Una disciplina che si occupa di tutte questioni morali legate alla ricerca biologica e alla medicina
In medicina i temi di interesse etico negli ultimi decenni sono notevolmente aumentati, stimolando numerosi dibattiti. Basti pensare a questioni come il testamento biologico, la riproduzione assistita, l'interruzione di gravidanza, l'accanimento terapeutico, la sperimentazione genetica, le cellule staminali, la clonazione, il fine vita, l’uomo macchina, cyborg, ecc. -taglio- Argomenti complessi per l’aspetto scientifico, umano e, in molti casi, religioso. Per affrontare temi tanto difficili e delicati nasce nel 1970 negli USA la bioetica; il termine è formato da due parole greche bios, vita, ed èthos, carattere. A dare inizio a questa disciplina e a questo termine è stato l’oncologo Van Rensselaer Potter in un articolo pubblicato su The science of survival. Potter affermava: “L’umanità ha bisogno urgentemente di una nuova saggezza che fornisca la conoscenza di come utilizzare la conoscenza per la sopravvivenza dell’uomo e per il miglioramento della qualità della vita”. L’uomo doveva quindi prepararsi ad affrontare le nuove sfide, anche di ordine morale, che la scienza iniziava a proporre. Comincia così lo studio della bioetica, disciplina che si occupa delle questioni morali che possono emergere con il progredire della ricerca medica e biologica, e sorgono anche i primi centri di ricerca. Quando si parla di etica, sappiamo di riferirci a un pluralismo etico, e questa cosa vale anche per la bioetica, dove primeggiano, al momento, due modelli teorici: quello cattolico e quello laico. La loro diversità consiste nel modo di concepire la vita umana. La bioetica cattolica ha come fondamento irrinunciabile la dignità e la sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale; mentre la bioetica laica ha per fondamento la qualità della vita e la libertà dell’individuo di disporre della propria vita. In base al fondamento di questi due modelli sui temi bioetici possono aversi posizioni completamente diverse. Per la bioetica cattolica l’uomo è sacro e la vita è un dono di Dio, ne scaturisce che la vita è inviolabile, per cui non è ammesso nessun atto che possa nuocerle o sopprimerla.-taglio2- Di conseguenza non sono consentiti l’aborto, la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiali, l’eutanasia e il suicidio assistito. Diversa, e a volte in piena antitesi con la bioetica cattolica, è la posizione su molti temi bioetici, come l’aborto e l’eutanasia, di coloro che si rifanno alla bioetica laica, che si fonda sulla qualità della vita di una persona e sulla sua libertà di disporre della propria vita. È da ricordare che per quanto riguarda l’accanimento terapeutico, ossia quella condizione in cui si persiste con trattamenti inutili, che non possono arrecare benefici al paziente, o addirittura possono provocare effetti negativi, la posizione della Chiesa è chiara: in questi casi è lecito rinunciare all’accanimento terapeutico. Sarà lo stesso paziente con il testamento biologico o con il consenso informato a prendere questa decisione o, nel caso il paziente fosse impossibilitato e in mancanza di un testamento biologico, saranno i familiari a decidere insieme ai medici di interrompere ogni trattamento quando ritenuto inutile. Sia i sostenitori della bioetica cattolica che della bioetica laica seguono con grande interesse il progresso scientifico e tutte le possibilità e le modalità che tale progresso offre e offrirà per migliorare la qualità della nostra vita, giacché certamente farà emergere nuovi temi etici su cui confrontarsi. Infatti, si sono già aperti nuovi scenari bioetici su cui dibattere. Basti pensare al transumanesimo, un movimento intellettuale che sostiene la necessità di migliorare le capacità fisiche e cognitive dell’uomo attraverso le nuove scoperte scientifiche; e auspica il passaggio dall’Homo sapiens al postumano attraverso tutti i possibili dispositivi bio-tecnologici attuali e futuri in grado non solo di migliorare la qualità della vita, ma di eliminare anche l’invecchiamento e la morte.