o nell’opera wagneriana”.