Il Teatro Area Nord rende omaggio ad Emanuele Capissi con una mostra, uno spettacolo-performance e versi poetici
Al Teatro Area Nord è andato in scena lo spettacolo “E.C. - Cadute verso l’alto”, testo scritto da Fabio Pisano, con la regia e la voce narrante di Lello Serao. Interpreti i ballerini Stanislao Capissi, del Teatro di San Carlo, e Guglielmo Schettino. L’elegante, immaginifico allestimento scenico è a cura degli allievi del corso di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli con il coordinamento di Tonino Di Ronza; le videoproiezioni sono a cura di Livia Ficara, Rossana Giugliano, Rossella Coppola e Dario Pererano, laureati all’Accademia di Belle Arti di Napoli. -taglio-Luci di Mattia Santangelo, video e fonica di Salvatore Fiore. Ideazione e ufficio stampa sono a cura di Diletta Capissi. L’allestimento della mostra delle opere di Emanuele Capissi è realizzato da Ivan Gordiano Borrelli e Livia Ficara. Un team di professionisti al lavoro per ricordare il compianto Emanuele, come mostrano anche video e immagine della locandina con un ritratto di Emanuele estratto dalla installazione “ReIngres” realizzata da Franz Cerami, che fa bella mostra in un Museo di San Pietroburgo. Tonino di Ronza è stato il professore di scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli di Emanuele conducendolo fino alla tesi nel 2010. Grazie alla presidente Rosita Marchesi e al direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, Renato Lori, l’Accademia è stata partner dell’iniziativa, mettendo a disposizione il materiale per allestire la mostra. Prima della messa in scena Claudia Natale legge versi tratti dalla sua raccolta “Strane vite, finché non appassiscono le mimose”, pubblicata nel 2007 e dedicata ad Emanuele. “Emanuele lo conoscevo bene, ha lavorato alle scenografie di Museum quando era ancora al primo anno dell’Accademia di Belle Arti – racconta Lello Serao, magnifico narratore – spesso veniva a trovarmi in Teatro e immediatamente si coinvolgeva in una scenografia da realizzare. Anche due mesi prima dal suo tragico gesto è venuto in Teatro con tante idee e proposte che voleva realizzare, tra cui uno spettacolo sulla sindrome di Tourette. In questo spettacolo-performance abbiamo cercato di mettere assieme alcuni pezzi della sua creatività artistica - anche la mostra allestita negli spazi del Teatro lo testimonia - la mia regia è ispirata a tutto ciò che avrebbe desiderato e sognato di fare, anche grazie al cugino Stani con cui ho condiviso la messa in scena. Il Teatro Area Nord gli ha voluto dedicare questa serata speciale ricordando che fu proprio in questa sala che Emanuele mise in scena, nel 2006, il suo primo spettacolo Brodway Musical in cui era ballerino e regista”. -taglio2-Stanislao Capissi, ballerino di talento, intreccia danza e musica per raccontare emozioni, amplificate dagli interventi di Lello Serao. Lo spettacolo ripercorre i luoghi abitati da Emanuele, dal teatro Area Nord al Teatro Lirico di Cagliari, da Madrid a Berlino, da Stoccarda a Malmö. Poliedrico, appassionato, preparato, Emanuele, morto l’8 novembre 2019, era un artista profondo, sensibile, irrequieto. Attivo nei migliori teatri europei, talento di respiro mitteleuropeo, era insofferente verso situazioni e visioni che non fossero di ampio respiro. Quando ballava si avvertiva la rabbia, il dolore di un animo sensibile che abitava a Scampia ma era cittadino del mondo. Fabio Pisano, attore e drammaturgo, ha cucito meravigliosamente insieme tutti questi momenti artistici, la visione di sogno di Emanuele. “Io Emanuele non lo conoscevo – spiega Pisano - poi quando Diletta mi ha chiesto di scrivere per lui inizialmente ho tribolato. Era una responsabilità enorme, scrivere per qualcuno che non c'è più e farlo senza nemmeno averlo mai conosciuto. Poi Diletta mi ha messo a disposizione suoi scritti, le sue opere, mi ha raccontato chi fosse Emanuele e io questo testo, questa – la definirei quasi – rapsodia, l’ho scritta tirando via dallo sguardo innamorato e ferito di Diletta, dalle dolci parole di Francesca Borrelli (attrice e compagna di Emanuele) e da tutto ciò che mi parlava di Emanuele, le parole giuste. Perché quando una vita va via così rapidamente, come un velo che si perde irrimediabilmente in una raffica di vento, le parole giuste ci sono, ma sono seppellite sotto lo sgomento, il dolore, la rabbia”. Onore al team che ha lavorato per ricordare un giovane che aveva tanto da dare, soprattutto alla cara zia Diletta che da anni si spende per onorarne la memoria, raccontando la bravura, la tenacia, la rara sensibilità di un artista indimenticabile che ci ha lasciati troppo presto.