L’intento di costruire un sound originale e riconoscibile è al centro del duo composto da Danielle Di Majo e Manuela Pasqui, imperdibili nel nuovo album “Equilibrismi”
Il duo Danielle Di Majo-Manuela Pasqui, rispettivamente sassofonista e pianista, immette sul mercato discografico il lavoro ‘Equilibrismi’, edito dalla label ‘Filibusta Records’. -taglio- Si tratta di un album che segue di un biennio ‘Come Again’ edito sempre della stessa etichetta. Occorre dire che questo duo potrebbe anche essere definito una sorta di ‘quartetto a metà’, considerato che in alcune tracce risultano presenti sia la vocalist Antonella Vitale che il sassofonista Giancarlo Maurino. Come nasce il connubio con Manuela Pasqui che sembra, in qualche modo influenzare le tue scelte istintive? «Nasce da un’amicizia nata qualche anno fa nell’ambito di una collaborazione, suonavamo le bellissime musiche di Kenny Wheeler con il ‘Kind Folk 4tet’ [Danielle De Majo (sax), Manuela Pasqui (piano), Leonardo De Rose (contrabbasso), Giampiero Silvestri (batteria). Un omaggio all’artista canadese, grande arrangiatore e compositore che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del jazz.] con il quale, proprio alla fine di questo mese, uscirà un disco dal titolo ‘Lights’ (edito dalla solita Filibusta Records). Con Manuela, devo dire, c’è stata subito una grande intesa musicale, lei sa rappresentare esattamente quel mondo sonoro al quale aspiro, il grande rispetto del suono, per i silenzi, per i respiri, il dare importanza alla melodia; la nostra forza è la semplicità, la sincerità e il dialogo che si instaura ogni volta che suoniamo, perché siamo sempre in ascolto l’una dell’altra e ci piace perderci per arrivare a un raccontare una storia. Sono molto contenta di annunciare l’uscita del nostro prossimo disco del nostro duo ‘Puccini My Love’ edito da ‘Filibusta Records’, un disco ispirato alle musiche di Giacomo Puccini nel centenario della sua morte (1924/2024) con il quale abbiamo in programma una tournée in America con tappe a Chicago, Cleveland, Madison, e Saint Louis.» Questo nuovo album, ‘Equilibrismi’, sembra incontrare delle atmosfere anche classiche e la mia domanda è: perché hai scelto questo mood, dal momento che sei e resti una brillante realtà del jazz contemporaneo? -taglio2- «Si è vero “Equilibrismi” è un disco che ho registrato in duo, pianoforte e sassofono e che offre una dimensione molto intima e con influenze provenienti dalla musica classica. Il disco è senza dubbio il frutto del mio attuale percorso. Sto studiando un nuovo strumento, il flauto traverso, e lo sto facendo con un Maestro bravissimo, concertista e direttore di musica classica, Antonio Di Giamberardino, che mi sta facendo scoprire la musica meravigliosa che fa parte delle nostre radici. Deriva anche dalla passione che ha Manuela per la musica classica, dal suo percorso di formazione, ma sia io che lei utilizziamo un linguaggio comune che appartiene propriamente al jazz, l’improvvisazione. Credo che lo studio approfondito delle variegate influenze musicali sia un ampliamento della propria cultura e visione, conoscere e utilizzare le influenze ricevute per poter esprimere il proprio pensiero e personalità. Continuo ad operare nell’ambito del Jazz. Ho diversi progetti hardbop e sto continuando ad esplorare il linguaggio tradizionale cercando di trovare un mio modo di interpretare gli standards; mi piace studiare i grandi jazzisti che hanno fatto storia. Per me quindi non esistono confini fra i generi musicali, studiare altri linguaggi significa per me aprire la mente e cercare sempre nuovi stimoli.» ‘Equilibrismi’ è un lavoro estremamente elegiaco e confrontato nel solco del precedente lavoro. In questo disco la Pasqui firma cinque composizioni su otto a partire dalla prima, ‘Green Tara’, fino a ‘For Kenny’, brano presente anche in rete. Un pianismo, quello di Manuela Pasqui, colto e sensibile che diviene un mood talmente particolare da invitare Danielle Di Majo a far librare e liberare il suono dei sui sassofoni (soprano ed alto) e quello del suo flauto … come capita in ‘Jeanne del Belleville’. La musica del duo, che s’interseca spessissimo, come avviene in ‘Edera’, in ‘L’equilibrista’, cammina in bilico su un centro di gravità che le consente di procedere sulla corda armonica tesa sempre più fino a quello conclusivo, ‘Hand Luggage’ di cui è autrice la Di Majo. Il primo disco del duo, dal titolo ‘Come Again’, edito sempre dalla stessa ‘Filibusta’, si concentrava sulla rivisitazione di materiale proveniente dal repertorio classico e su brani originali, con un proprio lirismo e sviluppando un linguaggio comune.