Il celebre musical, in scena al Teatro Diana di Napoli, si avvale della regia del celebre trasformista, di Luciano Cannito e di un grande e affiatato cast
Al Teatro Diana di Napoli è andato in scena “Cabaret. The Musical”, prodotto da Fabrizio Di Fiore Entertainment, con la regia di Arturo Brachetti e Luciano Cannito, il grande musical del 1966 di Fredd Ebb, John Kander e Joe Masteroff, -taglio- ispirato dal romanzo autobiografico “Goodbye to Berlin” di Cristopher Isherwood e dalle atmosfere teatrali di Brecht e del teatro tedesco degli anni ’20/‘30. La versione cinematografica del musical, il capolavoro diretto e prodotto da Bob Fosse e premiato con 8 premi Oscar, è la trasposizione del musical di Broadway ha avuto come indimenticabili protagonisti Liza Minnelli e Joel Grey. Siamo negli anni Trenta a Berlino, vitalissima capitale tedesca, con il nazismo in ascesa. “Cabaret è una storia pazzesca di cui ci si innamora subito, come è capitato a me nel ‘75 quando ho visto per la prima volta il film di Bob Fosse - afferma Brachetti - parla di una Berlino che forse pochi conoscono, sotto la repubblica di Weimar, all’avanguardia su tutto, sull’arte, sui diritti degli omosessuali, sull’uso delle droghe, sulla vita libertina, un’isola felice nella Germania bigotta nella quale stava emergendo il nazismo. Un inno alla libertà, qualcosa di cui non se ha mai abbastanza e di cui c'è tanta necessità anche ora”. In questo drammatico momento storico nasce la storia d’amore tra Clifford Bradshaw, squattrinato scrittore statunitense, interpretato da Cristian Catto e Sally Bowles, esuberante cabarettista inglese che si esibisce nel Kit Kat Klub, interpretata da Diana Del Bufalo. L’incredibile Arturo Brachetti è Emcee, spregiudicato e irriverente Maestro di Cerimonie del Kit Kat, che non smette mai di stupire e affascinare. La scena che apre lo spettacolo, ambientata nel locale, è quella di un’orgia, un’ammucchiata di Wunderbar Girls e i Boys, con Emcee nel mezzo che si trasforma con un elegante frac celeste per cantare la famosa “Wilkommen”. La scena si sposta nel vagone di un treno in arrivo a Berlino, dove Clifford conosce Ernst Ludwig, tedesco che gli dispensa consigli su come cavarsela a Berlino. Ernst gli segnala una pensione gestita da Fraulein Schneider, interpretata da Christine Grimandi. Maestro di quick change, Brachetti recita e canta con il suo stile inimitabile, iconico, con repentini cambi d’abito, indossando anche una guepière sotto il frac nero. Il suo talento ricorda altre irraggiungibili superstar della recitazione, del mimo e della danza come Lindsay Kemp e Paolo Poli. Clifford è introdotto da Ernst al Kit Kat Klub, con i suoi personaggi ambigui e disinibiti, gli approcci, l’incontro con la vivace Sally.-taglio2- Ben presto Sally piomberà nell’appartamento dello scrittore, diventandone la convivente. Si danza sulle note di “Money Money”, “Don’t Tell Mama”, “Two Ladies”, “If You Could See Her”, “Cabaret” e altri celebri motivi, tutti tradotti in italiano. Oltre ai problemi economici, la coppia dovrà affrontare anche quello della gravidanza di Sally, che ignora chi sia il padre. I loro destini si intrecciano con quello di Fraulein Schneider che accetta la proposta di matrimonio del suo anziano cliente Herr Schultz, interpretato da Fabio Bussotti, commerciante ebreo, gentile e innamorato vedovo. Alla festa per annunciare le loro nozze agli amici, piomba un oscuro e temibile Ernst, ormai dichiaratamente nazista, che sconsiglia alla donna di sposare un ebreo. Nulla sarà più come prima, con la catastrofe che incombe sul mondo. Brachetti, travestito da Hitler nano e ventriloquo seduto su un mappamondo, in una scena che ricorda una celeberrima sequenza de “Il grande dittatore” di Chaplin, si trasforma in un diavolo. Un finale spettacolare, tragico, commovente, con Emcee, coperto solo da un cappotto, che scheletrico prigioniero di un lager, si denuda al buio e, lentamente, si trascina fino alla camera a gas, in una scena illuminata solo dalla luce rosso fuoco del forno crematorio. Corpi in disfacimento nella “soluzione finale”, dove prima erano stati pieni di vita, di passione, di libertà. In sottofondo risuona una cupa “Cabaret”, con le ali che spuntano sul frac. Assolutamente strepitosi gli attori e i ballerini in scena. Diana Del Bufalo, già protagonista di famosi musical, regala a Sally le sue doti vocali, in un ruolo non facile ma brillantemente interpretato, con l’esuberanza e la voglia di sfondare nel mondo dell’arte. Belle le voci e le interpretazioni di Christine Grimandi, di Christian Catto e di Fabio Bussotti, tenero innamorato. Belle le coreografie di Luciano Cannito, con alcuni numeri di tap dance, i repentini cambi di registro, incantevoli le scene firmate da Rinaldo Rinaldi e i costumi di Maria Filippi, ottima la direzione musicale di Giovanni Maria Lori. Brava l’orchestra dal vivo, collocata in alto rispetto agli interpreti, che esegue brillantemente le celebri canzoni. Versatile, istrionico, acclamato in tutto il mondo, Brachetti, che balla, canta, recita, dirige, si trasforma e crea, non finirà mai di dispensare bellezza e magia.