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Bisogno di musica

di Gian Marco Tessier

Numero 210 - Maggio 2020

“What I need” è l’album d’esordio di Pit Coccato, un’unione di più generi che formano un prodotto unico


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“What I need” è l’album d’esordio di Pit Coccato. Un prodotto full lenght cantato in inglese, dalle atmosfere cupe e grottesche in cui il cantautore di ventitré anni dimostra una sorprendente maturità artistica: l’album spazia dal folk, passando per influenze Brit-Pop fino ad arrivare al post-rock. Pietro Coccato, in arte Pit Coccato, è un musicista ventenne di Novara.-taglio- La sua musica risente del lungo periodo in cui ha vissuto in Irlanda, momento in cui si è avvicinato sempre più alla musica suonando in piccoli club. L’Ep di debutto “I can’t stand that radio playing”, autoprodotto, ha portato Pit in un tour di quasi cinquanta date in Italia e all’estero. Il nuovo disco "What I Need", disponibile dal 6 marzo 2020, segna un ulteriore passo avanti nella maturazione di una identità artistica definita, forte e riconoscibile, che fa della performance dal vivo e del coinvolgimento del pubblico uno dei propri punti di forza. Iniziamo dalla tua formazione musicale. Come si è strutturata? “Ho iniziato a suonare da molto piccolo, dalle scuole medie. Suonavo la batteria, infatti al liceo facevo il batterista punk. Poi ho iniziato a suonare la chitarra e il basso. Ho imparato tutto da autodidatta, suonando in tanti piccoli concerti con diversi gruppi per fare esperienza. Solo successivamente ho iniziato a cantare, in realtà abbastanza tardi. Sono andato in Irlanda e ho iniziato a fare dei live suonando la chitarra e cantando. Dopo questa esperienza sono tornato in Italia e ho cominciato ad esplorare la carriera da solista. Avevo voglia di scrivere e fare qualcosa di mio. Devo dire che è andata e sta andando abbastanza bene. Ho pubblicato un Ep nel 2019, autoprodotto, e grazie ad esso sono arrivato alla fine di questo tour riuscendo ad ottenere più visibilità e importanti collaborazioni.” Chi sono i tuoi punti di riferimento artistici? “Io sono cresciuto con i Green Day, sapevo suonare tutte le loro canzoni sia con la batteria che con il basso. Ho sempre ascoltato tanto punk, in seguito ho scoperto l’amore per il grange fino ad arrivare al mio maestro, la mia ispirazione, il cantante che ho ascoltato più di tutti: Tom Waits.” “What i need” è il tuo album d’esordio, tutto in inglese. La musica è ciò di cui hai bisogno? “È ciò che mi piace, non ciò di cui ho bisogno. Il nome dell’album è dato dal titolo del brano ‘What I need’.-taglio2- Ho dato questo titolo perché è un simbolo per me e poi mi piaceva, suonava bene ed era abbastanza emblematico per rappresentare me e la mia musica. Il giro della canzone ‘What I need’ è in elaborazione nella mia testa da tanti anni. L’ho rielaborata, modificata per tanto tempo e visto che era la traccia più importante e significativa per me, ho deciso di chiamare l’album così.” Chi ha lavorato con te all’arrangiamento e alla scrittura dei testi? “Ho fatto tutto da solo. La bravura di saper suonare tanti strumenti è una cosa che mi è tornata molto utile nell’incidere l’album. Mi piace fare le cose da solo, ho una testa un po’ dura. Voglio fare musica come io me la immagino, come piace a me. La musica è qualcosa che appartiene a me, che sento solo mia. La mia musica. Ciò che io sto facendo è forse la cosa meno commerciale ma mi piace, non voglio fare niente contro la mia volontà.” Dai testi e dagli arrangiamenti emerge un’atmosfera cupa e introspettiva. Credi che la musica serva a “cacciare fuori” ciò che abbiamo dentro? “Sì, assolutamente. “Ci sono demoni dentro l’anima che possono essere espressi solo grazie alla musica”. Io prendo alla lettera questa citazione, scrivo ciò che è personale, senza compromessi. Se l’ho scritto è perché l’ho vissuto. Se l’ho vissuto e quindi l’ho scritto è perché è stato molto forte per me e quindi va detto senza peli sulla lingua, senza restrizioni. Quali sono i tuoi progetti futuri? “Dovevo partire in tour, fare concerti ma per colpa della pandemia non abbiamo potuto cominciare, spero di riprendere comunque presto. Sto comunque valutando delle opzioni e per fortuna ora ho molto tempo per farlo. Sto pensando di fare un Ep e aspetto l’ispirazione giusta. Ho sempre voglia di superarmi, di aggiungere qualcosa in più. A me piace suonare, mi piace fare i live, vorrei poter fare un tour anche con qualcun altro.”





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