Alessandro Marella con la sua musica abbatte le barriere e ci invita a superare i nostri limiti, per ritrovare un mondo a colori e “ricordarci di ciò che è stato”
Alessandro Marella ha riattualizzato il suo brano ‘Invincibile’, scritto cinque anni fa, per questa emergenza sanitaria realizzando un video in motion graphics che ci mostra l’amore tra un ragazzo in sedia a rotelle e una ragazza. I due, dai loro rispettivi balconi riescono a spiccare il volo e far tornare il mondo a colori.-taglio- Tramite la diffusione del brano e del videoclip l’artista promuove una raccolta fondi per dare sostegno ai caregiver dei ricoverati all’ospedale privato accreditato Nigrisoli di Bologna, chiuso per l’emergenza Covid-19. Cosa significa per te essere invincibile? “Quando ho scritto il brano ci ho messo dentro tutti i miei pensieri e tutte le mie idee: Invincibile rappresentava una parte di me che avrei voluto vedere anche negli altri. Il brano esorta ognuno di noi ad essere un supereroe e in questo momento di emergenza il video in motion graphics ci invita ad essere forti e sostenerci a vicenda; anche attraverso i piccoli gesti e l’unione di idee.” Come hai avuto l’idea del video in motion graphics? “Il video è stato realizzato durante il periodo di quarantena, non si poteva uscire per motivi di sicurezza e quindi questa soluzione è sembrata la migliore. Questo video però servirà, anche, a ricordare negli anni questo periodo di isolamento.” Ti ispiri a qualche artista per i tuoi testi? “Cesare Cremonini è l’artista che più sento vicino ed è quello che riesce a comunicarmi più cose attraverso le sue parole; nelle sue canzoni si sente l’influenza di vari artisti da Dalla ai Queen ma spero che la mia musica arrivi alle persone come un qualcosa di nuovo.” Come nasce la tua passione per la musica? “Io ho iniziato con la passione per il pianoforte, poi, però, ho dovuto prendere un’altra strada per problemi legati alla mia patologia. Ai tempi erano un forte ostacolo le barriere architettoniche e quindi mi sono dedicato alla scrittura e al canto. La mia patologia, SMA, invalida anche i polmoni ed è un miracolo il fatto che io riesca a fare due ore di concerto.” Cosa dovrebbe fare la società per abbattere questi ostacoli? “La società sta già facendo un grosso lavoro, nelle nuove costruzioni vengono eliminati tutti gli ostacoli per le persone con disabilità. Così facendo si aiuta anche l’anziano e la mamma con il passeggino, non solo le persone disabili. Abbattendo anche le barriere mentali si crea una comunità equa che è un bene per tutti. -taglio2-Nel video mostro l’amore che può nascere tra una donna e un uomo sulla sedia a rotella; purtroppo nella realtà c’è una barriera mentale che, ancora, lo impedisce ed è per questo che ho voluto mostrarlo. Alla fine del video i due prendono il volo proprio per abbattere questi pregiudizi ed elevarsi verso qualcosa di sereno e libero.” Come hai vissuto questa emergenza sanitaria? “Un po’ come tutti; questo periodo ti condiziona a livello emotivo e ti fa discutere delle cose che avevi abbandonato e ti porta a riconsiderarle. Noi artisti abbiamo comunicato molto sui social per cercare di dare un sostegno collettivo.” Come hai avuto l’idea della raccolta fondi? “Dato che la musica è la mia passione, mi sono ripromesso di associare ogni concerto o canzone ad un progetto per poter contribuire ad una buona causa. La musica ha un grosso potere: quello di aiutare e lo fa a livello di ascolto; tutti noi abbiamo una canzone del cuore che ci riporta a determinati momenti e associare queste emozioni ad un progetto benefico è un motivo in più per dare potenza alla musica. Inoltre è un buon modo per sensibilizzare le persone su questo tipo di malattie.” La raccolta fondi va a sostegno dei caregiver. Quanto sono importanti queste figure? “Il reparto chiamato in causa è quello delle malattie neurodegenerative, chi soffre di SMA come nel mio caso, ha bisogno dell’aiuto di queste figure, soprattutto nella fase avanzata della malattia. É fondamentale questo tipo di assistenza che in questo periodo così complicato è venuta a mancare.” Cosa consigli alle persone e, soprattutto, ai ragazzi per affrontare questo periodo? “Sicuramente consiglio di avere lunga memoria, la vita è un ciclo e ci troviamo spesso di fronte a questo tipo di problematiche. A volte sembra che situazioni del genere non insegnino mai nulla, per questo spero che questa volta rimanga un ricordo che faccia riflettere sull’importanza degli affetti, sul bisogno dell’altro e anche di un semplice abbraccio.”